“È questa l’idea geniale di Mario Draghi? Non l’aveva già detta la ministra Azzolina?”. Il giorno dopo la proposta del presidente del Consiglio incaricato di modificare il calendario scolastico allungando le lezioni in estate, emersa durante il secondo giro di consultazioni, sono i docenti i primi a ricordare la primogenitura dell’ipotesi ventilata dall’ex capo della Bce. Quando l’aveva detto la ministra M5s apriti cielo: immediatamente si erano schierati contro di lei la Lega di Matteo Salvini e tanti altri esponenti del centrodestra. Naturalmente avevano alzato le barricate anche le organizzazioni sindacali che pure in queste ore sono tornati a far sentire la loro voce. Ma se a ipotizzare un allungamento delle lezioni è Draghi, nessun partito si permette di sbuffare o di dire la sua. Lo stesso vale per l’ipotesi avanzata dal premier incaricato di usare i tamponi rapidi sugli studenti – di cui Azzolina aveva parlato a novembre scorso – e di vaccinare subito gli insegnanti. Cosa che in realtà è già ai nastri di partenza con l’arrivo delle prime dosi del siero prodotto da Astrazeneca.
Lezioni a giugno, Azzolina ne parlava due mesi fa – L’idea di tenere aperti gli istituti scolastici almeno fino a fine giugno è stata immaginata per la prima volta dalla ministra in carica il 6 dicembre scorso. “È una proposta che il ministero dell’Istruzione ha fatto alle Regioni in questi giorni”, disse Azzolina alla trasmissione L’Aria di domenica in onda su La7. “È possibile allungare il calendario se si sono perse delle lezioni. Si può pensare a giugno. Dobbiamo guardare alle strutture che abbiamo: ad agosto non si può fare scuola, a giugno sì”. Immediate le reazioni delle organizzazioni sindacali: “Non esiste. Sarebbe rinnegare il lavoro fatto a distanza. O si interrompono le lezioni in presenza o a distanza oppure ogni altra soluzione renderebbe vano il grande lavoro portato avanti da migliaia di insegnanti”, affermò il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico. Si tratta di “una proposta che offende la professionalità di tutti gli insegnanti impegnati ormai da mesi nella Didattica a distanza”, è stata la reazione di Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli insegnanti. “Un’idea inopportuna quella della ministra“, per la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi. “Ci sono scuole dove l’attività non si è mai interrotta, anzi, ci sono scuole in cui si è sempre lavorato tra mille difficoltà”.
Quando la Lega diceva: “È sbagliato” – Tutte prese di posizione prevedibili, visti i rapporti tesi da sempre tra Azzolina e i sindacati. Ma a scaraventarsi contro la ministra era stata anche la Lega, che oggi invece abbraccia Draghi “senza porre condizioni”. Il 19 dicembre scorso, dalle pagine del Sole24Ore, il deputato leghista Rossano Sasso, membro della commissione cultura della Camera dei Deputati disse: “Proporre di allungare il calendario scolastico è sbagliato, per numerosi motivi. In classe non ci sono condizionatori, le temperature sono elevate già a fine maggio, le classi sarebbero invivibili. Si causerebbe un danno al settore turistico, già attivo a metà giugno, con le famiglie bloccate nelle città. Si procurerebbe un danno agli stessi studenti che dopo mesi chiusi in casa dovrebbero invece poter riprendere a vivere all’aperto, praticare attività sportive, ludico-ricreative”. I docenti – sottolineava Sasso – “a scuola ci vanno comunque, anche d’estate, per attività di programmazione fino al 30 giugno, e per esami fino a fine luglio. Quindi se proprio vogliamo prendere seriamente in considerazione una ipotesi del genere, prima dotiamo ogni Istituto di impianti di aerazione, sanificazione e condizionamento dell’aria, poi ragioniamo sulle ore di didattica a distanza, e solo dopo facciamo proposte simili”.
