Volkswagen e Microsoft espandono la loro collaborazione sulla tecnologia cloud al fine di accelerare lo sviluppo congiunto della guida autonoma. La nuova divisione software del colosso tedesco, infatti, costruirà una piattaforma digitale basata su cloud insieme a Microsoft, che semplificherà i processi di integrazione della stessa sulla flotta dei veicoli VW.

La partnership renderà molto più semplice distribuire aggiornamenti software per aggiungere nuove funzionalità delle auto; un qualcosa che Tesla fa già da tempo, peraltro. Ciò significa che le automobili odierne, vendute oggi con alcuni sistemi di assistenza alla guida, potrebbero aggiungere nuove funzioni, che le avvicinerebbero ulteriormente al traguardo del pilota automatico per auto. Fino a qualche tempo fa i marchi del gruppo Volkswagen – fra cui Audi e Porsche – avevano lavorato in maniera indipendente sul fronte della guida autonoma.

Ora, però, lo sviluppo è diventato integrato ed è confluito in una società sussidiaria chiamata Car.Software: mossa da cui dovrebbe scaturire un miglior coordinamento delle attività e un più razionale impiego delle risorse, con ogni marchio che gestisce il proprio lavoro attorno all’aspetto del software mentre collabora alle funzioni di sicurezza principali, come il rilevamento degli ostacoli. Servirà a questo avere un provider cloud comune. VW ha anche preventivato circa 27 miliardi di euro di investimenti in tecnologie digitali, da mettere sul tavolo entro il 2025, e prevede di aumentare la quota di software che sviluppa internamente dal 10% al 60%.

Tuttavia, secondo l’Agenzia dell’Unione Europea per la cyber sicurezza, Enisa, anche se le auto a guida autonoma sono destinate a ridurre notevolmente gli incidenti stradali, esse esporranno passeggeri e pedoni a una serie di nuovi rischi. Infatti, sottolinea l’Enisa, queste vetture potrebbero essere vulnerabili ad attacchi informatici che potrebbero comprometterne il funzionamento e, addirittura, sabotarlo. Senza contare che anche l’alterazione, volontaria o meno, della segnaletica stradale potrebbe indurre la macchina all’errore.

“Quando un mezzo insicuro a guida autonoma attraversa i confini di uno Stato membro dell’Ue – ha osservato Juhan Lepassaar, direttore dell’Enisa – porta con sé tutti i suoi rischi. La sicurezza informatica non dovrebbe essere un pensiero collaterale, ma dovrebbe essere il prerequisito per un utilizzo credibile ed affidabile di questi prodotti nelle strade europee”. Tra le raccomandazioni formulate da Enisa ci sono la manutenzione regolare dei componenti (con controlli ciclici), la ricerca continua nelle cause accidentali e volontarie dei rischi e la creazione di un set di norme apposite per la gestione di tutta la filiera produttiva del settore, oltreché, un’adeguata preparazione contro i crimini informatici.

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