Il senatore rientrato nel Pd dopo aver dichiarato fiducia nell'ex premier voterà la fiducia al nuovo esecutivo ma non digerisce la maggioranza allargata ai forzisti, la squadra fatta col Cencelli con dentro "la Cartabia che dice che i gay non si possono sposare, ministri dei governi Berlusconi che abbiamo contestato in piazza e tutte le vecchie correnti". Insomma, "una bomba atomica fatta esplodere da chi la sinistra non la vuole"
“È un governo di destra, un po’ Bce un po’ Etruria, in cui Draghi – che sicuramente nel suo campo è un gigante ma non vive in Italia da 15 anni – ha messo persone che nemmeno Berlusconi riteneva più “ministrabili”. Un Conte ter con 156 voti al Senato sarebbe stato molto più dignitoso“. Il senatore Tommaso Cerno, appena rientrato nel Pd dopo aver dichiarato fiducia nell’ex premier che “ha rottamato i due Matteo e fatto un favore all’Italia”, voterà la fiducia al governo Draghi perché “lo dobbiamo far partire”. Ma non digerisce questa maggioranza allargata ai forzisti, per non dire della squadra fatta col Cencelli con dentro “la Cartabia che dice che i gay non si possono sposare, ministri dei governi Berlusconi che abbiamo contestato in piazza e tutte le vecchie correnti del Pd”. Parlando con il fattoquotidiano.it l’ex condirettore di Repubblica e direttore dell’Espresso, che è stato tra i primi sostenitori del governo Pd-M5s con Conte leader, definisce il nuovo assetto “una bomba atomica fatta esplodere da chi la sinistra non la vuole. Io sapevo che Renzi non la voleva ma speravo che Zingaretti la volesse”.
La pensava così già prima di vedere la lista dei ministri?
Sì, perché a causa dell’interferenza di una corrente interna del Pd che Renzi ha portato fuori dal Pd e poi fuori dal governo abbiamo accantonato un uomo “qualunque” ma che si è rivelato non qualunque, Conte, capace di guidare due governi molto diversi conciliando anime diverse, solo per chiamare questo salvatore della patria che alla fine dovrà fare la stessa cosa ma con in più Forza Italia e la Lega. In qualche modo, quelli che hanno gestito come sappiamo la crisi di Banca Etruria hanno tirato in ballo la Bce. Renzi va a dormire tranquillo e Draghi governa.
Si sarebbe potuto tentare un Conte ter anche se la maggioranza non era robusta?
Ero contrario al sostegno dei “responsabili”, non potevo immaginare che il risultato sarebbe stato una maggioranza molto peggiore. Ora penso che si poteva andare avanti e i 156 voti sarebbero diventati di più. Noi non lo sapevamo ma Berlusconi ha fermato i transfughi perché sapeva o immaginava di Draghi. E anche Salvini faceva telefonate e incontri per capire come il “movimento draghista” potesse dare alla destra un’immagine non populista… Renzi non so se sapesse, di sicuro ora rivendica che questo era il suo piano.
Giudizio sulla squadra?
Se questo è il governo dell’Italia dei migliori era molto meglio l’Italia dei normali, che di fronte all’emergenza reagiscono con l’orgoglio. I migliori evidentemente reagiscono con l’amarcord: questo è un governo da Federico Fellini. Non so come ci possano stare la sinistra e i 5 stelle, che insieme speravo facessero una nuova sinistra. A parte i tecnici chiamati questo è un governo di destra con sede nella villa Zeffirelli di Berlusconi che del resto come è noto ha con Draghi un rapporto di lunga data. C’è la Cartabia per cui se sei gay ha meno diritti, la leghista omofoba, Brunetta. Non è un governo di unità nazionale, è disunità: ognuno farà i cavoli suoi sotto l’ombrello dell’Europa.
Il ministero per la Transizione ecologica è un bel segnale?
L’ecologismo è la cosa più bella ma temo sia finta. Sicuramente l’Europa che guarda più avanti ce lo chiede, ma parliamo di un governo con la Lega. Aspetto di vedere se il ministero nascerà.
I mercati e Bruxelles considerano Draghi una garanzia per la spesa dei fondi europei.
Conte ha preso un Paese devastato e l’ha portato a ottenere 209 miliardi dall’Europa, ora Draghi parte da lì, con cori di entusiasmo dei grandi giornali. Sulla sua credibilità personale guadagnata sul campo niente da dire ma anche Conte se l’è guadagnata e durante il suo secondo governo lo spread è sceso a poco più di 100 punti. Il Recovery plan era già stato fatto e viste le linee guida europee verrà rifatto esattamente nello stesso modo. La verità è che se n’è andato via, prendendo un minuto di applausi a Chigi, un signore dignitosissimo che ora lascia spazio a una giostra renziana che spero duri lo spazio necessario per distribuire i fondi Ue per poi ripensare a una sinistra al governo.
Pensa a una sinistra Pd-5 Stelle?
Quell’alleanza è stata il grande sforzo del Conte 2 ed è l’unica cosa intelligente che la sinistra poteva fare fin dall’inizio. Non piaceva a Renzi e nemmeno a Zingaretti, che è stato restio, ma poi l’abbiamo fatto perché qualcosa ci accomunava. I 5 Stelle possono essere l’occasione per tornare in piazza per i diritti civili e sociali. Abbiamo sperperato quel tentativo perché a Renzi non piaceva e ha trovato il modo di spegnerlo per trasferirsi a destra.