È morto Larry Flynt, il controverso editore che ha fondato la rivista a luci rosse Hustler. Aveva 78 anni. A dare la notizia della sua scomparsa è stata la figlia Theresa Flynt, che ha confermato a NBC News che è deceduto mercoledì mattina all’ospedale Cedars Sinai di Los Angeles. Paralizzato dalla vita in giù a causa di un tentato omicidio nel 1978, Flynt è morto per problemi cardiaci.
Negli anni ’70 aveva fondato Hustler, un’estensione sulla carta stampata del suo omonimo club per adulti che presentava hostess nude, ma il “re del porno” si era fatto conoscere anche per una serie di battaglie legali ispirate alla difesa della libertà di espressione, intendendo per questo anche la pornografia. Era stato spesso ai ferri corti con la destra religiosa e una volta aveva fatto causa al televangelista Jerry Falwell in un caso arrivato fino alla Corte Suprema.
Quattro anni fa, dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, aveva lanciato la sua ultima sfida: aveva offerto 10 milioni di dollari “in contanti” a chi avesse fornito prove sufficienti per avviare la procedura di impeachment e cacciare il presidente dallo Studio Ovale. Convinto sostenitore e finanziatore dei democratici, il miliardario editore non era nuovo ad iniziative clamorose. Come quando nel 1998 scese in campo in difesa di Bill Clinton, travolto dallo scandalo di Monica Lewinsky, e offrì soldi a chi avesse svelato storie di tradimenti dei leader repubblicani. Ne fece le spese un senatore. Poi nel 2011 prese le parti di Anthony Weiner, il marito dell’assistente personale di Hillary Clinton costretto a dimettersi dal Congresso per le foto hard inviate a minorenni. Flynt gli offrì un posto di lavoro nel suo impero a luci rosse con un salario più alto di quello di parlamentare.