E da Manaus, che è arrivata la cosiddetta variante brasiliana ed è anche per questo che la città dell’Amazzonia – già travolta dall’infezione di Sars Cov 2 durante la prima ondata – potrebbe essere una sorta di laboratorio di come le varianti del Covid possono contagiare, aggirando gli anticorpi contro la versione originale del virus. In uno studio pubblicato su The Lancet, il 27 gennaio, i ricercatori dell’università di San Paolo cercano di spiegare perché nella metropoli da 2,2 milioni di abitanti l’epidemia sia tornata a colpire, nonostante nella prima ondata si fosse raggiunta in teoria l’immunità di gregge.
Uno studio sui donatori di sangue, spiegano gli autori, ha mostrato che il 76% della popolazione aveva gli anticorpi lo scorso ottobre, una quantità in teoria superiore al 70% indicato come soglia per l’immunità. A dicembre però c’è stata una nuova esplosione dei casi, con un numero di ricoveri talmente alto da dare problemi di carenza nelle forniture di ossigeno. “Ci sono almeno quattro spiegazioni possibili per il ritorno del virus, che non si escludono a vicenda – si legge nell’articolo -. La prima è che in realtà la prevalenza del virus sia stata sovrastimata, e quindi non si sia raggiunta la soglia. Inoltre l’immunità acquisita con la prima ondata potrebbe aver iniziato a diminuire a dicembre“.
La terza e la quarta motivazione riguardano invece le varianti. “Le nuove varianti potrebbero portare a un aumento dei casi se hanno una trasmissibilità maggiore rispetto ai ceppi preesistenti e se riescono ad eludere il sistema immunitario di chi ha già avuto l’infezione – scrivono gli autori -. Per questo occorre studiarne velocemente le caratteristiche genetiche, cliniche, immunologiche ed epidemiologiche. Se invece il nuovo aumento a Manaus è dovuto alla diminuzione dell’immunità acquisita, uno scenario simile potrebbe verificarsi anche in altre zone”. Il Brasile è tra i paesi più colpiti dal coronvairus con oltre 9 milioni e mezzo di contagiati e a oggi 232mila decessi.