Tra i cimeli rubati ci sono il cartellino di un Pablito 14enne che firmò quando il Vicenza lo acquistò dalla Juventus nel 1976. Sparito anche il documento dei premi partita e degli incentivi legati ai gol realizzati nel primo anno dell'attaccante con i veneti. Ed è stato rubato anche il telegramma con cui Rossi ricevette la convocazione ufficiale per i Mondiali del 1978 in Argentina
Secondo furto di oggetti legati a Paolo Rossi a poco più di due mesi dalla morte del campione italiano. Questa volta, dopo l’irruzione nella casa della stella del Mondiale ’82 proprio mentre si stavano celebrando i funerali, i ladri hanno portato a termine l’operazione anche nelle sale dello stadio Romeo Menti di Vicenza dal quale sono stati rubati alcuni cimeli calcistici dell’attaccante.
A denunciare il furto è stato, a gennaio, Nerio De Bortoli, curatore del Vicenza Calcio spa, fallito il 18 gennaio 2018. Una denuncia contro ignoti, secondo quanto riporta il verbale. Tra i cimeli rubati ci sono il cartellino di un Paolo Rossi 14enne che firmò quando il Vicenza lo acquistò dalla Juventus nel 1976. Un contratto che riporta le firme di Giussy Farina, all’epoca presidente del Lanerossi Vicenza, e di Pablito. Sparito anche il documento dei premi partita e degli incentivi legati ai gol realizzati nel primo anno dell’attaccante con i veneti. Ed è stato rubato anche il telegramma con cui Rossi ricevette la convocazione ufficiale per i Mondiali del 1978 in Argentina.
Un furto che, però, è avvenuto nel corso delle settimane, tra il 16 gennaio e l’inizio di marzo 2018. Fino a metà gennaio, due giorni prima che il tribunale dichiarasse il fallimento del Vicenza Calcio, gli oggetti si trovavano infatti ancora nella sede del club, come dimostrano alcune fotografie scattate quel giorno dal consigliere comunale Andrea Berengo.