L’uomo che non ha idee. Ma al telefono, io capisco fischi per fiaschi. Che bella provocazione, penso tra me e me, in videochiamata con Annar & John, il duo creativo che mi spiega en gros mot il nuovo concept. Ma è una colpa non avere idee, visti i tempi; siamo nel mezzo di una “tempesta perfetta”: pandemia, anzi sindemia, crisi economica, sociale, politica… e di sentimenti.

In realtà al format, lanciato da Peter Gomez, basta cambiare l’ultima vocale e diventa: L’uomo che non ha idea. Finalmente ci siamo, l’afferro pure io, il Significato del Significante. Basta un click qui. Accidenti ai sanvalentinologi… categoria alla quale non appartengo. Niente rose rosse o cuori vellutati.

Se invece fossi una di loro non saprei proprio cosa inventarmi per festeggiare il primo San Valentino al tempo del Covid (per chi mi segue sa che lo chiamo “la bestiaccia cinese”). Coprifuoco, distanziamento sociale, niente baci, niente coccole, la paura degli scambi di droplets, le micidiali goccioline che trasmettono il virus, hanno dato l’ultimo coup de grace alla festa degli innamorati che, dopo un anno di clausura forzata, già non godevano di buona salute.

Ho fatto allora un giro di telefonate e ho dedotto un paio di conclusioni. Prima di cominciare però mi sono scelta come colonna sonora Je t’aime moi non plus sospirata da Jane Birkin a tutta una generazione “orgasmante”.

Dai rivoluzionari del sesso…

Sono stati baby boomer, già nati con la voglia di rinascere, si sono ricostruiti un’identità. Professionale, sociale e sessuale. Erica Jong li ha teorizzati nella Scopata senza cerniera (per lei era un atto di purezza, senza filtri…). Lidia Ravera è andata oltre, con il suo diario sessual-politico-porcellesco Porci con le ali.

Aldo Trione, filosofo dell’estetica, li ha chiamati gli ultimi scopatori: sulle loro Cinquecento sgangherate attraversavano l’Italia, mezza Europa, affamati di vita e di sesso libero. Le più disinibite svedesi, norvegesi, gli strizzavano l’occhiolino et les jeux était faits… (nda: il mito delle russe da noi è arrivato molto dopo e i nostri maschi cedroni sono diventati i loro bocconcini da spennare). “Si faceva tanto sesso. Siamo stati gli ultimi romantici. Eravamo innamorati della politica, avevamo ideali, volevamo cambiare il mondo e intanto si scopava molto”.

…agli anoressici sessuali (la generazione dell’Iphone)

Non corteggio, non desidero, non mi emoziono, non scopo. Mi eccito solo a spiare sui social quelli che ce l’hanno più grosso. Ego e derivati. Qualche sessuologo dice che inconsciamente serpeggia un sentimento di inadeguatezza rispetto alle immagini che circolano rispondendo con la rinuncia. Meglio vivere in una “bolla” (virtuale).

Le maniacali

Oggi le giovani si depilano laggiù a manicure e chi non si depila passa per anticaglia ottocentesca, una volta depilata la si osserva molto da vicino e se si nota una certa sproporzione fra piccole e grandi labbra si ricorre al filler per una “perfetta armonia” fra le parti… Non capisco perché farsi la plastica lì se non si scopa più. Profumata e pure glitterata sembra un frigido spot.

No Gender

Si affaccia altra categoria fortemente in ascesa, quella del gender fluid, il terzo genere che abbatte le rigide barriere delle definizioni, si può identificare come maschio e femmina contemporaneamente, ma anche con nessuno dei due. La fluidità è proprio l’appartenenza al genere No Binario. E in qualche posto alla moda gli hanno fatto pure i gabinetti con la scritta: No Gender.

Insomma non si sa più che pesci pigliare. Buon non san Valentino a noi!

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