Calcio

Il periodaccio dei De Laurentiis: da Napoli a Bari, due stagioni a rischio fallimento

FATTO FOOTBALL CLUB - Il sogno di fare grande il calcio nel Meridione sembra essersi arenato sul più bello, tra aspettative tradite e poca lungimiranza nella scelta della guida tecnica

Due squadre e due presidenti, Napoli e Bari, Aurelio e Luigi. Il sogno dei De Laurentiis: il grande calcio nel Meridione. Ripercorrere in Puglia quanto già fatto in Campania, prendere una squadra dal fallimento e portarla in alto, magari in Europa, persino alla vittoria. Un progetto ambizioso che però sembra essersi arenato sul più bello. Si è fermato da solo, senza nemmeno incappare nella norma che permette la multiproprietà ma la impedisce (fortunatamente) nella stessa serie, ostacolo che si sarebbe posto solo più avanti. Ma i guai sono arrivati ancora prima: il Napoli si è ridimensionato, il Bari è intrappolato nelle sabbie mobili della Serie C.

È il momento più difficile per la famiglia De Laurentiis nel pallone. Ed è una novità per chi pur con i suoi modi, il suo carattere imprevedibile, una conduzione padronale, uscite non sempre felici in Lega calcio, in fondo non ha sbagliato un colpo dal suo arrivo. De Laurentiis ha preso il Napoli in Lega Pro e dopo una finale persa ai playoff è salito sempre di un gradino: Serie B, A, Europa League, Champions, tre Coppe Italia e una Supercoppa, dodicesimo, sesto, quinto, terzo, secondo posto in classifica. Lo stesso con il Bari: cavalcata trionfale alla prima stagione nei Dilettanti, poi subito protagonista al ritorno fra i professionisti, fino alla finale playoff persa più per sfortuna che per demerito contro la Reggiana. Sarà per questo, forse, che smarrito il bandolo della matassa diventa più difficile ritrovarlo.

La crisi del Napoli è profonda. C’è stato forse un po’ di accanimento nei confronti di Gattuso, che aveva iniziato il campionato con gioco e risultati, il calo è arrivato solo di recente ed è coinciso con la contemporanea assenza di Osimhen e Mertens, i due attaccanti principali. Qualsiasi altra squadra in Serie A l’avrebbe pagata, ma gli alibi non portano punti e gli azzurri sono scivolati a -12 dalla vetta. Il Bari, se possibile, pare messo peggio: viene da due sconfitte nelle ultime tre partite, il campionato ormai è andato (Ternana prima a +11 con una partita in meno), l’esonero di mister Auteri sembra inevitabile.

Entrambe le stagioni rischiano di essere compromesse, in modo simile perché Napoli e Bari sembrano fare gli stessi errori. Le rose ritoccate in estate per presentarsi ai nastri di partenza con il grado di favoriti (ma evidentemente non abbastanza, visti i risultati), il mercato di riparazione bloccato quando invece probabilmente serviva intervenire. Soprattutto, le scelte degli allenatori. A Napoli non ne azzeccano uno dall’addio di Sarri, prima puntando sul nome (ma solo quello) di Ancelotti , poi sulla “cazzimma” di Gattuso, idee troppo diverse fra loro per non essere confuse. A Bari per lo stesso motivo hanno buttato due stagioni: la scorsa, quando fu confermato senza convinzione Cornacchini pur sapendo che non era adatto alla categoria, questa, scaricando Vivarini che forse avrebbe meritato un’altra chance. E ancora adesso che si parla di un possibile avvicendamento in panchina entrambi guardano al passato: si parla di Benitez o Mazzarri da una parte, Ventura dall’altra, la classica “minestra riscaldata” che non funziona quasi mai.

Due piazze in tumulto, due allenatori a rischio, il futuro che di colpo sembra meno roseo. Se c’è una differenza, sta nel fatto che la stagione del Bari è ancora recuperabile, ai playoff (dove i biancorossi si qualificheranno comunque, e lì tutto può succedere, persino la promozione). Per il Napoli è più complicato: c’è l’Europa League (ma il percorso è lungo), c’è la Coppa Italia (ma già vinta l’anno scorso), c’è soprattutto la qualificazione in Champions, che per quanto fondamentale per dare continuità al progetto sarebbe solo un contentino, per chi avrebbe dovuto avere altre ambizioni. Il vero problema è che con Sarri gli azzurri avevano raggiunto la dimensione scudetto (che era a un passo, se non fosse stato per gli errori di Orsato in quel famoso Inter-Juventus, ma questa è un’altra storia): oggi assomigliano più a una squadra da quarto-quinto posto che da primo. De Laurentiis voleva raddoppiare a Bari, ha finito per dimezzare il Napoli.

Twitter: @lVendemiale