L’inviato speciale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), David Nabarro, sollecita la necessità di introdurre una "qualche sorta" di documento che certifichi la vaccinazione e ricorda che le "varianti saranno con noi anche in futuro"
Il tema divide ancora i 27 Paesi europei e a Bruxelles, per quanto la presidente della commissione Ursula von der Leyen abbia aperto all’ipotesi, il dibattito è tutto da affrontare. Ma a sollecitare la creazione di una sorta di “passaporto vaccinale” che certifichi nei prossimi mesi la vaccinazione da coronavirus dei cittadini, è l’inviato speciale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), David Nabarro, che prevede che in futuro verrà introdotta una “qualche sorta” di documento che attesti l’immunità. Una soluzione a cui, ad esempio, Grecia e Israele hanno già pensato in vista dell’estate, per fare ripartire il turismo, pesantemente falcidiato dalla pandemia.
“Sono assolutamente certo che nei prossimi mesi ci sarà molto movimento”, ha detto Nabarro nel corso di un’intervista a Sky News chiedendosi quali sono le condizioni che permettono alle persone di spostarsi facilmente da un luogo all’altro: “Quindi – ha proseguito -, una sorta di certificato di vaccinazione senza dubbio sarà importante”. Il funzionario Onu ha aggiunto che i vari Paesi potranno formare “bolle” tra loro per i viaggiatori solo se avranno gli stessi standard in fatto di misure anti Covid e lo stesso livello di vaccinazioni. Inoltre, ha sottolineato, la trasparenza sulle misure prese è fondamentale per monitorare la nascita di nuove varianti del virus. In Italia la proposta di un certificato è già stata accolta favorevolmente, ad esempio, da palestre e piscine, che in Israele hanno già deciso di riaprire a chi dimostrerà di essere immune al Covid – dunque vaccinato o guarito. Anche l’Ungheria ha stabilito che emetterà un documento che certifica l’immunità da coronavirus, mentre Danimarca e Svezia si apprestano a farlo. Dunque, in attesa di un accordo intraeuropeo, c’è già chi si muove autonomamente, per garantire la mobilità in sicurezza dei propri cittadini e la ripartenza del settore turistico.
A rendere ancora più necessaria la creazione di un certificato di immunità, dice Nabarro, la certezza che il Covid-19 e le sue varianti ”saranno con noi nel prossimo futuro, perché anche quando verranno vaccinate molte persone, ci saranno ancora momenti preoccupanti in cui forse apparirà una versione del virus che può sfondare le difese fornite dal vaccino”. Quanto alla campagna vaccinale in Europa, dopo le prime settimane proseguite a rilento a causa della mancanza di dosi, il commissario europeo Thierry Breton, alla guida della Task force europea per il rafforzamento della capacità produttiva dei vaccini, fissa come obiettivo di “vaccinare entro fine estate” tutti i cittadini europei che lo vorranno. Intervistato dall’emittente francese BFM-TV, Breton ha detto che bisogna “fare in modo di poter vaccinare entro fine estate tutti coloro che vorranno essere vaccinati”. “Mi assumo l’impegno di fare il massimo per raggiungere questo obiettivo”, ha assicurato, restando comunque prudente: “In un’impresa – ha detto – non si è mai sicuri al 100%“.