Durante i 13 mesi di trattative che hanno portato alla nascita del nuovo gruppo Stellantis, anche i lettori più distanti dal mondo dell’auto hanno a che fare con l’idea di integrazione industriale portata avanti da Carlos Tavares. L’ex numero uno di Psa e ora della nuova azienda, offriva a Fca il valore aggiunto di tecnologie francesi che sono sembrate a volte lontane dalla realtà. L’espressione “piattaforma modulare multi energia”, tra i non addetti ai lavori, è parsa per lungo tempo un equilibrismo ambientalista su cui scommettere per il futuro.

La nuova Citroen C4, prima vettura in ordine rigorosamente cronologico ad essere intestata al gruppo Stellantis, dimostra invece che l’assalto ideato da Tavares al vertice dei costruttori automobilistici mondiali ha basi solide, ma soprattutto può avere una esecuzione molto più rapida del previsto. La C4 è una vettura speciale, stavolta fuori dagli schemi non solo per la tradizione Citroen a proporre modelli dal design riconoscibile.

Qui a saltare in modo sorprendente è l’associazione mentale che ha visto finora i costruttori tagliare letteralmente a fette la propria produzione, e dedicare determinate caratteristiche tecniche ad una singola categoria di vetture, con motorizzazioni e soprattutto telai previsti per le auto piccole e altri per le medie, con soluzioni rigorosamente diverse per il mercato dove si concentrano le vendite.

Telai che intendiamo come pianali modulari, sia chiaro, spiegando che il fatidico termine sottintende basi meccaniche adattabili e in grado di sostenere la realizzazione non di una singola vettura, ma di intere famiglie di veicoli. Ma finora, rigorosamente della stessa categoria. Citroen C4 2021 invece è un crossover, e non per un fatto di carrozzeria, ma per l’utilizzo del pianale CMP pensato per le citycar su una vettura lunga invece 436 cm, alta 152 metri e larga 180, ovvero con le dimensioni più classiche di una auto berlina a due volumi.

Economie di scala per un modello realizzato a risparmio? Assolutamente no, questo il punto. Citroen C4 è una risposta rapida al bisogno del gruppo Stellantis di presentarsi, nella categoria di auto medie, con una vettura indifferentemente a motorizzazione benzina e gasolio, ma anche elettrica, cioè esattamente quello a cui la concorrenza tedesca e francese ha rinunciato, dedicandosi piuttosto alle realizzazione di modelli aggiuntivi ad esclusiva alimentazione a batterie. Con più costi, minori sinergie e maggiori ritardi nel diffondere le emissioni zero attraverso nuove gamme di prodotti, con i quali poi bisogna costruire una familiarità presso i clienti. La sigla C4 appartiene alla storia Citroen dal 2000, ha già fatto conoscere l’anticonformismo come sua caratteristica di design e oggi diventa un modello “multi energia” nel modo più razionale possibile.

La piattaforma modulare CMP non è affatto sottodimensionata, perché ha consentito di realizzare un design da crossover a coda spiovente molto personale tanto nell’abbinamento di linee curve e spigoli che nel trasferire ariostità all’abitacolo. Inevitabile la limitazione alla visibilità posteriore che deriva dallo spoiler a metà del lunotto, con forme che non esaltano anche la capacità del bagagliaio, ovvero 380 litri standard che diventano 1.250 a schienali abbattuti.

Resta tuttavia la concretezza di una vettura, chiaramente una Citroen, per l’impostazione degli spazi in una chiave di comfort arricchito da una buona impronta digitale, con strumentazione elettronica dietro il volante e display da 10 pollici al centro della plancia.

Modernità nel look che diventa pragmatismo andando più in profondità. Nuova Citroen C4 sarà disponibile, contemporaneamente, con il motore benzina 1.2 PureTech da 130 Cv, con il Diesel 1.5 BlueHDI da 130 Cv o ancora con la power unit elettrica da 136 Cv alimentato da una batteria agli ioni di litio da 50 kWh di capacità. Quest’ultimo è l’invito più sfizioso, perché se la dotazione meccanica corrisponde in pieno a quella utilizzate finora su tute le vetture elettriche piccole del dell’ex gruppo Psa, Citroen C4 dimostra che lo schema è replicabile senza problemi salendo dal segmento B a quello C delle medie compatte.

Su strada, la francese mostra la bontà di sospensioni affidabili e che mantengono in pieno lo stile Citroen nell’annullare le asperità dell’asfalto. Buona precisione di sterzo e un comportamento divertente, con accelerazione da 0 a 100 km/h in 9,7 secondi e 150 km/h di velocità massima autolimitata, a fronte di 350 km di autonomia per la versione a elettroni che abbiamo guidato. Tutto questo, con una vettura che fa della normalità l’arma in più per avvicinare i clienti alle emissioni zero con un listino a partire da fra 35.150 euro, da cui possono essere sottratti fino a 10.000 euro di incentivi statali. Con un risultato chiaro, dalle buone qualità stradali e ottenuto con quella rapida esecuzione che da Stellantis ci si aspetta dedichi anche la marchio Fiat.

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