L’azienda chimica Caffaro di Brescia è stata sequestrata nell’ambito di un’inchiesta per disastro ambientale della Procura di Brescia. Il provvedimento nei confronti dell’azienda che si trova nel cuore della città dal 2003 ed è sito di interesse nazionale, è dovuto al continuo inquinamento dell’impianto, con valori di cromo e mercurio ben al di sopra dei parametri di legge. È stato quindi nominato un custode giudiziario che dovrà garantire il mantenimento attivo della barriera idraulica che impedisce ai veleni di raggiungere la falda cittadina.
Il sequestro, eseguito dai carabinieri Forestale e disposto dal gip Alessandra Sabatucci su richiesta del sostituto procuratore Donato Greco e dell’aggiunto Silvio Bonfigli, fa riferimento ai reati di inquinamento ambientale e deposito di rifiuti pericolosi (tra cui il cromo esavalente riscontrato nel suolo e sottosuolo con valori di concentrazione di 10-15 volte superiori ai limiti di legge), e a quello concernente l’illecita diluizione delle acque di processo con quelle meteoriche e di raffreddamento.
Con il sequestro il gip di Brescia ha applicato “la misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese” nei confronti di Donato Antonio Todisco, presidente del consiglio di amministrazione e attuale co-amministratore di fatto della Brescia S.r.l., Alessandro Quadrelli rappresentante legale dell’impresa, e Alessandro Francesconi, consigliere delegato alle tematiche ambientali nonché direttore dello stabilimento. Le misure interdittive sono state disposte sempre per i reati di inquinamento ambientale e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi, tra cui il cromo esavalente, e disastro ambientale “cagionato – scrive la Procura – dagli indagati per non aver garantito l’efficienza della barriera idraulica”.
L’indagine, condotta dal pm Donato Greco e dall’aggiunto Silvio Bonfigli, è nata a seguito di due segnalazioni dell’Arpa di Brescia del giugno e settembre 2019 in cui l’agenzia rilevava, nel periodo monitoraggio delle acque di falde. un innalzamento dei valori, rispettivamente di cromo esavalente e di mercurio della falda acquifera sottostante lo stabilimento Caffaro.
Già nel 2019 la procura aveva aperto un fascicolo con otto indagati per inquinamento ambientale e gestione non autorizzata dei rifiuti. Al centro dell’inchiesta i nuovi casi di sversamenti di mercurio da capannoni e cromo dalle vasche dell’azienda, attiva tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta, già finita nel mirino della magistratura per aver prodotto e sversato tonnellate di Pcb (policlorobifenili).
“Siamo fiduciosi nell’azione della magistratura, dopo tante denunce che abbiamo presentato – dichiara Salvatore Fierro, portavoce dei Verdi-Europa Verde di Brescia – Ma non ci devono essere sconti per nessuno. E’ la Caffaro che deve pagare i costi delle bonifiche, che sono una priorità non più rinviabile. L’intervento della Procura dimostra il fallimento delle istituzioni locali che non sono state in grado di agire su una emergenza sanitaria ed ambientale che non ha precedenti su tutto il territorio nazionale”.
Giustizia & Impunità
Brescia, inchiesta per disastro ambientale: sequestrata l’azienda Caffaro. Cromo e mercurio sopra parametri di legge
L'azienda nel cuore della città dal 2003 è sito di interesse nazionale. Nominato un custode giudiziario che dovrà garantire il mantenimento attivo della barriera idraulica che impedisce ai veleni di raggiungere la falda cittadina
L’azienda chimica Caffaro di Brescia è stata sequestrata nell’ambito di un’inchiesta per disastro ambientale della Procura di Brescia. Il provvedimento nei confronti dell’azienda che si trova nel cuore della città dal 2003 ed è sito di interesse nazionale, è dovuto al continuo inquinamento dell’impianto, con valori di cromo e mercurio ben al di sopra dei parametri di legge. È stato quindi nominato un custode giudiziario che dovrà garantire il mantenimento attivo della barriera idraulica che impedisce ai veleni di raggiungere la falda cittadina.
Il sequestro, eseguito dai carabinieri Forestale e disposto dal gip Alessandra Sabatucci su richiesta del sostituto procuratore Donato Greco e dell’aggiunto Silvio Bonfigli, fa riferimento ai reati di inquinamento ambientale e deposito di rifiuti pericolosi (tra cui il cromo esavalente riscontrato nel suolo e sottosuolo con valori di concentrazione di 10-15 volte superiori ai limiti di legge), e a quello concernente l’illecita diluizione delle acque di processo con quelle meteoriche e di raffreddamento.
Con il sequestro il gip di Brescia ha applicato “la misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese” nei confronti di Donato Antonio Todisco, presidente del consiglio di amministrazione e attuale co-amministratore di fatto della Brescia S.r.l., Alessandro Quadrelli rappresentante legale dell’impresa, e Alessandro Francesconi, consigliere delegato alle tematiche ambientali nonché direttore dello stabilimento. Le misure interdittive sono state disposte sempre per i reati di inquinamento ambientale e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi, tra cui il cromo esavalente, e disastro ambientale “cagionato – scrive la Procura – dagli indagati per non aver garantito l’efficienza della barriera idraulica”.
L’indagine, condotta dal pm Donato Greco e dall’aggiunto Silvio Bonfigli, è nata a seguito di due segnalazioni dell’Arpa di Brescia del giugno e settembre 2019 in cui l’agenzia rilevava, nel periodo monitoraggio delle acque di falde. un innalzamento dei valori, rispettivamente di cromo esavalente e di mercurio della falda acquifera sottostante lo stabilimento Caffaro.
Già nel 2019 la procura aveva aperto un fascicolo con otto indagati per inquinamento ambientale e gestione non autorizzata dei rifiuti. Al centro dell’inchiesta i nuovi casi di sversamenti di mercurio da capannoni e cromo dalle vasche dell’azienda, attiva tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta, già finita nel mirino della magistratura per aver prodotto e sversato tonnellate di Pcb (policlorobifenili).
“Siamo fiduciosi nell’azione della magistratura, dopo tante denunce che abbiamo presentato – dichiara Salvatore Fierro, portavoce dei Verdi-Europa Verde di Brescia – Ma non ci devono essere sconti per nessuno. E’ la Caffaro che deve pagare i costi delle bonifiche, che sono una priorità non più rinviabile. L’intervento della Procura dimostra il fallimento delle istituzioni locali che non sono state in grado di agire su una emergenza sanitaria ed ambientale che non ha precedenti su tutto il territorio nazionale”.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.