Niente Carnevale, c’è il Covid. Nella giornata clou del Giovedì Grasso basta guardarsi attorno tra vie e piazze delle città in zona gialla (quasi tutte) e non sembra nemmeno essere carnevale. Tra le tante vittime illustri del ritrovo in pubblico causate dal Coronavirus c’è anche la tradizionale ricorrenza delle sfilate mascherate che il nostro febbraio cela come un piccolo sberleffo all’inverno che sta per concludersi. Certo, in queste ore a Venezia non sono mancate alcune brevi ed estemporanee sfilate di maschere, ma nulla a che vedere con le adunate oceaniche di turisti provenienti da tutto il mondo.
Il calcolo del giovedì (e del martedì) grasso come molti sanno è legato a quando cade la Pasqua, o meglio il mercoledì delle ceneri. Intanto va presa la data della Pasqua (quest’anno il 4 aprile) vanno sottratti 40 giorni (senza domeniche) ed ecco sbucare il mercoledì delle ceneri (quest’anno il 17 febbraio). Così il martedì precedente (quest’anno il 16 febbraio) sarà Martedì Grasso, e a scalare il Giovedì Grasso sarà il giovedì precedente (appunto, quest’anno l’11 febbraio).
Per la religione cattolica il Mercoledì delle ceneri è l’inizio del periodo di penitenza e digiuno, quindi tra giovedì e martedì grasso ci si può ingozzare quanto si vuole, proprio tenendo come giorno supremo dell’abbuffata i Martedì Grasso. Quindi, certo, niente sfilate mascherate, ma nessuno ha ancora vietato di mangiarsi sfrappole, frittelle, chiacchiere e castagnole.