La ministra: “Servono ristori formativi” – Un anno dopo la Lega sembra essersi scordata di questi problemi. Chissà che ne pensa anche l’assessora regionale all’Istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan, che a dicembre commentava così: “A questo punto però, mi piacerebbe che questo ministro dell’Istruzione e questo Governo la finissero di lanciare idee in modo così estemporaneo, creando solo confusione nelle famiglie e nel mondo della scuola. Le idee possono essere più o meno buone e condivisibili, ma la scuola ha bisogno di certezze e programmazione“. A onor del vero, nel corso del tempo la stessa ministra Azzolina ha cambiato idea. Un mese fa, intervenendo a Unomattina su Rai 1 ha spiegato: “Io non penso che si possa dire di recuperare d’estate, che cosa intendo dire: bisogna recuperare oggi. Uno degli errori più grandi che si fa è dire è più facile chiudere la scuola perché la scuola non ha bisogno di ristori. Se io chiudo un negozio, un negozio a fine serata sa bene cosa ha perso e questo è valutabile immediatamente. Con le scuole no. Allora sarò io adesso a chiedere i ristori, i ristori formativi perché io ho bisogno di fare immediatamente dei corsi di recupero per gli studenti che sono rimasti più indietro e che non solo gli studenti della scuola superiore, io ho anche bambini della scuola primaria che sono sì a scuola, ma ci sono territori in cui sono andati un po’ meno”.
I giornali allineati su Draghi – Ad accogliere in modo acritico la proposta di Draghi, come se fosse una novità assoluta, sono stati anche i principali quotidiani del Paese. Il Sole24Ore parla di “ricetta di Draghi”; per l’Avvenire è bastata questa ipotesi pronunciata durante le consultazioni per titolare “Draghi comincia dalla scuola”. Così il Domani che scrive “L’agenda di Draghi parte dalla scuola”. Nessuna obiezione o ragionamento sugli impegni che gli insegnanti hanno già tra giugno e luglio (gli esami di Stato), sul problema dell’edilizia scolastica e dei condizionatori. Sparita pure la questione del turismo e del danno agli studenti che hanno trascorso tutto l’anno in casa a fare didattica a distanza.
Tamponi e vaccini, perché non sono una novità – Ma non è tutto. Perché nel corso delle consultazioni il presidente del Consiglio incaricato ha avanzato anche altre proposte sulla scuola: da un lato vaccinare il prima possibile tutto il personale scolastico, dall’altro implementare i tamponi rapidi tra gli studenti. Per quanto riguarda la campagna di somministrazione, chi ora plaude a Draghi dimentica che gli insegnanti sono già tra le categorie considerate prioritarie dal governo. E proprio in queste ore sono state fatte le prime iniezioni, grazie all’arrivo di 249mila dosi prodotte da Astrazeneca che non possono essere date agli anziani. L’idea dei tamponi rapidi nelle classi, invece, risale a settembre 2020. “Se si scoprisse un bambino positivo al coronavirus, i test rapidi devono essere fatti nel modo più veloce possibile nelle Asl”, diceva Azzolina a Live-Non è la D’Urso quando ancora questo tipo di test diagnostico non era così diffuso. Un’ipotesi poi riproposta a novembre: “I test rapidi devono essere fatti nelle scuole perché tranquillizzano molto le famiglie, gli studenti e anche il nostro personale scolastico. Li chiediamo da tempo e so che il commissario Arcuri ne ha comprati in gran quantità e serve una buona organizzazione per farli anche nelle scuole”.
Scuola
Lezioni in estate, giornali e partiti esultano per la “ricetta Draghi” sulla scuola. Ma era già una proposta di Azzolina
"È possibile allungare il calendario se si sono perse delle lezioni. Si può pensare a giugno", aveva detto la ministra il 6 dicembre su La7. La Lega, che oggi è pronta a sostenere il premier incaricato, era totalmente contraria. Poi c'è il nodo vaccini: Draghi vuole dare la precedenza agli insegnanti. Ma nessuno fa notare che le prime iniezioni sono partite proprio in queste ore
“È questa l’idea geniale di Mario Draghi? Non l’aveva già detta la ministra Azzolina?”. Il giorno dopo la proposta del presidente del Consiglio incaricato di modificare il calendario scolastico allungando le lezioni in estate, emersa durante il secondo giro di consultazioni, sono i docenti i primi a ricordare la primogenitura dell’ipotesi ventilata dall’ex capo della Bce. Quando l’aveva detto la ministra M5s apriti cielo: immediatamente si erano schierati contro di lei la Lega di Matteo Salvini e tanti altri esponenti del centrodestra. Naturalmente avevano alzato le barricate anche le organizzazioni sindacali che pure in queste ore sono tornati a far sentire la loro voce. Ma se a ipotizzare un allungamento delle lezioni è Draghi, nessun partito si permette di sbuffare o di dire la sua. Lo stesso vale per l’ipotesi avanzata dal premier incaricato di usare i tamponi rapidi sugli studenti – di cui Azzolina aveva parlato a novembre scorso – e di vaccinare subito gli insegnanti. Cosa che in realtà è già ai nastri di partenza con l’arrivo delle prime dosi del siero prodotto da Astrazeneca.
