Lo spread chiude in lieve rialzo a un soffio dai 91 punti dopo aver passato gran parte della giornata sotto quota 90. Il rendimento del Btp decennale italiano, in linea con qualche tensione sui bond di tutto il Vecchio continente, è salito allo 0,52% dallo 0,47% della chiusura di venerdì scorso. In una giornata in cui Wall Street è chiusa per festività, Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,8%, in positivo come le altre borse europee. Francoforte archivia un + 0,4%, Parigi + 1,4%, Londra + 2,5%. I listini sono stati spinti anche dal buon dato sul Pil giapponese, migliore delle attese. L’indice Nikkei della borsa di Tokyo, ha superato i 30mila punti per la prima volta da 30 anni. Nell’ultimo anno il listino nipponico ha guadagnato il 27%. A Milano bene soprattutto i titoli legati al petrolio, spinti dal nuovo rialzo del greggio (+ 1,3% il brent quotato a Londra). Tenaris chiude con un + 5,9% seguita da Saipem (+ 4,8%) ed Eni (2,7%). Rialzo del 2% per Leonardo. Male A2A, Amplifon, Prysmian e Ferrari
La comunità finanziaria continua a guardare, per ora, con estremo favore al governo a guida Mario Draghi. L’agenzia di rating statunitense Moody’s ha affermato oggi che il nuovo Esceutivo “migliora” le prospettive dell’Italia per un “efficace utilizzo dei fondi europei”. L’agenzia aggiunge però che le “sfide di lungo termine” comunque restano. Una volta allentata l’urgenza legata alla pandemia, probabilmente si troverà a far fronte a “difficoltà simili e a un’opposizione politica ad alcune riforme strutturali che abbiamo osservato con altri governi nel passato”. “L’ultima rilevazione dell’Eurobarometro indica che solo il 28% degli italiani ha fiducia nell’Ue, la percentuale più bassa fra tutti i 27 paesi. Avere Mario Draghi come presidente del Consiglio che spinge per riforme impopolari non è senza rischi nel lungo termine”, aggiunge Moody’s, secondo la quale fra i rischi ci potrebbe essere quello di amplificare le tendenze populiste anti-europee emerse nell’ultimo decennio.
-Gli analisti di Unicredit hanno rivisto al ribasso le stime sullo spread in scia alla formazione del governo Draghi, dal quale si attendono ancora effetti positivi sulle “varie asset class”.
“Rivediamo le nostre previsioni per lo spread Btp-Bund a 10 anni a 75 punti base tra il primo e il terzo trimestre 2021 da 115 punti base, grazie alle aspettative di una maggiore efficienza nell’utilizzo dei fondi Next Generation Ue, di riforme strutturali e di migliori prospettive in termini di campagne vaccinali sotto il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi”.