La nascita del governo di Mario Draghi ha avuto ampia eco sui principali quotidiani internazionali. Oltre a sottolineare la levatura internazionale del capo del governo quello che viene più di frequente enfatizzato è l’eterogeneità della compagine governativa. Più di una testata richiama il precedente, non particolarmente felice, del governo Monti. Attenzione anche per il nuovo ministero della transizione ecologica affidato al fisico Roberto Cingolani e alle grandi sfide che l’inquilino di palazzo Chigi dovrà da subito affrontare.
Il governo di un “gigante dell’Europa” che diventa primo ministro in una fase “precaria” per l’Italia e l’Unione europea, scrive il quotidiano statunitense New York Times. Il Washington Post si concentra sulle side del nuovo governo: “Nell’agenda di Draghi: Covid, crisi economica e il recupero del prestigio internazionale dell’Italia”. Da Londra il Financial Times ricorda come Draghi sia una delle figure più prestigiose in Europa, sottolinea la presenza di figure tecniche nei ministeri più “economici” e la composizione mista tra ministri politici e tecnici. Il quotidiano della “City”, rimarca come il Movimento 5 stelle, “anti-establishment”, sia quello che ottiene più ministri e come Forza Italia di Silvio Berlusconi torni ad occupare tre dicasteri per la prima volta dal 2011. Il Financial Times ricorda come quello di Draghi sia il quarto governo tecnico degli ultimi trent’anni dopo Carlo Azeglio Ciampi nel 1993, Lamberto Dini nel 1995 e Mario Monti nel 2011 ma sottolinea anche come quello di Draghi sia un governo caratterizzato da una più marcata presenza di “politici” rispetto ai precedenti. Inoltre, scrive l’Ft, a differenza di Monti, il compito di Draghi sarà quello di spendere e non di tagliare.
Più abrasiva la lettura dell’incarico da parte del Guardian che descrive l’atteggiamento quasi unanime della stampa italiana a sostegno del nuovo governo. “Draghi, soprannominato “Super Mario” per il ruolo avuto nel salvataggio dell’euro, ha anche un sostegno schiacciante da parte della stampa italiana, che nell’ultima settimana lo ha celebrato come “nuovo miracolo italiano”. Il quotidiano britannico ricorda come la posta in gioco sia estremamente elevata, con l’Italia alle prese con la peggior crisi economica del dopoguerra e ricorda il precedente di Mario Monti anch’esso partito con un gradimento molto alto via via scemato nel corso dei mesi. Come il Financial Times anche il Guardian coglie una differenza essenziale: Monti doveva tagliare, Draghi dovrà distribuire denaro. Spazio anche alla creazione del ministero per la transizione ecologica “posto come condizione dal Movimento 5 Stelle“. Sobrio il parigino Le Monde che titola “La variegata squadra di governo di Draghi” e continua “il presidente del Consiglio ha presentato una lista di ventitré ministri con un profilo politico o tecnico, da sinistra a estrema destra”. Le Monde parla anche dell’insolita discrezione con cui si sono svolte le consultazioni, senza fughe di notizie e con i silenzi tipici dell’ex banchiere centrale.
Si limita alla pura cronaca il tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung con una sola stoccatina finale “la parità di genere promessa da Draghi non è stata raggiunta”. In Spagna El Pais parla di un governo tecnico-politico per superare la crisi e spiega come mentre i dicasteri da cui passano i fondi siano stati blindati da Draghi la distribuzione dei ministeri senza portafogli abbia fatto felici i partiti. Il quotidiano di Madrid ricorda come ancora una volta si tratterà di un governo “senza la legittimazione delle urne” e spiega come la lista dei ministri sia il frutto di una complicata operazione di bilanciamento tra scelta dei “migliori” e istanze politiche. Una delle figure più rilevanti, forse il nome più atteso, scrive El Pais è stato il tecnico Daniele Franco, che occuperà il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il direttore generale della Banca d’Italia, uomo di fiducia di Draghi, avrà il compito di gestire e distribuire i 209 miliardi di euro tra prestiti e trasferimenti che arriveranno da Bruxelles. Anche El Pais parla di stupore per l’insolita discrezione con cui si è giunti alla compilazione e presentazione della lista.