Le varianti di Sars Cov2 preoccupano e quella inglese non solo è più contagiosa, ma secondo un’inchiesta scientifica voluta dal governo Usa e alcuni governi europei “uccide di più”. Il Comitato tecnico scientifico e l’Istituto superiore di sanità chiedono al governo “misure più severe. Come in altri Paesi dell’Ue”. E intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha innalzato il livello di rischio in Europa. Una situazione delicata in cui un gruppo di oltre mille esperti che fa capo all’Italian Renaissance Team contro Covid-19 rivolge un appello al governo Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza. Tra i firmatati dell’appello dell’Italian Renaissance (fondato un anno fa dal farmacologo clinico Carlo Centemeri dell’Università Statale di Milano) ci sono l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) Guido Rasi e l’attuale responsabile della task force vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, il genetista Giuseppe Novelli, il virologo Francesco Broccolo e l’epidemiologo Massimo Ciccozzi.

L’appello nasce alla luce dei dati epidemiologici più recenti, che indicano come da settimane in Italia si registri un numero costante, ma elevato, sia di casi positivi sia di decessi. Soprattutto si tiene conto degli indicatori di un peggioramento a livello delle regioni. L’azione di misure restrittive a livello nazionale è una delle sette proposte avanzate dal gruppo di esperti, insieme all’obbligo di indossare le mascherine del tipo FFP2 e la raccomandazione dei filtri endonasali come protezione ulteriore verso le varianti, all’incremento dei test, che dovrebbero essere obbligatoriamente i molecolari e gli antigenici di terza generazione. Si chiede inoltre l’obbligo di individuare eventuali differenze nel corredo genetico del virus con un test molecolare di screening per almeno il 20% dei tamponi risultati positivi per poter individuare le varianti britannica, sudafricana e brasiliana. Gli esperti chiedono inoltre di somministrare tutti e tre i vaccini attualmente disponibili in Italia anche agli ultrasettantenni e alle persone a rischio per malattie pregresse e di rimodulare i protocolli terapeutici per garantire l’accesso a tutti i farmaci oggi disponibili, compresi anticorpi monoclonali e antinfiammatori di ultima generazione.

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