Da oggi in Lombardia non basteranno più i 21 giorni da asintomatici per uscire dall’isolamento, ma servirà un tampone negativo. Sono le nuove disposizioni annunciate dalla direzione sanitaria lombarda dopo i 128 casi di varianti del Covid rilevati in regione. Attenzione soprattutto per le scuole, dove i contagi e le quarantene sono in leggero aumento, sia nelle secondarie di primo e secondo grado, in presenza al 50 percento da fine gennaio, ma soprattutto alle elementari, già in classe e al completo dalla seconda settimana di gennaio. E proprio dalle scuole partirà la settimana prossima il monitoraggio con tamponi antigenici per tenere sotto controllo la diffusione delle varianti.

Le nuove varianti del Covid sono state rilevate in tutte le province lombarde. Gli ultimi tre casi riguardano la variante inglese, e sono stati riscontrati nella scuola dell’infanzia Bruno Munari di Bollate, nel milanese, che ha visto disporre la quarantena per tutti i tre plessi dell’istituto dopo che 45 alunni e 14 insegnanti sono risultati positivi. La variante inglese riguarda la quasi totalità dei casi di variante riscontrati ad oggi in regione: 126 sui 128 dichiarati dal direttore della Sanità lombarda Marco Trivelli di fronte alla commissione Sanità del Pirellone. “In linea con i recenti studi”, ha spiegato Trivelli ai consiglieri regionali, “si è deciso di andare oltre le attuali precauzioni per le persone in isolamento”. E se fino ad oggi 21 giorni senza sintomi erano sufficienti a concludere il periodo di isolamento, certi che ormai la carica virale si sia ridotta al punto da non rappresentare più un pericolo, con le nuove varianti in circolazione la direzione sanitaria ha dichiarato che sarà necessario un tampone negativo. Per la stessa ragione verrà avviata un’attività di screening con tamponi antigenici rapidi.

Il monitoraggio partirà dalle 332 istituzioni scolastiche della Lombardia, dove dalla fine di gennaio sono tornati in classe 300mila studenti, quelli delle scuole secondarie di primo e secondo grado che hanno riattivato le lezioni in presenza per il 50 percento dei loro alunni. Sono 416 i nuovi casi di Covid registrati nelle scuole milanesi nella prima settimana di febbraio, di cui 97 riguardano gli operatori (dati Ats Milano). Nella settimana precedente, la prima per molti ragazzi di medie e superiori, i nuovi casi erano 267, di cui 96 tra gli operatori. Quanto agli isolamenti, sono 4.291 quelli attivati a febbraio, mille in più rispetto all’ultima settimana di gennaio. “Per ora la situazione è appare sotto controllo”, spiega Cristina Re, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Settimo milanese, 1800 studenti che vanno dalle materne alle medie. “Abbiamo una sola classe ferma su 85 e qualche bambino in quarantena perché un genitore è risultato positivo”, racconta facendo il confronto con il mese di ottobre, “quando faticavo a star dietro a tutti i nuovi casi”. Nel milanese sono proprio le scuole primarie a registrare il maggiore aumento di contagi, con 128 casi nella prima settimana di febbraio, 32 in più rispetto alla settimana precedente. Mentre nello stesso periodo le scuole secondarie di primo grado hanno registrato 74 casi e quelle di secondo grado 86, con una situazione praticamente invariata rispetto alla settimana precedente. Ma le primarie sono in classe già dalla seconda settimana di gennaio, e bisognerà attendere le prossime settimane per comprendere l’evoluzione tra i ragazzi di medie e superiori.

A Milano il picco dei nuovi casi nelle scuole era stato raggiunto nella prima settimana di novembre, con 2.616 contagi registrati tra alunni e personale. Conferma di una situazione ben diversa e attualmente sotto controllo arriva dai delegati sindacali di Cgil e Cisl. “Al momento la situazione sembra reggere, ma per passare dall’attuale 50% in presenza al 75% ci vorrà tempo, e bisognerà verificare che il sistema dei trasporti regga i nuovi volumi”, chiarisce Massimiliano Sambruna, segretario Cisl scuola per Milano e la Lombardia. Intanto i sindacati milanesi hanno inviato all’Agenzia di Tutela della Salute di Milano (Ats) un comunicato unitario per chiedere che vengano messi a loro disposizione i dati del contagio nelle scuole. La lettera, promossa da Flc Cgil e firmata da Cisl, Uil, Gilda e Snals, chiede un confronto urgente sui protocolli di sicurezza, sul tracciamento, oltre che sulla campagna vaccinale. “Sui vaccini non abbiamo né date né indicazioni di priorità per il personale scolastico”, spiega Jessica Merli, segretaria cittadina Flc Cgil, che chiede il riconoscimento del personale scolastico “come una delle categorie prioritarie per la somministrazione del vaccino”

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