Lezioni a giugno, Azzolina ne parlava due mesi fa – L’idea di tenere aperti gli istituti scolastici almeno fino a fine giugno è stata immaginata per la prima volta dalla ministra in carica il 6 dicembre scorso. “È una proposta che il ministero dell’Istruzione ha fatto alle Regioni in questi giorni”, disse Azzolina alla trasmissione L’Aria di domenica in onda su La7. “È possibile allungare il calendario se si sono perse delle lezioni. Si può pensare a giugno. Dobbiamo guardare alle strutture che abbiamo: ad agosto non si può fare scuola, a giugno sì”. Immediate le reazioni delle organizzazioni sindacali: “Non esiste. Sarebbe rinnegare il lavoro fatto a distanza. O si interrompono le lezioni in presenza o a distanza oppure ogni altra soluzione renderebbe vano il grande lavoro portato avanti da migliaia di insegnanti”, affermò il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico. Si tratta di “una proposta che offende la professionalità di tutti gli insegnanti impegnati ormai da mesi nella Didattica a distanza”, è stata la reazione di Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli insegnanti. “Un’idea inopportuna quella della ministra“, per la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi. “Ci sono scuole dove l’attività non si è mai interrotta, anzi, ci sono scuole in cui si è sempre lavorato tra mille difficoltà”.
Quando la Lega diceva: “È sbagliato” – Tutte prese di posizione prevedibili, visti i rapporti tesi da sempre tra Azzolina e i sindacati. Ma a scaraventarsi contro la ministra era stata anche la Lega, che oggi invece abbraccia Draghi “senza porre condizioni”. Il 19 dicembre scorso, dalle pagine del Sole24Ore, il deputato leghista Rossano Sasso, membro della commissione cultura della Camera dei Deputati disse: “Proporre di allungare il calendario scolastico è sbagliato, per numerosi motivi. In classe non ci sono condizionatori, le temperature sono elevate già a fine maggio, le classi sarebbero invivibili. Si causerebbe un danno al settore turistico, già attivo a metà giugno, con le famiglie bloccate nelle città. Si procurerebbe un danno agli stessi studenti che dopo mesi chiusi in casa dovrebbero invece poter riprendere a vivere all’aperto, praticare attività sportive, ludico-ricreative”. I docenti – sottolineava Sasso – “a scuola ci vanno comunque, anche d’estate, per attività di programmazione fino al 30 giugno, e per esami fino a fine luglio. Quindi se proprio vogliamo prendere seriamente in considerazione una ipotesi del genere, prima dotiamo ogni Istituto di impianti di aerazione, sanificazione e condizionamento dell’aria, poi ragioniamo sulle ore di didattica a distanza, e solo dopo facciamo proposte simili”.
La ministra: “Servono ristori formativi” – Un anno dopo la Lega sembra essersi scordata di questi problemi. Chissà che ne pensa anche l’assessora regionale all’Istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan, che a dicembre commentava così: “A questo punto però, mi piacerebbe che questo ministro dell’Istruzione e questo Governo la finissero di lanciare idee in modo così estemporaneo, creando solo confusione nelle famiglie e nel mondo della scuola. Le idee possono essere più o meno buone e condivisibili, ma la scuola ha bisogno di certezze e programmazione“. A onor del vero, nel corso del tempo la stessa ministra Azzolina ha cambiato idea. Un mese fa, intervenendo a Unomattina su Rai 1 ha spiegato: “Io non penso che si possa dire di recuperare d’estate, che cosa intendo dire: bisogna recuperare oggi. Uno degli errori più grandi che si fa è dire è più facile chiudere la scuola perché la scuola non ha bisogno di ristori. Se io chiudo un negozio, un negozio a fine serata sa bene cosa ha perso e questo è valutabile immediatamente. Con le scuole no. Allora sarò io adesso a chiedere i ristori, i ristori formativi perché io ho bisogno di fare immediatamente dei corsi di recupero per gli studenti che sono rimasti più indietro e che non solo gli studenti della scuola superiore, io ho anche bambini della scuola primaria che sono sì a scuola, ma ci sono territori in cui sono andati un po’ meno”.
