L’indice di fiducia di Mario Draghi alla vigilia della nascita del suo governo è del 62 per cento. E’ il dato fissato da Euromedia Research in un sondaggio per La Stampa. Il dato è frutto di un sostegno quasi plebiscitario nel centrosinistra (94 per cento) e in particolare nel Pd (85), anche se il picco più alto è raggiunto tra gli elettori di Italia Viva, convinti che l’operazione che ha portato l’ex presidente della Bce alla soglia di Palazzo Chigi sia merito del loro leader Matteo Renzi. Nel centrodestra il tasso di fiducia di Draghi si abbassa un po’ ma disegna comunque un’ampia maggioranza: il 66 per cento nell’elettorato di Forza Italia, il 64 in quello di Fratelli d’Italia (che come noto resterà all’opposizione) e il 60 in quello della Lega (che invece a sorpresa farà parte della mega-maggioranza parlamentare che sulla carta sosterrà il nuovo premier). Il dato che abbassa non di poco la media è quello della fiducia dei votanti dei Cinquestelle: 44,9 per cento. Tuttavia l’indice di fiducia dell’opinione pubblica è aumentato in particolare negli ultimi 3 mesi e va detto anche che è anche il periodo in cui il nome dell’ex governatore è rimbalzato più sui giornali: dal 10 novembre l’impennata di Draghi lo ha portato dal 33,8 per cento di fiducia al 62.
La figura di Draghi è stata affiancata a quella di Mario Monti, l’ultimo presidente del Consiglio tecnico che giurò al Quirinale poco meno di 10 anni fa. E in effetti, ricorda la direttrice di Euromedia Alessandra Ghisleri nel pezzo di accompagnamento al sondaggio, gli indici di fiducia per Monti furono simili: all’inizio del governo erano al 64, tre mesi dopo al 54, 8 mesi dopo al 38, valore su cui il senatore a vita si mantenne fino alla fine del suo mandato di governo. Cifre che possono insegnare qualcosa a Draghi, ammesso che gli interessi.
Per contro sempre secondo Euromedia l’opinione pubblica non vede un’associazione diretta tra i due professori: per il 62 per cento Draghi non c’entra con Monti (risponde sì il 29 scarso). Anche in questo caso l’unico elettorato combattuto è quello del M5s: il 48 per cento pensa che il parallelo tra i due non esista, il 43 ritiene di sì. Tra gli elettorati degli altri partiti la quota più alta di correlazione tra Monti e Draghi è in quello della Lega: uno su 3 pensa che i due tecnici siano molto simili. Salvini è avvertito.