Le banche possono festeggiare la nomina a ministro di Vittorio Colao. La lotta al contante (War on Cash) è infatti una loro invenzione per raschiare via commissioni tutte le volte che si compra qualcosa, in collaborazione con le società per i pagamenti digitali: Visa, Nexi, Paypal ecc. Esse possono fare conto che il nuovo ministro gli darà manforte, a giudicare dal Piano che portava il suo nome, presentato nel 2020 come soluzione salvifica per l’Italia e finito presto nel dimenticatoio.
L’ho giusto esaminato per Viva i contanti, mio nuovo libro che uscirà a marzo con Ponte alle Grazie, ma merita riportare subito alcune osservazioni.
La scheda di lavoro n. 7 del Piano Colao avanzava la proposta donchisciottesca secondo cui “l’Italia dovrebbe farsi promotrice presso le istituzioni europee competenti perché vengano messe fuori corso le banconote sopra i 100 euro”, trovata smontata anche dall’economista Alessandro Penati (la Repubblica – Affari & Finanza, 22-6-2020, pp. 1 e 9).
L’Italia si guardò bene dal portare avanti una tale richiesta per non farsi ridere dietro. Già solo obtorto collo la Bundesbank aveva accettato di non emettere più banconote da 500 euro, ribadendo in continuazione che esse avrebbero mantenuto sempre il loro valore. Neanche il caso di dirlo per quelle da 200 euro.
Sopprimere i 200 e 500 euro sarebbe un’arma spuntata contro l’illegalità. Già da decenni per il dollaro i tagli più grossi in circolazione sono di fatto quelli da 100. Ma ciò non ostacola più di tanto la grande criminalità internazionale.
La scheda affermava pure: “Svariati studi dimostrano come ci sia una stretta correlazione tra uso del contante ed economia sommersa”, senza però citarne nessuno. È vero semmai il contrario. La ricerca Study on an EU Initiative for a Restriction on Payments in Cash, elaborata per la Commissione europea da Willem Pieter De Groen, Matthias Busse e Antonella Zarra (Università di Bologna), giunge a conclusioni negative sull’utilità dei limiti ai pagamenti in contanti per la lotta al terrorismo, la grande e anche la piccola evasione fiscale.
Analogamente Doris Schneeberger, responsabile della divisione Gestione del contante della Banca centrale europea, afferma: “Non c’è nessuna correlazione statisticamente dimostrabile fra criminalità e uso del contante o anche fra la dimensione dell’economia sommersa e il contante” (Die Bargeldnachfrage steigt und steigt, ‘La richiesta di contante aumenta in continuazione’, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28-4-2016).
La scheda di lavoro n. 9 del Piano Colao consigliava poi “l’applicazione di una ritenuta (5%) a titolo d’acconto sull’Irpef sui prelievi [di contanti] che eccedono un limite fisiologico”. Così chi, per maggior prudenza, preleva risparmi dal suo conto e li mette in contanti nella sua cassetta di sicurezza si troverebbe poi con un credito d’imposta da farsi rimborsare. Geniale!
La scheda invitava pure a “inasprire eventualmente le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di Pos o Pos non funzionante”, così anche negozianti, artigiani e professionisti sono serviti. Ecco come fare ripartire l’economia!
Beppe Scienza
Esperto di risparmio e previdenza
Economia & Lobby - 15 Febbraio 2021
Vittorio Colao ministro: le banche possono festeggiare
Le banche possono festeggiare la nomina a ministro di Vittorio Colao. La lotta al contante (War on Cash) è infatti una loro invenzione per raschiare via commissioni tutte le volte che si compra qualcosa, in collaborazione con le società per i pagamenti digitali: Visa, Nexi, Paypal ecc. Esse possono fare conto che il nuovo ministro gli darà manforte, a giudicare dal Piano che portava il suo nome, presentato nel 2020 come soluzione salvifica per l’Italia e finito presto nel dimenticatoio.
L’ho giusto esaminato per Viva i contanti, mio nuovo libro che uscirà a marzo con Ponte alle Grazie, ma merita riportare subito alcune osservazioni.
La scheda di lavoro n. 7 del Piano Colao avanzava la proposta donchisciottesca secondo cui “l’Italia dovrebbe farsi promotrice presso le istituzioni europee competenti perché vengano messe fuori corso le banconote sopra i 100 euro”, trovata smontata anche dall’economista Alessandro Penati (la Repubblica – Affari & Finanza, 22-6-2020, pp. 1 e 9).
L’Italia si guardò bene dal portare avanti una tale richiesta per non farsi ridere dietro. Già solo obtorto collo la Bundesbank aveva accettato di non emettere più banconote da 500 euro, ribadendo in continuazione che esse avrebbero mantenuto sempre il loro valore. Neanche il caso di dirlo per quelle da 200 euro.
Sopprimere i 200 e 500 euro sarebbe un’arma spuntata contro l’illegalità. Già da decenni per il dollaro i tagli più grossi in circolazione sono di fatto quelli da 100. Ma ciò non ostacola più di tanto la grande criminalità internazionale.
La scheda affermava pure: “Svariati studi dimostrano come ci sia una stretta correlazione tra uso del contante ed economia sommersa”, senza però citarne nessuno. È vero semmai il contrario. La ricerca Study on an EU Initiative for a Restriction on Payments in Cash, elaborata per la Commissione europea da Willem Pieter De Groen, Matthias Busse e Antonella Zarra (Università di Bologna), giunge a conclusioni negative sull’utilità dei limiti ai pagamenti in contanti per la lotta al terrorismo, la grande e anche la piccola evasione fiscale.
Analogamente Doris Schneeberger, responsabile della divisione Gestione del contante della Banca centrale europea, afferma: “Non c’è nessuna correlazione statisticamente dimostrabile fra criminalità e uso del contante o anche fra la dimensione dell’economia sommersa e il contante” (Die Bargeldnachfrage steigt und steigt, ‘La richiesta di contante aumenta in continuazione’, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28-4-2016).
La scheda di lavoro n. 9 del Piano Colao consigliava poi “l’applicazione di una ritenuta (5%) a titolo d’acconto sull’Irpef sui prelievi [di contanti] che eccedono un limite fisiologico”. Così chi, per maggior prudenza, preleva risparmi dal suo conto e li mette in contanti nella sua cassetta di sicurezza si troverebbe poi con un credito d’imposta da farsi rimborsare. Geniale!
La scheda invitava pure a “inasprire eventualmente le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di Pos o Pos non funzionante”, così anche negozianti, artigiani e professionisti sono serviti. Ecco come fare ripartire l’economia!
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.