Il fotografo nel 2016 aveva insultato l'esponente di Forza Italia per una discussione sulla maternità surrogata. "Non ritiro una parola di quello che ho detto: se per dire quello che pensi devi pagare, io pago. I soldi servono a dire la verità" ha detto Toscani
Il celebre fotografo Oliviero Toscani è stato condannato dal Tribunale Civile di Roma a pagare una multa di 15 mila euro per le espressioni utilizzate, nel 2016, nei confronti di Maurizio Gasparri durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara” condotta da Giuseppe Cruciani. Il fotografo aveva insultato l’onorevole dopo una discussione sull’utero in affitto, ricordando l’esempio di Elton John. “Gasparri – incalza Toscani – in quella discussione sulle donne, l’aborto, la maternità surrogata, l’omosessualità, disse la loro solita ‘verità’, e io mi incazzai perché era fuori dal mondo“, ricorda.
L’esponente di Forza Italia, nel corso della trasmissione aveva manifestato la propria avversione ad ogni ipotesi di maternità surrogata, dicendo che “quello che Elton John ha fatto è uno schifo. È una vergogna… con l’utero in affitto si arriva facilmente all’eugenetica e al nazismo… quello che ha fatto è l’egoismo di un ricco arrogante che ha sfruttato la disperazione del prossimo… Elton John è un grande artista, se viene a Sanremo, si limiti a cantare e non faccia il guru dell’utero in affitto”.
Alla richiesta di commentare quanto affermato da Gasparri a proposito della paternità di Elton John, Toscani aveva detto “chi poteva dire una cazzata del genere se non lui” e “neanche all’avanspettacolo degli anni ‘50 c’era gente così retrograda. Forse a qualcuno di quel posto lì… al Cottolengo, guarda lo sguardo”. E invitato a chiarire se intendesse paragonare il senatore ad una persona con ritardi mentali aveva aggiunto ancora “sì totalmente, tra l’altro non vorrei insultare i ritardati”… ma dai dice una cazzata dietro l’altra”. Infine il fotografo aveva aggiunto :“no… non mi fa schifo… lui dimostra… vuole fare schifo”, aggiungendo che quando si guarda in faccia la mattina vomita.
“Se Toscani si fosse limitato a controbattere, anche in termini duri e taglienti, l’opinione in precedenza espressa da Gasparri sul tema della maternità surrogata e sul progetto familiare del cantante Elton John – scrive il giudice Cecilia Pratesi nella sentenza – la sua condotta non sarebbe in alcun modo censurabile in questa sede, e anche le coloriture del suo linguaggio sarebbero risultate pienamente consone all’ambito in cui è avvenuta l’esternazione. Tuttavia, dopo aver legittimamente definito come retrogrado il pensiero espresso da Gasparri, limitandosi sin qui a manifestare il proprio dissenso si è poi spinto oltre aggiungendo apprezzamenti sulla persona del suo antagonista, definito come persona che ‘vuole fare schifo’ che ‘quando si guarda in faccia la mattina vomita’, accostato a persone affette da ritardo mentale, con riferimento anche al suo aspetto fisico, apostrofato come persona ‘che dice una cazzata dietro l’altra’”.
Secondo il magistrato “si tratta dunque di attacchi diretti all’individuo, che non presentano più attinenza effettiva con il tema controverso, ovvero la diversità di vedute tra i due protagonisti in merito alla delicata questione della maternità surrogata”. Ma Oliviero Toscani resta della sua idea: “Difendo alcuni principi sociali e umani che saranno quelli del futuro, e mi oppongo alle vecchie mentalità conservatrici e bigotte. Questo conta: tutti quelli che hanno portato avanti lo sviluppo sociale hanno pagato, in un modo nell’altro. Quindi pago, ma ho detto quello che penso e continuo a pensarla allo stesso modo“, argomenta il noto fotografo. Che aggiunge: “Sicuramente, non ho cambiato idea per le cose che ho sentito da Gasparri”. “Adesso sono tutti ‘draghisti’ i nostri politici, ma il mestiere della politica è l’unico dove anche se sei mediocre fai carriera, speriamo Draghi porti l’eccellenza”, aggiunge Toscani, che conclude poi con una considerazione sui contenuti della discussione che ha dato luogo alla sentenza: “Il tempo mi darà sicuramente ragione. Me lo sta già dando adesso, dopo due anni”.