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Finge di avere il cancro e organizza una raccolta fondi per pagare i suoi debiti di gioco: condannata a due anni di carcere

È una truffa in piena regola quella architettata da Nicole Elkabbas, 42enne residente nel Regno Unito e affetta solamente da ludopatia

di F. Q.

Ha finto di avere un cancro alle ovaie annunciando sui social di non potersi permettere le cure necessarie e ha lanciato una raccolta fondi sul web per racimolare denaro che le serviva in realtà per pagare i suoi debiti di gioco. È una truffa in piena regola quella architettata da Nicole Elkabbas, 42enne residente nel Regno Unito e affetta solamente da ludopatia. Ora è stata condannata a due anni e nove mesi di carcere e a restituire la somma totale delle donazioni alle vittime della sua truffa, costituitesi parte civile nel processo.

A raccontare la sua storia è la Bbc: la donna gode di ottima salute ma a causa del suo vizio per il gioco si è ritrovata sommersa dai debiti e ha deciso di sfruttare la generosità degli altri per poter saldare i suoi conti e concedersi anche qualche lusso extra. Così, ha annunciato sui suoi profili social di avere un cancro alle ovaie e ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma web GoFoundMe per raccogliere i fondi a suo dire necessari per farsi curare in un centro d’eccellenza in Spagna. E per rendere il tutto più credibile aveva usato anche una foto che la mostrava in un letto d’ospedale: peccato che si trattasse di uno scatto del 2017, quando era stata ricoverata per un intervento di routine pagato dalla sua assicurazione privata.

Circa 600 persone sono cascate nella sua truffa e hanno fatto una donazione convinte di aiutare una giovane donna a salvarsi la vita, per un totale di oltre 51mila euro raccolti in pochi mesi. Soldi che la 42enne ha usato per saldare i debiti ma anche continuare a giocare d’azzardo, viaggiando in tutta Europa. La truffa orchestrata da Nicole Elkabbas sarebbe filata liscia se non fosse che un giorno un medico si è imbattuto nel suo annuncio e si è insospettito per la foto che lo accompagnava, dove non comparivano certo i macchinari utilizzati per le cure contro il cancro. Così, ha segnalato la raccolta fondi alla polizia britannica che ha aperto un’indagine e ha smascherato la truffa.

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