Se fosse il portavoce di Mario Draghi non cercherebbe di renderlo “più pop”: “Punterei sulla competenza. Stonerebbe e avrei il timore dell’effetto Mario Monti col cagnolino, in tv da Daria Bignardi”. Rocco Casalino si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera in occasione dell’uscita della sua autobiografia “Il portavoce-La mia storia“, il prossimo 16 febbraio. Un libro che ripercorre tutta la sua vita, dall’infanzia difficile segnata dalle violenze in famiglia, all’esperienza al Grande Fratello e in politica, raccogliendo le confessioni più intime e private, come quelle sulla sua sessualità. “Cominciando dalla fine“, Casalino ha raccontato le emozioni (visibili, occhi lucidi vicini al pianto, ndr) nel lasciare Palazzo Chigi insieme all’ex premier Conte: “Il concetto di potere lascia il tempo che trova. Per me Palazzo Chigi è stata una esperienza impegnativa di lavoro. Quest’ultimo anno con la pandemia è stato molto faticoso, un livello di stress pazzesco. E quando Conte è uscito la commozione ha colpito tutto il palazzo. Lui ha il dono di arrivare al cuore e questo lo renderà diverso da tutti i presidenti del Consiglio”. Non ha dubbi, “Il Portavoce”: “Non credo che Conte sarà presto dimenticato. Il video del suo addio ha incassato su Facebook un milione di like, numeri pazzeschi che non fa nessuno al mondo. Proprio tutto questo consenso ha fatto di lui un problema”. Non fa autocritica, Casalino, ma ribadisce quanto sia stato difficile gestire la comunicazione durante la pandemia: “A chi lavora tanto possono capitare errori. Con me hanno fatto di tutto per evidenziarli, anche se insignificanti. Non avete idea di quanti errori e disastri veri si possono fare con la comunicazione, con lo stress e nei tempi strettissimi dovuti all’emergenza. Nessuno prima aveva gestito la comunicazione di una pandemia, lo abbiamo fatto bene e credo che il merito vada riconosciuto».