Dopo l’opzione di 50 milioni di dosi di vaccino che saranno sviluppate contro le varianti, il Regno Unito ha deciso di intensificare i controlli per impedire l’ingresso di altre mutazioni del virus. E così è stata decisa la moltiplicazione dei test anti Covid a tre per chi arriva su suolo britannico: uno prima della partenza e due durante la quarantena cautelare all’arrivo. Una procedura imposta da lunedì 15 dal governo a tutti i viaggiatori da qualunque Paese al mondo permetterà, in caso di esito positivo, di eseguire controlli sul genoma di ciascuno di loro: in modo tale da individuare eventuali contagi con varianti del virus.
Il ministro della Sanità, Matt Hancock, illustrando l’ulteriore giro di vite ai confini, interpellato sulla possibilità di arrivare ad allargare gli esami sul genoma a tutti i casi di test positivo, inclusi quelli censiti all’interno del Paese, ha poi spiegato che questo si potrà fare solo quando i contagi caleranno e i test genomici – già raddoppiati nell’ultimo periodo nel Regno, e portati a un totale record a livello mondiale – potranno essere ulteriormente incrementati. “Non siamo ancora a questo punto”, ha precisato. Il rafforzamento delle misure preventive sui viaggi – ha rimarcato il ministro, non senza ribadire che qualunque spostamento non giustificato, per esempio per vacanza, resta al momento “illegale” in regime di lockdown – mira a proteggere il Paese dal rischio varianti, mentre è in corso una campagna di vaccinazioni che continua ad accelerare: con oltre 12,2 milioni di persone già vaccinate con la prima dose, oltre il 90% degli ultra 75enni coperti fra i più vulnerabili, quasi l’80% degli over 70 e circa il 93% degli aventi titolo fra gli ospiti delle case di riposo.