I vaccini contro il Covid continuano ad arrivare a ritmi più bassi rispetto a quelli auspicati, ma con il proseguire delle vaccinazioni aumenta anche il rischio di sprecare le dosi a disposizione. L’avvertimento arriva da Israele, il Paese che ad oggi ha effettuato più vaccinazioni in rapporto alla popolazione: man mano che la campagna viene estesa a fasce più ampie della popolazione, circa l’8-10% delle persone che hanno prenotato una dose poi non si presenta all’appuntamento. La stampa americana scrive che la stessa proporzione è stata riscontrata anche a Los Angeles, dove da giorni centinaia di giovani si mettono in coda fuori dai centri vaccinali per ricevere quel 10% di dosi che altrimenti andrebbero buttate. Una volta scongelate e diluite, infatti, le dosi di Pfizer e Moderna hanno una “vita” di 6 ore: poi finiscono tra i rifiuti speciali. In Italia, la Regione Lazio ha messo a punto un sistema di chiamata last minute, proprio per evitare gli sprechi: da lunedì, quando è partita la vaccinazione degli over 80, ogni giorno alle 18 le dosi non inoculate vengono affidate alle Uscar, che procedono con le somministrazioni a domicilio agli ultra 80enni non autosufficienti.
Il sistema del Lazio, spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, si basa proprio sui consigli arrivati da Israele: “Abbiamo parlato in videoconferenza con i responsabili della campagna di vaccinazione israeliana, che ci hanno fatto presente il problema di chi non si presenta agli appuntamenti e i conseguenti sprechi”. Il protocollo della Regione è stato denominato “panchina“, perché viene creata dalle Asl una vera e propria lista di riserva, pronta a essere utilizzata in serata, quando diventa chiaro il numero di dosi che altrimenti andrebbe sprecato. Per il momento di questa lista fanno parte i circa 10mila over 80 che per varie ragioni dovrebbero comunque ricevere il vaccino a domicilio. Per loro è già stato fissato un appuntamento, ma grazie al sistema della “panchina” potrebbe beneficiare della somministrazione anche in anticipo.
Per ora, su 3600 appuntamenti al giorno, “abbiamo avuto il 2% di no-show, c’è grande adesione”, spiega D’Amato. Si parla comunque di circa 70 persone al giorno che non si sono presentate e di altrettante dosi che senza il metodo della “panchina” sarebbero finite nel cestino. Questo sistema, che in parte si rifà all’overbooking usato dalle compagnie aree, dovrà poi essere esteso anche alle prossime categorie che riceveranno il vaccino, con nuove liste elaborate dalle Asl. “Ovviamente si vaccinano le persone previste dal piano vaccinale”, specifica l’assessore. Un’altra opzione sarebbe quella di somministrare le dosi avanzate ai parenti che accompagnano gli over 80, ma D’Amato sottolinea che con il metodo israeliano si punta proprio a creare un’alternativa, per evitare queste situazioni.
In Italia, infatti, dopo il caso di Modena – con l’indagine dei Nas per i vaccini somministrati ad amici e parenti dagli operatori della Usl di Baggiovara – c’è il timore di azioni penali nei confronti di chi decide di iniettare il siero senza rispettare le priorità stabilite. L’Ausl di Modena, che ha aperto al suo interno un’istruttoria, spiegò che quel gesto era stato fatto “in buona fede da parte delle persone coinvolte”, per la paura di sprecare delle dosi di questo “prezioso vaccino”. La stessa giustificazione data dall’Asp di Ragusa per un episodio analogo avvenuto a Scicli: anche in questo caso è in corso l’indagine dei Nas.
Anche nella “virtuosa” Israele, infatti, si sono verificate queste situazioni, con code di persone fuori dai centri vaccinali con la speranza di ricevere una dose avanzata. Il quotidiano Times of Israel ha raccontato a inizio gennaio di gruppi Facebook e WhatsApp che segnalavano dove fosse più probabile avere l’iniezione: per questo migliaia di giovani si sono riversati nelle città dove sono presenti le maggiori comunità arabe per avere la possibilità di essere immunizzati, sapendo dell’alto tasso di scetticismo nei confronti del vaccino da parte della popolazione. Ran Balicer, il presidente del team nazionale di esperti che sta assistendo il governo israeliano nella gestione della pandemia, in un suo blog del 5 febbraio scorso ha spiegato che se la distribuzione dei vaccini deve essere “strettamente organizzata”, nel momento della somministrazione deve esserci “flessibilità“, per evitare gli sprechi. “Quindi se abbiamo dosi rimanenti, iniettiamo chiunque si trovi vicino alla clinica e inviamo messaggi esortando le persone a partecipare indipendentemente dalla fascia di età”, scrive Balicer. Con questo approccio, a suo dire, in Israele “vengono buttate non più dello 0,01% delle dosi“.
