Cresce il fronte anti Pechino nella vicenda delle indagini condotte a Wuhan dall’Organizzazione mondiale per la sanità, per cercare di avere maggiori elementi per stabilire dove e come sia nato originato il virus e in che modo si sia trasmesso dall’animale all’uomo. Oggi il ministro degli esteri britannico Dominic Raab ha affermato che Londra condivide le preoccupazioni degli Stati Uniti in merito alle informazioni che Pechino avrebbe negato al team di ricercatori. In un’intervista alla Bbc, Raab ha affermato che la Gran Bretagna “farà pressioni affinché venga consentito il pieno accesso ai dati“. Piuttosto laconica la replica cinese che nulla dice sulla questione dei dati “Ciò che gli Stati Uniti hanno fatto negli anni recenti ha gravemente minato le istituzioni multilaterali, ivi compresa l’Oms, e seriamente danneggiato la cooperazione internazionale contro il Covid-19”, ha dichiarato un portavoce dell’ambasciata cinese a Washington.
Ieri, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal, Dominic Dwyer, uno dei membri della squadra Oms che ha condotto le investigazioni a Wuhan, ha confermato che la Cina si è rifiutata di consegnare i dati grezzi dei pazienti dai primi casi, in quella che ha definito essere una “pratica standard”. Agli esperti sarebbe stato dato solo un riassunto e una sintesi di dati già elaborati. L’Oms che in in un primo momento aveva derubricato la possibilità di una fuoriuscita del virus dall’Istituto di virologia che ha sede a Wuhan come “ipotesi da film”, ha in un secondo momento corretto il tiro specificando che tutte le ipotesi rimangono aperte.
In passato l’Oms è stata accusata dagli Stati Uniti di assumere posizioni troppo filo cinesi, al punto che Donald Trump ha ritirato gli Usa dall’Organizzazione. E’ indubbio che sulla questione delle origini del virus si stia sviluppando anche uno scontro diplomatico che va oltre la pura questione sanitaria. Il tutto nell’ambito di rapporti tra Washington e Pechino che non hanno beneficiato di nessuna distensione con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca. L’Oms risente anche delle pressioni opposte che provengono dalle due principali potenze mondiali.