La memoria depositata dal legale della ragazza per esporre al Tribunale del Riesame le circostanze per le quali si ritiene sussistere il pericolo di reiterazione del reato. Intanto, dopo il ritrovamento della salma della madre, oggi non hanno dato esito le ricerche del corpo di Peter Neumair nel punto indacato dall'ecoscandaglio
Madè Neumair teme per la sua incolumità nel caso in cui il fratello Benno dovesse essere scarcerato. La figlia della coppia di Bolzano, Peter Neumair e Laura Perselli, ha sottolineato le proprie paure nella memoria depositata dal suo legale Carlo Bertacchi sabato mattina per esporre al Tribunale del Riesame le circostanze per le quali si ritiene sussistere il pericolo di reiterazione del reato ai danni proprio della sorella dell’unico indagato per l’omicidio e l’occultamento dei cadaveri. Già nei giorni scorsi erano emerse le preoccupazione che aveva la madre Laura Perselli rispetto ai comportamenti del figlio. Timori racconti alle sue confidenti e ribaditi anche alla figlia Madè, a cui aveva detto: “Non litigare mai con lui quando sei sola”.
Secondo la Procura, Peter Neumair e Laura Perselli sono stati uccisi la sera del 4 gennaio scorso – il giorno in cui sono scomparsi – dal loro figlio Benno. Il 30enne, è la ricostruzione di chi indaga, ha poi gettato i loro corpi nel fiume Adige da un ponte in località Vadena, poco a sud di Bolzano. Sabato scorso i vigili del fuoco sono riusciti a recuperare la salma della madre, mentre ieri (martedì) l’ecoscandaglio ha rilevato sul fondale una sagoma che potrebbe corrispondere al corpo di Peter Neumair. I sommozzatori in mattinata sono riscesi nel fiume nel punto ‘sospetto’, ma la visibilità sott’acqua è estremamente limitata e hanno dovuto tastare il fondale centimetro per centimetro, senza trovare traccia del corpo. Nel pomeriggio le ricerche sono state nuovamente sospese. Intanto, è attesa nelle prossime ore la decisione del tribunale del riesame in merito alla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Benno Neumair.