Dopo aver lavorato per rappresentare e prevedere da New Rochelle la diffusione del Covid 19 in Italia, i ricercatori del Politecnico di Torino e della New York University adesso passano allo step successivo. Il team ha infatti promesso di realizzare un modello per ottimizzare al meglio la campagna vaccinale, valutando diverse strategie. Anche alla luce dei problemi recentemente emersi con le forniture.

I risultati del precedente modello, base di partenza per quello futuro, sono già stati pubblicati sul Journal of the Royal society interface e portano la firma di Maurizio Porfiri e Alessandro Rizzo del Dipartimento di elettronica e telecomunicazioni del Politecnico di Torino e direttori del Dynamical systems laboratory della New York University Tandon school of engineering, del dottorando Francesco Parino e di Lorenzo Zino, ex dottorando e adesso ricercatore post-dottorale presso la University of Groningen, nei Paesi Bassi.

In questo lavoro, il risultato principale evidenziato dai ricercatori è che, mentre le limitazioni all’attività sociale ed economica hanno sempre un effetto rilevante sulla riduzione della propagazione dell’epidemia, le limitazioni agli spostamenti e ai viaggi hanno un effetto considerevole solo se applicate nelle prime fasi di diffusione del virus, cioè quando è presente un basso numero di casi. Se applicate in ritardo, secondo i ricercatori, le restrizioni agli spostamenti diventano inefficaci. E in alcuni casi addirittura controproducenti.

Inoltre, come evidenziato dal modello, le politiche di lockdown selettivo su alcuni strati della popolazione, come ad esempio l’isolamento degli anziani, non sembrano avere una grande efficacia per bloccare la diffusione dell’epidemia. Inoltre, gli autori si sono serviti del modello anche per effettuare uno studio sulle riaperture. Ne è emerso che la gradualità del ripristino delle relazioni sociali è fondamentale per scongiurare ondate successive, mentre il timing delle riaperture per viaggi e spostamenti non è critico. Anzi, la ripresa degli spostamenti può essere effettuata anche in maniera netta, anche perché farlo con gradualità influisce marginalmente sulla diffusione della Covid-19.

Lo studio italo-americano, applicato all’Italia su base provinciale, ha incluso le caratteristiche salienti del comportamento umano, insieme a una rappresentazione realistica della demografia della popolazione e degli spostamenti, sia dei flussi pendolari, sia di quelli più a lunga distanza e durata. Nonostante il modello sia molto accurato, per garantire la privacy individuale il lavoro dei ricercatori si è potuto basare soltanto sullo studio di dati aggregati a livello provinciale di facile reperimento, senza poter fare affidamento su specifici dispositivi di tracciamento delle attività individuali.

Lo studio

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