Una prima operazione sul mercato finanziario è stata operata a dicembre della Cme Group che ha lanciato il primo contratto collegato ai prezzi dei diritti sull’acqua in California, un mercato che vale 1,1 miliardi di dollari. All'epoca protestò l'Onu e ora parte la mobilitazione delle associazioni ambientaliste
Gino Strada, Alex Zanotelli, Dacia Maraini, Moni Ovadia, Luciana Castellina, Nando Dalla Chiesa, Vauro, Mimmo Lucano. Sono le firme più autorevoli a sostegno della petizione del Forum italiano dei Movimenti per l’acqua contro la quotazione in borsa dell’acqua (qui il link alla petizione). I sostenitori hanno superato quota 11mila. Tra gli altri firmatari ci sono Lella Costa, don Virginio Colmegna, Eugenio Finardi, Michele Serra, Bruno Gambarotta, Lidia Ravera, Vittorio Agnoletto, Carlo Freccero, il saggista teorico della decrescita Maurizio Pallante, l’ambientalista Emilio Molinari, l’economista ecologista Guido Viale, il presidente di Medicina Democratica Marco Caldiroli, il docente dell’università di Padova Gianni Tamino, Piero Basso di Costituzione Beni Comuni e Daniela Padoan dell’Associazione Laudato si’.
L’appello è partito dopo che a dicembre l’acqua è stata quotata in Borsa dalla Cme Group, una società attiva nello scambio di future e derivati, che ha lanciato il primo contratto collegato ai prezzi dei diritti sull’acqua in California. Con questa mossa l’acqua è diventata un potenziale oggetto di speculazione. Il fatto venne denunciato dal Relatore Speciale dell’Onu sul diritto all’acqua, Pedro Arrojo-Agudo, che l’11 dicembre 2020 aveva espresso grave preoccupazione alla notizia che l’acqua verrà scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street.
La petizione del Forum italiano dei Movimenti per l’acqua cerca di fare argine alla “svolta che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla conseguente emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese, minacciando i diritti umani fondamentali” si legge. “L’acqua – recita l’appello – è già minacciata dall’incremento demografico, dal crescente consumo e inquinamento dell’agricoltura su larga scala e della grande industria, dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici. Se oggi l’acqua può essere quotata in Borsa è perché da tempo è stata considerata merce, sottoposta ad una logica di profitto e la sua gestione privatizzata”.
L’appello, oltre alla contrarietà della quotazione in borsa, chiede anche di approvare la proposta di legge, in discussione in commissione Ambiente della Camera. Si chiede inoltre di sottrarre all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente e competenze sul Servizio Idrico e di riportarle al ministero dell’Ambiente di investire per la riduzione drastica delle perdite nelle reti idriche, di salvaguardare il territorio attraverso investimenti contro il dissesto idrogeologico, di impedire l’accaparramento delle fonti attraverso l’approvazione di concessioni di derivazione che garantiscano il principio di solidarietà e la tutela degli equilibri degli ecosistemi fluviali.