I giornali allineati su Draghi – Ad accogliere in modo acritico la proposta di Draghi, come se fosse una novità assoluta, sono stati anche i principali quotidiani del Paese. Il Sole24Ore parla di “ricetta di Draghi”; per l’Avvenire è bastata questa ipotesi pronunciata durante le consultazioni per titolare “Draghi comincia dalla scuola”. Così il Domani che scrive “L’agenda di Draghi parte dalla scuola”. Nessuna obiezione o ragionamento sugli impegni che gli insegnanti hanno già tra giugno e luglio (gli esami di Stato), sul problema dell’edilizia scolastica e dei condizionatori. Sparita pure la questione del turismo e del danno agli studenti che hanno trascorso tutto l’anno in casa a fare didattica a distanza.
Tamponi e vaccini, perché non sono una novità – Ma non è tutto. Perché nel corso delle consultazioni il presidente del Consiglio incaricato ha avanzato anche altre proposte sulla scuola: da un lato vaccinare il prima possibile tutto il personale scolastico, dall’altro implementare i tamponi rapidi tra gli studenti. Per quanto riguarda la campagna di somministrazione, chi ora plaude a Draghi dimentica che gli insegnanti sono già tra le categorie considerate prioritarie dal governo. E proprio in queste ore sono state fatte le prime iniezioni, grazie all’arrivo di 249mila dosi prodotte da Astrazeneca che non possono essere date agli anziani. L’idea dei tamponi rapidi nelle classi, invece, risale a settembre 2020. “Se si scoprisse un bambino positivo al coronavirus, i test rapidi devono essere fatti nel modo più veloce possibile nelle Asl”, diceva Azzolina a Live-Non è la D’Urso quando ancora questo tipo di test diagnostico non era così diffuso. Un’ipotesi poi riproposta a novembre: “I test rapidi devono essere fatti nelle scuole perché tranquillizzano molto le famiglie, gli studenti e anche il nostro personale scolastico. Li chiediamo da tempo e so che il commissario Arcuri ne ha comprati in gran quantità e serve una buona organizzazione per farli anche nelle scuole”.
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Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Vogliamo essere gli architetti di una nuova democrazia. La grandissima preoccupazione, pensando al tema della geo cultura è che quando la politica si fa guidare dall’economia, diceva Adam Smith, diventa un problema democratico perché l’economia avrà sempre un interesse diverso dalla politica. Se la politica gestisce l’economia stiamo tutti bene. Ho paura del fatto che nelle mani di pochissime di persone c’è il potere economico, praticamente, di tutti, e che non si colga questo pericolo". Lo ha detto Walter Mauriello, presidente nazionale Meritocrazia Italia, oggi a Firenze, chiudendo il focus dedicato alla Geo cultura, in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“Meritocrazia Italia - spiega Mauriello - fa passi in avanti molto improntati in termini di qualità e sostanza, ma il leader deve essere un passo indietro rispetto agli altri, non tanto per umiltà, ma per osservare, vedere le qualità e metterle a servizio del gruppo. La politica che stiamo costruendo è attrattiva, vuole dare la possibilità al debole di parlare e al forte di mettersi in discussione, nel rispetto delle regole che evita manganelli e sanzioni e dà la possibilità di una vita equilibrata e felice. Sull’ambiente, ad esempio la geo cultura è stata distrutta dalla necessità di energia. Certo, non si esclude il nucleare, ma è importante sfruttare tutte le risorse, mentre continuiamo ad andare a prendere" energia in Paesi con petrolio "dove l'egemonia è di pochi. Insieme si può realizzare una grande opera. Questo vale anche per la giustizia”.