Il metodo dell’elenco di riserva è stato suggerito anche dalla British Medical Association a tutti i siti di vaccinazione presenti in Gran Bretagna, come riporta la Bbc: “Il principio fondamentale è quello di evitare gli sprechi”. Negli Stati Uniti invece hanno attirato l’attenzione dei media le lunghe code parallele fuori dai 6 mega-centri vaccinali di Los Angeles: sono già stati ribattezzati “i cacciatori di vaccini“. Fox li ha filmati all’esterno del Kedren Community Health Center di South LA, la Nbc invece è stata al Balboa Sports Complex di Encino, dove un cartello fai-da-te segnala l’inizio della fila per chi è senza appuntamento. Le autorità pubbliche di Los Angeles ufficialmente sconsigliano alle persone di presentarsi fuori dai siti, ma allo stesso tollerano questo meccanismo parallelo pur di evitare che le dosi vadano sprecate, come ha spiegato il Guardian in un lungo reportage: le informazioni su dove presentarsi per ricevere le dosi avanzate vengono trasmesse tramite il passaparola, ma alcuni ragazzi riescono anche a ricevere un appuntamento ufficiale per la seconda iniezione. Per quanto riguarda i giovani, però, l’assessore D’Amato solleva un’altra preoccupazione: “È assurdo che in Germania e Francia si somministri il vaccino di AstraZeneca fino a 65 anni e qui solo agli under 55. Il rischio è che si vaccinino prima i giovani degli anziani”.
Ha collaborato Vincenzo Bisbiglia
Cronaca
Vaccini, l’obiettivo è non sprecare le dosi. L’esempio Lazio che copia Israele: “Saltati il 2% degli appuntamenti, ma c’è la lista di riserva”
Con il proseguire della campagna aumenta il rischio di sprechi: a Tel Aviv quasi una persona su 10 non si presenta, ma una volta scongelati i sieri di Pfizer e Moderna hanno una “vita” di 6 ore. Il Lazio per rimediare ha messo a punto un sistema che si ispira all'overbooking degli aerei, chiamato "panchina". L'assessore D'Amato a ilfattoquotidiano.it: "Ovviamente si rispettano le priorità previste dal piano". A Los Angeles invece fuori dai centri si sono create lunghe code parallele: ricevono le dosi che altrimenti finirebbero nel cestino
I vaccini contro il Covid continuano ad arrivare a ritmi più bassi rispetto a quelli auspicati, ma con il proseguire delle vaccinazioni aumenta anche il rischio di sprecare le dosi a disposizione. L’avvertimento arriva da Israele, il Paese che ad oggi ha effettuato più vaccinazioni in rapporto alla popolazione: man mano che la campagna viene estesa a fasce più ampie della popolazione, circa l’8-10% delle persone che hanno prenotato una dose poi non si presenta all’appuntamento. La stampa americana scrive che la stessa proporzione è stata riscontrata anche a Los Angeles, dove da giorni centinaia di giovani si mettono in coda fuori dai centri vaccinali per ricevere quel 10% di dosi che altrimenti andrebbero buttate. Una volta scongelate e diluite, infatti, le dosi di Pfizer e Moderna hanno una “vita” di 6 ore: poi finiscono tra i rifiuti speciali. In Italia, la Regione Lazio ha messo a punto un sistema di chiamata last minute, proprio per evitare gli sprechi: da lunedì, quando è partita la vaccinazione degli over 80, ogni giorno alle 18 le dosi non inoculate vengono affidate alle Uscar, che procedono con le somministrazioni a domicilio agli ultra 80enni non autosufficienti.
Il sistema del Lazio, spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, si basa proprio sui consigli arrivati da Israele: “Abbiamo parlato in videoconferenza con i responsabili della campagna di vaccinazione israeliana, che ci hanno fatto presente il problema di chi non si presenta agli appuntamenti e i conseguenti sprechi”. Il protocollo della Regione è stato denominato “panchina“, perché viene creata dalle Asl una vera e propria lista di riserva, pronta a essere utilizzata in serata, quando diventa chiaro il numero di dosi che altrimenti andrebbe sprecato. Per il momento di questa lista fanno parte i circa 10mila over 80 che per varie ragioni dovrebbero comunque ricevere il vaccino a domicilio. Per loro è già stato fissato un appuntamento, ma grazie al sistema della “panchina” potrebbe beneficiare della somministrazione anche in anticipo.
