Nella categoria dove le produzioni italiane hanno trionfato undici volte (record assoluto che batte al filo di lana la Francia e di gran lunga tutte le altri nazioni) sono 15 i film entrati in shortlist su 93 presentati ad inizio autunno 2020
Per l’Italia e Gianfranco Rosi alla notte degli Oscar 2021 c’è una notizia buona e una notizia cattiva. Da quale vogliamo iniziare? Iniziamo da quella cattiva: Notturno, l’ultimo documentario di Rosi, presentato allo scorso Festival di Venezia, non è riuscito a conquistare la shortlist nella categoria del Miglior Film Straniero. La buona: Notturno è nella shortlist per il Miglior Documentario grazie comunque ad un buon lavoro effettuato dal distributore newyorchese Neon. Nella categoria “film straniero” dove le produzioni italiane hanno trionfato undici volte (record assoluto che batte al filo di lana la Francia e di gran lunga tutte le altri nazioni) sono 15 i film entrati in shortlist su 93 presentati ad inizio autunno 2020. Prima di elencarli tutti va detto che diverse testate del settore hanno già messo le mani avanti: questo Oscar se lo giocano la Russia, quindi Andrei Konchalovskj con Cari compagni! e la Danimarca con Another Round di Thomas Vinterberg.
Altri titoli possibili sono quelli della Bosnia Erzegovina con Quo Vadis, Aida? di Jasmila Zbanic e della Tunisia con The man who sold is skin di Kaouther Ben Hania. Se per Konchalovskj e Zbanic potrebbe risultare favorevole l’approccio politico da film storico su fatti recenti – il secondo sul massacro di Srebrenica e il primo su un misconosciuto atto di violenta repressione del dissenso operaio nella Russia dei primi anni sessanta – la comedy drama sui presunti benefici dell’alcolismo di Vinterberg più giocarsi la carta della star internazionale (Mads Mikkelsen), mentre il film tunisino potrebbe giocarsela più sull’elemento della provocazione concettuale ed etica nel mondo dell’arte contemporanea (un uomo che vende se stesso, anzi la sua pelle ad un’artista per poter espatriare dalla Siria).
Insomma il quartetto dei pretendenti all’Oscar è in fermento e da lì dovrebbe uscire il vincitore. Sempre che Two of Us, il bellissimo e struggente film dell’italiano Filippo Meneghetti (la produzione e la bandiera sono però quelle francesi) non sorprenda all’ultimo istante qualche esitante membro dell’Academy grazie alla sua riuscita ed intimista storia di due anziane signore vicine di casa che si amano nel tempo oltre gli sguardi degli ignari vicini, dei restii familiari e soprattutto di un incombente e paralizzante malattia.
La quindicina di film stranieri in lizza è comunque ben amalgamata a livello di presenze continentali. Segnaliamo infatti che l’Africa oltre alla Tunisia è presente con la Costa d’Avorio e con un film davvero interessante, impregnato di una sinistra ritualità carceraria, come Night of the kings (il regista è Philippe Lacote); mentre c’è il pieno di Centro e Sud America (tre titoli) e ricompare l’oramai anziana Agnieszka Holland per la Repubblica Ceca con Charlatan, storia di Jan Mikolasek, celebre guaritore con rimedi vegetali di centinaia di malati anche gravi che venne arrestato dal regime comunista ceco e poi trovato morto avvelenato.