L’eurodeputata, che ha fatto dei temi sicurezza e migranti i suoi cavalli di battaglia, ha fatto appendere in questi giorni a Milano dei manifesti con lo slogan: "L’Europa ci abbandona: aumentano gli sbarchi”. Il leader del suo partito nel frattempo però ha cambiato toni per entrare nel governo Draghi. E arrivano le precisazioni: "Un conto è parlare di immigrazione, un conto è parlare di business dell’accoglienza" - L'INTERVISTA
Alla faccia della svolta europeista imposta da Matteo Salvini alla Lega, i manifesti che l’eurodeputata Silvia Sardone ha fatto appendere in questi giorni a Milano del tutto europeisti non sono. “L’Europa ci abbandona: aumentano gli sbarchi”, dice la scritta in cima con chiaro atto d’accusa a Bruxelles. Sotto, la classica foto buona fino all’altro ieri: un barcone pieno di migranti. “Stop al business accoglienza”, l’altro slogan. E sì che giusto lunedì, pur di entrare nel governo Draghi con una piroetta, il suo Capitano ha usato parole molto pacate sul tema immigrazione (“noi proporremo l’adozione della legislazione europea”). E nemmeno ha fatto polemica sull’arrivo della Ocean Viking nel porto di Augusta, in Sicilia, con a bordo più di 400 migranti salvati al largo della Libia.
Poi però uno capita in viale Monza, periferia nord di Milano, e si trovi un manifesto come quello della Sardone. Lei che aveva cavalli di battaglia leghisti già quando era in Forza Italia: rom, sicurezza e migranti, per esempio. A metà 2018 ha lasciato il partito di Berlusconi dopo essere stata esclusa dalla giunta di Attilio Fontana, a sorpresa e nonostante le oltre 11mila preferenze prese alle elezioni regionali. Nel 2019 si è candidata con la Lega alle europee: grazie ai suoi temi forti, altra infornata di voti. Molti li ha presi nella periferia milanese dove ora ci sono i manifesti. Lì vicino, a Sesto San Giovanni, è sindaco suo marito, Roberto Di Stefano: anche lui ex Forza Italia, passato alla Lega.
Onorevole Sardone, sicura di non essere in contrasto con la nuova linea europeista del partito?
I manifesti contestano il business dell’accoglienza. Mi auguro che nessun partito in Italia sostenga il business dell’accoglienza. Un conto è parlare di immigrazione, un conto è parlare di business dell’accoglienza.
E la prima frase, quella contro l’Europa che ci abbandona?
Ribadisco, rimaniamo contro il business dell’accoglienza. Auspico che tutti i partiti siano contro il business dell’accoglienza.
Quindi si sente in linea con il nuovo corso leghista?
Siamo sempre stati contro il business dell’accoglienza, rimaniamo contro il business dell’accoglienza.
E tre, abbiamo capito. Ma le parole pacate di Salvini sull’immigrazione?
Non mi sembra che sul business dell’accoglienza abbiamo cambiato posizione.
Proviamo così: è giusto entrare nel governo Draghi attenuando certe posizioni, su immigrazione ed Europa?
Sostengo le posizioni e le scelte di Matteo Salvini. Ritengo che la scelta di Draghi possa essere una scelta buona per l’Italia.
Quando sono stati appesi i manifesti?
Una decina di giorni fa.
Prima della svolta governista, dunque?
Una decina di giorni fa.
Dicono che quei manifesti sono pagati coi fondi pubblici a disposizione del suo gruppo all’Europarlamento, Identità e democrazia. Per questo il simbolo di Id è più grande di quello della Lega. E dicono che servono a lanciarle la campagna elettorale per il comune di Milano, dove oggi è consigliera e dove si ricandiderà.
È una propaganda che pubblicizza il gruppo europeo. Non l’ho inventata io come tipologia di campagna comunicativa, è consentita e viene fatta anche da altri gruppi. La mia è fatta su Milano e provincia, anche in comuni che non andranno al voto.
L’eurodeputata Sardone dice di essere in riunione e si congeda dopo pochissimi minuti. Se qualcosa non è chiaro, possiamo chiamarla più tardi. Ma prima che lo facciamo, invia due messaggi, dimostrando che la giravolta di Salvini ha reso un po’ più europeista anche lei: “Noi diciamo da sempre che l’immigrazione va gestita e non subita – scrive -. Ci sono altri paesi europei che sono molto più rigidi di noi anche tra i paesi cosiddetti solidali, ci rifacciamo dunque alle regole europee che non prevedono di regolarizzare tutti gli immigrati, quanto piuttosto il contrario. Continuiamo a pensare che non si può lasciar sbarcare chiunque dove e quando vuole. In Europa lo ribadiamo da tempo e continueremo a farlo con serietà”. Mentre sui manifesti aggiunge: “Per quanto riguarda il vostro collegamento tra manifesti e amministrative, evidenzio che sono stati esposti a gennaio, dureranno qualche settimana e come è noto le comunali non si sa nemmeno quando saranno”.