‘’Hanno approfittato del cancello lasciato aperto da un bambino che stava andando a scuola e sono entrate – dichiara Simona Ammerata, attivista e operatrice di Lucha Y Siesta – dopo quanto è successo, abbiamo deciso di lanciare un appello per chiedere l’archiviazione della procedura di denuncia, al quale a oggi hanno aderito circa 480 realtà in tutta Italia’’ La lettera aperta scritta da Lucha Y Siesta è stata realizzata insieme all’associazione nazionale D.i.RE (Donne in Rete contro la violenza), che ha al suo interno circa 90 centri anti-violenza in tutto il paese.
‘’Da quando siamo qui abbiamo ospitato decine di donne in difficoltà – aggiunge un’altra attivista Michela Cicculli – mentre gli sportelli di orientamento ed ascolto hanno aiutato circa 600 persone’’ L’immobile, di proprietà di Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico della capitale, è stato occupato nel 2008 e negli anni è diventato un punto di riferimento della città per la lotta contro la violenza di genere. Al momento si trova all’asta a causa del concordato preventivo di Atac che l’ha messo in vendita per ripianare i propri debiti, e la Regione Lazio per salvaguardare l’esperienza portata avanti in questi anni, si è candidata per l’acquisizione. La struttura fornisce 14 dei 25 posti letto presenti in città per donne in uscita da una situazione di violenza, anche se al momento, a causa della pandemia di Covid, le disponibilità sono state ridotte a 4 o 5 nuclei al massimo