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Recovery, Eurocamera approva il regolamento. Gentiloni: “Passo storico per tutti gli europei”. Il ‘sì’ della Lega spacca il fronte sovranista

"Mentre i vaccini ci aiutano a uscire dalla crisi sanitaria, la Recovery and Resilience Facility porterà 672,5 miliardi di euro per sostenere l’uscita dalla crisi economica di persone, imprese e comunità", ha commentato soddisfatta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen

Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza le regole che governano il Recovery and Resilience Facility del programma Next Generation Eu messo in campo dall’Unione europea per il contrasto alle conseguenze della pandemia di coronavirus nei vari Paesi Ue. Il testo sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso al dispositivo europeo ha ricevuto il via libera di 582 europarlamentari. Contrari 40 deputati europei, mentre sono state 69 le astensioni. A favore anche la Lega, come annunciato ieri dall’eurodeputato Marco Campomenosi, capo delegazione leghista a Bruxelles, e Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e democrazia di cui fa parte il Carroccio, che con il suo ‘sì’ spacca il fronte dei sovranisti a Bruxelles.

Il gruppo di Identità e democrazia (Id) si è spaccato in tre tronconi tra i tedeschi di Alternative für Deutschland che hanno votato contro e i francesi del Rassemblement National di Marine Le Pen che si sono astenuti. Divisi anche i conservatori di Ecr, con Fratelli d’Italia che si è astenuta. Il Carroccio ha votato a favore come le delegazioni del Pd, M5S, Forza Italia e Italia Viva, come annunciato ieri. Favorevole tutto il Ppe, S&D, Renew Europe, Verdi e parte della sinistra Gue.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha espresso soddisfazione per il voto della plenaria: “Accolgo con favore il voto del Parlamento su Recovery and Resilience Facility, il cuore di Next Generation Eu – ha scritto su Twitter – Mentre i vaccini ci aiutano a uscire dalla crisi sanitaria, la Recovery and Resilience Facility porterà 672,5 miliardi di euro per sostenere l’uscita dalla crisi economica di persone, imprese e comunità”. Con il meccanismo si “investirà nel rendere l’Europa più verde, più digitale, più resiliente, a vantaggio di tutti a lungo termine”, ha aggiunto. Il commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, parla di “passo storico”, una “opportunità unica da cogliere per cambiare le nostre economie per il bene di tutti i cittadini europei”.

Il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, ha commentato dicendo che “l’Ue non si ferma e il via libera del Parlamento Ue al Recovery and Resilience Facility è un’altra decisione storica per guidare la ripresa. Questa è l’Europa che corre nella direzione giusta, con soluzioni in forte discontinuità col passato e capace di sostenere i cittadini e la loro vita consentendo agli Stati di avere risorse per programmare il loro futuro. Ora la parola passa agli Stati membri per far partire il Next Generation Ue. Ci attendiamo che i parlamenti accelerino la ratifica dell’aumento delle risorse proprie dell’Unione, essenziale per emettere bond e finanziare la ripresa. Non c’è tempo da perdere e ogni ritardo sarebbe un danno enorme a cittadini e imprese”.

In un’intervista ad Avvenire, Matteo Salvini è intervenuto sui motivi del ‘sì’ alle regole europee sul recovery: “Siamo in Europa per cambiare alcune regole europee, che anche il professor Draghi ha ammesso non funzionano, non per cambiare gruppi”. Mentre Zanni, che nella nota congiunta di ieri aveva spiegato che l’approvazione leghista era legata alla volontà di “dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare”, ha spiegato al Corriere che “il presidente incaricato Draghi ha allontanato il rischio di nuove richieste di austerità e di politiche europee agganciate a regole vecchie. E siamo rassicurati dall’autorevolezza della sua voce in Europa. Credo che questo governo possa diventare un caposaldo degli interessi italiani a Bruxelles“.

Con il voto favorevole si è così dato il via libera al regolamento su obiettivi, finanziamento e regole di accesso al Rrf: 672,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti che saranno messi a disposizione per finanziare misure nazionali intese ad alleviare le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Il dispositivo potrà finanziare anche dei progetti collegati, iniziati dal 1° febbraio 2020. I finanziamenti saranno disponibili per tre anni e i governi dell’Ue possono richiedere fino al 13% di prefinanziamento. Una volta che anche il Consiglio avrà approvato formalmente il regolamento, questo entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.