Per ora, su 3600 appuntamenti al giorno, “abbiamo avuto il 2% di no-show, c’è grande adesione”, spiega D’Amato. Si parla comunque di circa 70 persone al giorno che non si sono presentate e di altrettante dosi che senza il metodo della “panchina” sarebbero finite nel cestino. Questo sistema, che in parte si rifà all’overbooking usato dalle compagnie aree, dovrà poi essere esteso anche alle prossime categorie che riceveranno il vaccino, con nuove liste elaborate dalle Asl. “Ovviamente si vaccinano le persone previste dal piano vaccinale”, specifica l’assessore. Un’altra opzione sarebbe quella di somministrare le dosi avanzate ai parenti che accompagnano gli over 80, ma D’Amato sottolinea che con il metodo israeliano si punta proprio a creare un’alternativa, per evitare queste situazioni.
In Italia, infatti, dopo il caso di Modena – con l’indagine dei Nas per i vaccini somministrati ad amici e parenti dagli operatori della Usl di Baggiovara – c’è il timore di azioni penali nei confronti di chi decide di iniettare il siero senza rispettare le priorità stabilite. L’Ausl di Modena, che ha aperto al suo interno un’istruttoria, spiegò che quel gesto era stato fatto “in buona fede da parte delle persone coinvolte”, per la paura di sprecare delle dosi di questo “prezioso vaccino”. La stessa giustificazione data dall’Asp di Ragusa per un episodio analogo avvenuto a Scicli: anche in questo caso è in corso l’indagine dei Nas.
Anche nella “virtuosa” Israele, infatti, si sono verificate queste situazioni, con code di persone fuori dai centri vaccinali con la speranza di ricevere una dose avanzata. Il quotidiano Times of Israel ha raccontato a inizio gennaio di gruppi Facebook e WhatsApp che segnalavano dove fosse più probabile avere l’iniezione: per questo migliaia di giovani si sono riversati nelle città dove sono presenti le maggiori comunità arabe per avere la possibilità di essere immunizzati, sapendo dell’alto tasso di scetticismo nei confronti del vaccino da parte della popolazione. Ran Balicer, il presidente del team nazionale di esperti che sta assistendo il governo israeliano nella gestione della pandemia, in un suo blog del 5 febbraio scorso ha spiegato che se la distribuzione dei vaccini deve essere “strettamente organizzata”, nel momento della somministrazione deve esserci “flessibilità“, per evitare gli sprechi. “Quindi se abbiamo dosi rimanenti, iniettiamo chiunque si trovi vicino alla clinica e inviamo messaggi esortando le persone a partecipare indipendentemente dalla fascia di età”, scrive Balicer. Con questo approccio, a suo dire, in Israele “vengono buttate non più dello 0,01% delle dosi“.
Il metodo dell’elenco di riserva è stato suggerito anche dalla British Medical Association a tutti i siti di vaccinazione presenti in Gran Bretagna, come riporta la Bbc: “Il principio fondamentale è quello di evitare gli sprechi”. Negli Stati Uniti invece hanno attirato l’attenzione dei media le lunghe code parallele fuori dai 6 mega-centri vaccinali di Los Angeles: sono già stati ribattezzati “i cacciatori di vaccini“. Fox li ha filmati all’esterno del Kedren Community Health Center di South LA, la Nbc invece è stata al Balboa Sports Complex di Encino, dove un cartello fai-da-te segnala l’inizio della fila per chi è senza appuntamento. Le autorità pubbliche di Los Angeles ufficialmente sconsigliano alle persone di presentarsi fuori dai siti, ma allo stesso tollerano questo meccanismo parallelo pur di evitare che le dosi vadano sprecate, come ha spiegato il Guardian in un lungo reportage: le informazioni su dove presentarsi per ricevere le dosi avanzate vengono trasmesse tramite il passaparola, ma alcuni ragazzi riescono anche a ricevere un appuntamento ufficiale per la seconda iniezione. Per quanto riguarda i giovani, però, l’assessore D’Amato solleva un’altra preoccupazione: “È assurdo che in Germania e Francia si somministri il vaccino di AstraZeneca fino a 65 anni e qui solo agli under 55. Il rischio è che si vaccinino prima i giovani degli anziani”.
Ha collaborato Vincenzo Bisbiglia
Articolo Precedente
Monoclonali, lo “spreco” da 500 milioni di euro è una colossale bugia: il fondo è da 400 milioni, vale per l’acquisto di farmaci e vaccini
Articolo Successivo
Basilicata, in 8 mesi mai un malato: l’ospedale da campo donato dal Qatar sarà usato per i vaccini. Ora sul flop indaga la Corte dei conti
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Zonaeuro
L’assalto all’Ue dei lobbisti delle armi: 18 incontri con i commissari nei primi tre mesi del von der Leyen II. E il budget dei gruppi di pressione fa +40% in un anno
Mondo
Anche l’Italia al vertice di Parigi con i capi di Stato maggiore: “Il tema è l’invio di truppe in Ucraina”
Mondo
Ucraina, Mattarella: “Pace basata su prepotenza non durerebbe a lungo”. Truppe italiane? “Presto per dirlo”
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.