In serata il voto finale a Bruxelles sul regolamento dei fondi post-Covid. Svolta del Carroccio dopo l'incontro con Mario Draghi per la nascita del nuovo esecutivo. Intanto aumentano le tensioni nel gruppo Identità e Democrazia (di cui il leghista Zanni è presidente). Furore (M5s): "Adesso basta scherzare con il fuoco"
La Lega voterà Sì al regolamento sul Recovery fund oggi in agenda al Parlamento europeo. Lo hanno annunciato in una nota l’eurodeputato Marco Campomenosi, capo delegazione a Bruxelles, e Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e democrazia di cui fa parte il Carroccio. Dopo l’apertura al governo di Mario Draghi, quindi, il partito di Matteo Salvini fa un’inversione a U rispetto alla linea dell’astensione seguita negli ultimi mesi. “Preso atto dell’impegno che non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, che la stagione dell’austerity è finalmente archiviata, che si ridiscuteranno i vecchi parametri lacrime e sangue e che si aprirà una stagione nuova per l’utilizzo dei fondi del Recovery, prendiamo l’occasione per riportare l’Italia protagonista“, si legge nel comunicato. “Voteremo a favore del Recovery Resilience Facility per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare”. Una svolta che in realtà era nell’aria, come aveva lasciato intendere lo stesso Salvini al termine del secondo incontro con Draghi: “Conte non aveva condiviso nulla con nessuno, un conto invece è essere protagonisti sul tema dei fondi da ricevere. Questo comporta un cambio di atteggiamento e fiducia della Lega”.
Le divisioni tra i sovranisti – Il Carroccio abbandona quindi clamorosamente la linea sinora seguita dal gruppo Identità e Democrazia, di cui ha anche la responsabilità della guida. Quando il documento sul Recovery fu votato in commissione, infatti, i sovranisti europei decisero di astenersi. Non è ancora chiaro se a questo punto Salvini deciderà di abbandonare i colleghi e magari tentare di confluire nel Ppe. Quel che è certo, però, è che le tensioni interne sono fortissime. Nelle scorse ore il presidente leghista del gruppo, Marco Zanni, ha risposto duramente alle critiche del leader dell’ultra-destra tedesca Jörg Meuthen contro il presidente incaricato Mario Draghi. “Questo – la replica piccata di Zanni – non è il momento delle polemiche, ma di lavorare per il bene dell’Italia e degli italiani. Se qualcuno all’estero critica il professor Draghi per aver difeso l’economia, il lavoro e la pace sociale europea – quindi anche italiana – e non solo gli interessi tedeschi, questa per noi non sarebbe un’accusa, ma un titolo di merito”. Chi guarda con favore alla svolta della Lega è invece Forza Italia: da Mariastella Gelmini ad Antonio Tajani, in tanti hanno chiesto al leader di “dare il suo via libera al Regolamento, perché è essenziale che nel 2021 arrivi la prima tranche del Recovery fund”.
Furore (M5s): “Basta scherzare” – A sottolineare le incongruenze del Carroccio è l’eurodeputato del M5S Mario Furore: “Abbiamo provato a citofonare alla Lega per sapere come votano sul Recovery Fund, ma non ha risposto nessuno. Adesso basta scherzare con il fuoco. Con 209 miliardi messi a disposizione per rilanciare l’economia dopo un anno di pandemia che ha messo in ginocchio famiglie e imprese, c’è ancora chi balbetta sul Recovery Fund”, dice. “A Fratelli d’Italia che si astiene – continua Furore – ricordiamo che non si vota sull’austerity e nemmeno sul Patto di Stabilità come loro vanno dicendo, quindi la loro posizione è incomprensibile e contraria agli interessi del nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle con coerenza e responsabilità sosterrà oggi questo strumento che cambia l’Italia e l’Europa”. “Per la prima volta nella storia europea c’è l’emissione di debito comune, c’è una condivisione del rischio tra gli Stati europei e ci sono finanziamenti a fondo perduto per gli Stati più in difficoltà. Il nostro è un sì convinto“, conclude.
Il dibattito in plenaria – Intanto i lavori in plenaria vanno avanti. E si moltiplicano gli appelli agli europarlamentari affinché votino a favore. In caso di via libera, ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis nel corso del suo intervento, “gli Stati membri potranno presentare ufficialmente i piani, in modo che il dispositivo diventi operativo a tutti gli effetti”. Entro venerdì è infatti prevista la firma dell’accordo da parte del Consiglio. “Se tutto dovesse andare bene, il regolamento dovrebbe poter entrare in vigore a febbraio, con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, il 18 febbraio“, ha aggiunto Dombrovskis. Il presidente del Ppe, Manfred Weber, si è detto ottimista: “La mia speranza è che la gente capisca che viviamo in un mondo globalizzato e che nessuno può governare un Paese come l’Italia o la Francia, la Spagna o la Germania, senza questo approccio: riforme costruttive e la volontà di dare contributi pro europei”. A una domanda sul cambiamento di linea della Lega di Matteo Salvini, risponde così: “Se ci sono persone disposte ad avere un comportamento costruttivo e pro-europeo, io come leader Ppe lo accoglierò sempre con favore. Questo vale per tutti”, conclude Weber. Durante il dibattito in plenaria, però, l’eurodeputato Peter Kofod (che fa parte dello stesso gruppo del Carroccio) ha continuato ad attaccare il Recovery: “Parliamo di svariate centinaia di miliardi di euro e la metà di questi andranno al Sud dell’Europa. Paesi in cui le cose funzionano, dovranno pagare il debito per quei Paesi in cui funzionano meno“.