L'intenzione è quella di attingere dalle riserve in mano ad alcuni intermediari, una strategia che piace anche al governatore friulano, anche lui leghista, Massimiliano Fredriga. "La trattativa è in corso. Per chiudere potrebbe essere questione di giorni. Nel negoziato si è fatto un passo in avanti e questo ci dà responsabilità sul piano della legalità, della sostenibilità e delle autorizzazioni", ha detto Zaia
“Certe parole sono dettate solo da odio personale. Basta agitare un drappo rosso e tutti giù a criticare. Qualcuno dovrebbe spiegare ai veneti, e allora gli daremmo il premio Nobel, perché è sbagliato cercare vaccini per i veneti”. Il governatore Luca Zaia deve far fronte a distinguo e malumori rispetto all’ipotesi che la Regione Veneto acquisti, attraverso propri canali, i vaccini anti-Covid. L’ultimo è stato l’avviso del ministero della Salute che ha invitato la Lombardia al rispetto del piano nazionale. Ma anche la Cgil ha denunciato quella che ha definito “una fuga in avanti”. Per non parlare di Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Pd, secondo cui si tratterebbe di “sparate a effetto e demagogiche per finire sui giornali”, perché “è evidente che la Regione, se vuole comperare in proprio, è destinata a pagare un prezzo maggiore rispetto a quello strappato dall’Unione europea e se ci sono imprenditori volenterosi ben vengano. Ma perché dovrebbero fare una donazione alla Regione per comprare un prodotto identico a quello fornito dall’Ue, ma a un costo cinque volte superiore?”.
L’idea di fare da sé, Zaia l’aveva già lanciata a giugno: “Se l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ci autorizza, metteremo i veneti in condizione di vaccinarsi”. Adesso ha dichiarato di essere pronto a comperare un milione di dosi. Subito si è messo in scia anche il governatore friulano Massimiliano Fedriga, pure lui leghista.
Zaia ha dichiarato: “È interessata anche la Regione Emilia-Romagna. La trattativa è in corso. Per chiudere potrebbe essere questione di giorni. Nel negoziato si è fatto un passo in avanti e questo ci dà responsabilità sul piano della legalità, della sostenibilità e delle autorizzazioni. Il direttore generale Luciano Flor ha un mandato chiaro, il percorso deve essere tracciato nella limpidezza e nella legalità. Se poi tutto questo si tradurrà in un camion di vaccini, non sono in grado di affermarlo adesso. Ma non accetto che qualcuno dica che è una farsa. È molto, molto più di qualche scatolone, parliamo di milioni di dosi”. Ma a quali condizioni? “Sembra che ci sia sul mercato una quota non destinata agli Stati, ma in mano a intermediari. E non intendo faccendieri. Se il camion va nella casa madre a caricare direttamente i vaccini, allora ci sono garanzie di tracciabilità”. Replica a chi critica: “Ma che fuga in avanti? È il mio mestiere procurare i vaccini per i veneti. Abbiamo gli anziani che ci chiamano piangendo e chiedendoci di farlo”.
Intanto si muove anche il Friuli. Il governatore Fedriga ha dichiarato: “Preferirei pagare di più le dosi del vaccino e averle prima e in grandi quantità. Ciò permetterebbe alla Regione di far ripartire l’economia, di evitare nuove chiusure e di mettere la popolazione in sicurezza più in fretta. Ogni chiusura causata dal virus costa miliardi”. Quindi si sta andando alla ricerca di dosi extra sul mercato libero, al di fuori dei contratti Ue. C’è molta cautela, anche perché in primavera gli acquisti di mascherine si rivelarono un buco nell’acqua e le forniture promesse furono dirottate altrove. E poi ci sono i costi, che in Friuli vengono valutati fino a quattro volte superiori a quelli ufficiali dell’Unione Europea.