Pubblicamente ha sempre minimizzato la portata della pandemia, e anche quando il coronavirus lo ha contagiato l’opinione pubblica non è stata messa al corrente di quanto la sua salute, in realtà, fosse a rischio. Il New York Times, in un articolo che cita quattro persone a conoscenza dei fatti vicine all’ex presidente, scrive che le condizioni di Donald Trump ai tempi del contagio da Covid-19, erano più gravi di quanto pubblicamente divulgato e riconosciuto all’epoca del ricovero, nel mese di ottobre 2020.
Secondo le fonti i livelli di ossigeno nel sangue erano estremamente bassi ed era insorto un problema polmonare associato alla polmonite legata al Coronavirus. La sua prognosi – continua il giornale – divenne così preoccupante prima del ricovero al Walter Reed National Military Medical Center che si pensò anche che sarebbe stato necessario ricorrere ad un ventilatore, secondo due delle fonti citate.
Trump inoltre ha dato il via libera al ricovero solo nel momento in cui gli assistenti gli hanno assicurato che avrebbe potuto lasciare la Casa Bianca da solo. In alternativa, se le sue condizioni fossero peggiorate, sarebbe stato portato in ospedale dai servizi segreti. Durante i giorni del ricovero, inoltre, lo staff medico dell’ex presidente ha cercato di minimizzare la gravità della situazione, spiegando che il tycoon fosse in ripresa. Ma vista l’età – 74 anni – e la sua obesità, era fortemente a rischio ed è stato sottoposto a una terapia particolarmente aggressiva. Il suo medico personale, Sean P. Conley, aveva inoltre sottolineato che nulla delle sue condizioni di salute destava “grande preoccupazione clinica”. Dopo tre giorni di degenza, l’ex presidente ha lasciato il Walter Reed.