Era stato torturato e ucciso a Palmira, dove sorge il monumentale sito archeologico a cui aveva dedicato sin dagli anni '60 il suo lavoro di studioso in collaborazione con missioni archeologiche internazionali e con l'Unesco
La sua uccisione nel 2015 aveva suscitato sdegno e commozione in tutto il mondo: Khaled al Asaad, uno dei più importanti studiosi del Medio Oriente allora 80enne, era stato catturato dai jihadisti dell’Isis nella zona di Palmira e dopo esser stato torturato, era stato decapitato al centro dell’anfiteatro della storica città siriana, distrutta dall’autoproclamato Stato Islamico. Da allora le sue spoglie erano sparite. Sono state ritrovate soltanto adesso, ha riferito l’agenzia governativa siriana Sana, assieme ai resti di altri due corpi, nella località di Kahlul, a est di Palmira. I resti del corpo del “martire” sono ora a Damasco in attesa del test del Dna che dovrà confermare o smentire l’identità.
A Palmira sorge il monumentale sito archeologico a cui Asaad aveva dedicato sin dagli anni ’60 il suo lavoro di studioso in collaborazione con missioni archeologiche internazionali e con l’Unesco. Asaad aveva ricevuto diverse onorificenze durante la sua attività e anche post mortem. In Italia, nell’ottobre del 2015 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva intitolato all’archeologo siriano l’area di interesse culturale degli Arsenali della Repubblica a Pisa, allora appena restaurati. Sempre nel 2015 Khaled al Asaad era stato onorato come “giusto” al Giardino dei Giusti a Milano.