Sospeso per un giorno per essere uscito in un prato vicino alla scuola senza l’autorizzazione della dirigente scolastica e per aver definito un “pacco” il patto di corresponsabilità. Ad essere punito dall’Ufficio scolastico regionale è Giampiero Monaca, insegnante della scuola primaria di Serravalle, noto in Italia per il progetto Bimbi Svegli, elogiato nei mesi scorsi anche dalla ministra Lucia Azzolina sui social.

Il maestro piemontese che da anni prova a tradurre nella pratica quotidiana gli insegnamenti di Maria Montessori e di Gianfranco Zavalloni, ispirandosi al metodo Scuola senza zaino, eliminando la cattedra, i voti, facendo lezione all’aperto, mettendo in condivisione il materiale scolastico, è stato segnalato dalla sua dirigente scolastica all’ufficio diretto da Fabrizio Manca che è dovuto intervenire a distanza di oltre tre mesi con la sanzione di una giornata di sospensione che il maestro ha trascorso con una sedia davanti alla scuola.

Una vicenda che il dirigente dell’Usr Manca spiega così: “Abbiamo attivato un procedimento disciplinare su segnalazione della dirigente per un’uscita da scuola non autorizzata. E poi sono state considerata ai fini della sanzione delle frasi usate su un social in cui si criticava con espressioni improprie il patto di corresponsabilità. Non è stato preso in considerazione nessun altro elemento, ovvero quanto riportato dai giornali relativo ai bambini appesi agli alberi”.

Monaca, infatti, è noto per la sua attività all’aperto in un prato vicino alla scuola dove porta i ragazzi a conoscere la natura e dove talvolta i bambini si arrampicano ai rami delle piante sotto lo sguardo attento dei maestri.

Un’attività che non piace alla dirigente Graziella Ventimiglia. Nel documento di contestazione di addebiti disciplinari, infatti, c’è scritto: “In data 18 settembre, in orario scolastico e fuori dal perimetro della scuola, in occasione di un’uscita didattica non autorizzata, lei ha consentito agli alunni della scuola primaria Donna di Serravalle d’Asti di arrampicarsi su un albero sforniti di protezione. La dirigente scolastica riferisce di non aver mai autorizzato la suddetta attività né tantomeno di aver ricevuto risposta alla richiesta di chiarimenti inviatale in data 31 agosto proprio al fine di poter valutare la fattibilità in termini di sicurezza delle attività organizzate al di fuori del perimetro della scuola”.

Pronta la risposta di Monaca: “È vero, non ho chiesto l’autorizzazione per quell’uscita didattica ma non l’ho mai fatto anche negli anni precedenti. Non credo di dover chiedere l’autorizzazione per fare attività didattica all’aperto. È come se dovessi chiedere se posso parlare dei cretesi in classe. L’attività didattica all’aperto non è una gita, è parificata a quella in aula come scritto recentemente anche dal capo dipartimento Max Bruschi”.

E in merito alla mancata risposta di chiarimenti il maestro precisa: “Ad agosto mi hanno inviato un elenco di richieste di informazioni, chiedendomi persino i nominativi dei proprietari dei fondi attraversati per raggiungere il prato dove andiamo a far lezione all’aperto. Ho risposto dando le informazioni in mio possesso”.

Ma non basta. Il maestro di Bimbi Svegli è stato punito anche per altro. Il provvedimento dell’Usr cita: “La dirigente segnala la pubblicazione sul suo profilo Facebook in modalità non protetta e quindi accessibile a chiunque, di commenti non coerenti rispetto al ruolo rivestito In particolare, si segnala quello in cui esorta i genitori a non accettare, non firmandolo, il patto di corresponsabilità, da lei indicato come un ‘pacco’ piuttosto che un vero ‘patto’ dal momento che serve a ‘fissare confini indiscutibili‘ cui le famiglie dovrebbero attenersi” .

Monaca non fa alcun passo indietro ma spiega: “Mi spiace che qualcuno si sia offeso per l’uso della parola pacco ma ho solo spiegato in quel contesto che l’ideale sarebbe fare insieme quel documento; fare un accordo con una concertazione. Se una delle parti lo scrive e te lo sottopone non è un patto”.

Un’ultima nota mossa all’insegnante è relativa al tema Covid: secondo la preside della scuola, Monaca avrebbe espresso la “sua contrarietà alle regole di mascheramento, organizzazione e distanziamento imposte dall’emergenza sanitaria da Covid-19, regole che si traducono in “mine educative e sociologiche devastanti”.

Anche in questo caso il maestro ammette: “È vero ho usato quelle parole, ma i bambini nelle mie classi indossano la mascherina e mantengono il distanziamento. La questione delle regole Covid va affrontata anche dal punto di vista psicologico”.

Ora l’insegnante teme che il progetto Bimbi Svegli possa essere messo in discussione. L’idea di Monaca è stata scritta cinque anni fa: “Ai tempi lavoravo a Rio Crosio ad Asti e con l’allora preside inviammo il nostro documento all’Ust e al Comune di Asti. Purtroppo nessuno mi ha mai risposto. Eppure nel sito della scuola per due anni all’atto delle iscrizioni compariva ufficialmente anche il progetto Bimbi Svegli. Due anni fa ho riscritto il tutto con l’aiuto della pedagogista Maria Michela Sebastiani e l’ho condiviso con le mie colleghe ma purtroppo il collegio docenti l’ha bocciato”.

Ma nessuno ha bloccato Monaca, convinto che l’innovazione della scuola possa partire anche da Serravalle: “Sono andato avanti. La nuova preside aveva manifestato l’intenzione di inserire il progetto nel piano triennale dell’offerta formativa ma finora non l’ha fatto. Spero di poter sanare questa situazione e mi auguro che questa sia l’occasione magari per fare in modo che venga adottato dall’ufficio scolastico regionale”.

D’altro canto la stessa ministra Azzolina il 20 gennaio scorso aveva scritto su Facebook: “Questa mattina ho avuto il piacere di incontrare e di ringraziare, in collegamento, l’associazione Bimbi Svegli. Abbiamo il dovere di pensare e valorizzare nuove forme di didattica, come questa”.

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