Viene spontaneo chiedersi se l’unico modo per unire l’arco politico sia mettere il paese in mano a quell’élite ‘tecnica’ che come un’ombra è sempre vicinissima alla politica, una élite che fa carriera in parallelo alla classe politica, che entra ed esce dal settore privato e dalle grandi istituzioni e che, proprio per questo, può fare ora da ponte tra politica e alta finanza ora da timoniere dell’intera nazione. L’effetto magico Mario Draghi conferma tutto ciò. Però stiamo attenti, anche se nell’euforia collettiva prodotta da un presidente del Consiglio super-tecnico, che non comunica attraverso i social ed è conosciuto nel mondo, gli italiani si sono dimenticati di come è stato messo alla porta il premier precedente, nel resto del pianeta ci si chiede ancora che diavolo sia successo in Italia nelle ultime due settimane.

In primis, perché è caduto il governo? Bella domanda che mi è stata fatta in diversi programmi radiofonici britannici. Impossibile dare una risposta beve, bisogna spiegare chi è Matteo Renzi, come diavolo ha fatto ad essere stato eletto con il Pd ed a far cadere un governo di coalizione sostenuto dal Pd; come ha fatto a formare un suo partito in Parlamento di cui nessuno, ma proprio nessuno fuori dei confini italiani ne conosce l’esistenza; perché Renzi ha ritirato i suoi ministri, che cosa aveva fatto Conte per beccarsi questa pugnalata a febbraio e non a dicembre o novembre? E così via.

Per chi ama la dietrologia c’è solo l’imbarazzo della scelta, la teoria più gettonata è la seguente: esisteva un piano ben stabilito per far cadere il governo Conte prima che questo mettesse le mani sui soldi in arrivo da Bruxelles. In effetti l’appoggio di tutti i partiti per Draghi, fatta eccezione di quello guidato dalla Meloni, sembra avvallare questa tesi. Un’altra interpretazione dietrologica vede la conversione europeista di Salvini e l’appoggio di Forza Italia come un do ut des in cambio dell’elezione di Berlusconi a presidente della Repubblica. Ma non è detto che da Palazzo Chigi Draghi non traslochi poi al Quirinale, in Italia tutto è possibile.

In secondo luogo, perché Mattarella non ha dato l’incarico a Conte? In fondo il governo Conte aveva ottenuto la fiducia alle due Camere, quindi perché non chiedergli di formare un nuovo governo con nuovi schieramenti? Anche qui rispondere non è semplice, meglio buttarsi di nuovo sulla dietrologia. Bisogna prima di tutto spiegare che Mattarella fu uno degli uomini del governo Ciampi, anche lui ex governatore della Banca d’Italia e super tecnico; guarda caso Mario Draghi era ai tempi uno dei Ciampi’s boys, incaricato di svendere l’Italia dalla sua posizione al Tesoro negli anni Novanta al fine di entrare nell’euro… della tristemente famosa riunione sul Britannia non ne parliamo neppure, tutti sanno che a salirci a bordo per negoziare fu Draghi.

In terzo luogo, perché in Italia il presidente del Consiglio non è eletto? E già si sono accorti anche all’estero che il paese predilige gente che non è stata votata alle urne. Brutto segno che denota una sfiducia professionale nei confronti della politica – lo dice la frase di Mattarella ‘ci vuole un governo di altissimo livello’. Nel mondo democratico il livello massimo si trova in Parlamento, tra chi è stato eletto, altrimenti a che servono le elezioni? Se è meglio avere dei tecnici alla guida del paese allora perché eleggere un Parlamento? Ecco un’altra domanda che gli stranieri fanno spesso. All’estero sarebbe inconcepibile avere a capo del governo gente non eletta. Immaginate che all’indomani del crollo della Lehman Brothers la Corte Suprema scelga quale presidente il capo della Federal Reserve piuttosto che far decidere agli americani. Il motivo ci vuole un presidente di altissimo livello. Inconcepibile!

In quarto luogo, che fine ha fatto il Movimento 5 Stelle, quello che voleva modernizzare la democrazia italiana, quello anti-establishment che ha fatto sognare anche le nonne italiane? È stato fagocitato dalla macchina politica? Ha subito il fascino della poltrona? Oppure non è mai esistito? In fondo prima hanno accettato una coalizione con Salvini, poi con il Pd ed adesso con Berlusconi. Non è vero che Draghi è grillino, sono i grillini ad essere diventati come Draghi.

Si potrebbe andare avanti per ore ed ore in un gioco di domande e rispose surreali. Rimane un fatto importante: nonostante abbia fatto un buon lavoro nella gestione della pandemia, il governo è caduto perché non si voleva che distribuisse i prestiti in arrivo da Bruxelles. Draghi sicuramente sa cosa deve fare con quei soldi e proprio per questo la luna di miele del governo di coalizione nazionale sarà breve, anzi brevissima.

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