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Ungheria, tolta la licenza alla principale radio del Paese critica nei confronti di Orban: “Decisione vergognosa e codarda”

Il tribunale ha rigettato il ricorso di Klubradio dopo l'annunciato ritiro della licenza da parte dell’Autorità sui media Nmhh per "violazione delle regole". La radio dovrà interrompere le proprie trasmissioni alla mezzanotte del 14 febbraio e potrà sopravvivere solo su Internet

La decisione era annunciata, ma oggi è arrivata l’ufficialità: la principale stazione radio indipendente ungherese Klubradio ha perso il ricorso in appello per mantenere la licenza dopo che l’Autorità sui media Nmhh ha accusato l’emittente di aver “violato le regole”. L’emittente potrà quindi sopravvivere solo come web radio, ma ciò che più importa ai responsabili e ai radioascoltatori è che con questa decisione viene eliminata dal panorama mediatico ungherese un’altra testata indipendente e critica nei confronti del governo di Viktor Orban. “La decisione, sebbene prevista, è stata vergognosa e codarda”, ha dichiarato Andras Arato, direttore di Klubradio.

La stazione radio ha ricevuto la notizia sul mancato rinnovo della licenza, che scadrà il 15 febbraio, a settembre. Questo ha fatto sì che le frequenze radio fino a oggi occupate da Klubradio tornassero disponibili, aprendo una gara per le varie emittenti interessate a ottenerle. Una concorrenza che potrebbe costare alla radio il trasferimento online.

Non è la prima volta che l’ultima emittente critica nei confronti del primo ministro Orban viene colpita dalle decisioni dell’Autorità. Qualche anno fa aveva già perso le sue licenze radiofoniche nazionali e ha dovuto combattere una serie di battaglie legali per rimanere in onda nella sola area di Budapest, operando con licenze a breve termine che hanno reso difficile attirare gli inserzionisti pubblicitari. Decisioni che Arato, già all’epoca, aveva però definito ingiustificate: “Se avessimo infranto una legge importante avrebbero imposto gravi sanzioni, ma non l’hanno fatto”.

La fine ormai inevitabile di Kulbradio, che dovrà interrompere le proprie trasmissioni alla mezzanotte del 14 febbraio, è solo l’ultimo episodio di una campagna di silenziamento che ha colpito diverse testate giornalistiche critiche nei confronti dell’esecutivo. A luglio, dopo l’acquisizione di un’importante quota dell’agenzia pubblicitaria della testata Index.hu da parte di un imprenditore vicino al premier magiaro, il direttore aveva denunciato il pericolo per l’interferenza sulla linea editoriale del giornale. Poco dopo è stato licenziato. Tornando indietro nel tempo, nel 2016 Nepszabadsag, il più grande quotidiano di notizie dell’opposizione del Paese, è stato chiuso dopo essere stato acquistato dalla Vienna Capital Partners. Senza dimenticare, inoltre, le leggi-bavaglio promosse dal governo che hanno messo paletti più stringenti all’operato delle testate giornalistiche e ai programmi radio e tv nel Paese.