“Nel nostro cammino abbiamo incontrato tante persone di qualità - conclude Mauriello - La grande certezza è questo gruppo, di cui pensiamo sempre il prossimo step. Abbiamo da tempo interlocuzione diretta con il presidente della Repubblica, con il presidente del Consiglio” e Oltreoceano. "Abbiamo l’ambizione di essere noi stessi, per essere un vero cambiamento".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Nel 2025 focus su pacchi, risparmio postale, assicurazioni e offerta luce e gas. Sono le priorità di Poste Italiane, messe in fila dall’amministratore delegato, Matteo del Fante, intervistato da Tg Poste all’alba dei conti del gruppo, che ha chiusto il 2024 con numeri record e obiettivi futuri in rialzo. Ora, “rimaniamo focalizzati sulla logistica, in particolare sui pacchi” ma “resteranno importanti i prodotti di risparmio: quest’anno ricorre il 150° anniversario del libretto postale e il centenario del buono fruttifero. Stiamo studiando con Cassa Depositi e Prestiti delle emissioni per celebrare le soluzioni di risparmio più apprezzate dagli italiani, per un valore di 340 miliardi”; per quanto riguarda la protezione “sarà un anno molto positivo” e per “la nostra offerta di luce e gas il 2025 sarà storico perché ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere il milione di contratti. Al momento Poste Energia conta 700mila clienti, abbiamo ancora lavoro da fare”, ha riferito l’Ad. (Video)
“Questa azienda non produce beni fisici ma offre servizi. Se i nostri colleghi operativi e l’azienda tutta non collaborassero non si raggiungerebbero questi numeri. Quando si ottiene più di quello che ci si aspettava, significa che tutti i colleghi ci hanno messo passione ed è la cosa per noi più importante. Un grazie sulla base di risultati concreti”, ha aggiunto poi Del Fante, riferendosi ai 120mila dipendenti di Poste.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Rispetto al sistema geopolitico non riteniamo che sia assolutamente ragionevole togliere dal patto di stabilità la spesa per le armi. Noi pensiamo a una geopolitica che rimetta al centro l'uomo, rimetta al centro il welfare, rimetta al centro la salute. Questi sono temi che dovrebbero essere tolti dal patto di stabilità”. Lo ha detto Andrea Quartini, deputato M5S, nel suo intervento oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“L'Italia è l'incrocio di tantissime culture, di tantissime lingue, di tantissimi soggetti - argomenta Quartini - Questo rende l'Italia un paese assolutamente particolare. Noi siamo stati i migliori diplomatici del mondo, non a caso. Noi siamo un po' spagnoli, un po' greci, un po' africani, un po' arabi. Questa miscela è straordinaria. Ci può far comprendere quanto è importante il dialogo, quanto si può essere efficaci nella capacità di impostare dei negoziati di pace. Credo che questa forza che l'Italia può esprimere può anche riuscire a far ritornare molti giovani ad occuparsi di politica. E credo che questo sia un tema che ci riguarda nel senso anche di avvicinarsi alle strategie di Meritocrazia Italia. Credo che Movimento 5 Stelle e Meritocrazia Italia su questa linea abbiano molte cose da condividere”.
“Credo fermamente nell'idea di un'Europa che riesce a governare una transizione ecologica - aggiunge Quartini - Quindi, da questo punto di vista, credo ci siano degli aspetti che ci assimilano, che ci possono consentire un dialogo forte. Allo stesso tempo, credo che il tema della pace sia un tema assolutamente importante, rilevante. Sono tre anni che, diciamo, che dobbiamo arrivare a un momento di negoziazione e che probabilmente siamo davvero in ritardo e il prezzo pagato da tanti uomini in Ucraina sia un prezzo troppo alto e poteva essere evitato. Allo stesso tempo riteniamo che si debba farlo in un'ottica di credibilità”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "L'attualità internazionale impone una riflessione. Con determinazione dobbiamo rilanciare quello spirito europeo che l'Italia ha contribuito come Paese fondatore a creare. Dal 1957 i passi in avanti fatti sono stati straordinari, eccezionali, però ora è necessario uno scatto ulteriore. È centrale il tema della difesa, ma in questo ambito le posizioni sono ancora piuttosto articolate all'interno dell'Unione e non è un bene". Lo ha detto Alessandro Battilocchio, deputato Fi, partecipando oggi al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"L'Italia fu uno dei Paesi che prima ancora dei trattati di Roma nel 1954 con De Gasperi lanciò l'idea di una difesa comune - continua Battilocchio - Poi, proprio dalla Francia ci fu una grande frenata. Dopo il trattato di Lisbona sembrava che questo percorso si fosse riavviato con una serie di step previsti che dovranno portare ad una difesa comune, però anche in questo caso, pur in una contingenza difficile, legata alla pandemia, i passi in avanti sono stati assolutamente troppo flebili. Ora il tema è tornato prepotentemente d'attualità e io ritengo che sia importante che si sia aperto un dibattito. Le parole che arrivano da Oltreoceano rappresentano, in questo contesto, una spinta ad accelerare questa discussione".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".