“Un uso che può rappresentare una possibilità”. I farmaci “Serm” (Modulatori Selettivi del Ricettore Estrogenico) utilizzati nella cura contro il tumore al seno sarebbero efficaci nel contrastare l’infezione da Sars Cov 2 e il successivo sviluppo del virus. Il dato emerge da uno studio condotto dalle ricercatrici Monica Montopoli (Veneto Institute of Molecular Medicine -Università di Padova) e Arianna Calcinotto (Istituto oncologico di ricerca di Bellinzona) su una popolazione femminile di 51.060 donne, con età media di 56 anni, testate per l’infezione in Veneto tra il 22 febbraio e il 1 aprile del 2020.

Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Annals of Oncology ed è il risultato della stretta collaborazione tra il Vimm, il Registro Tumori Veneto e lo Ior. Una precedente ricerca svolta dal Veneto Institute o scorso anno aveva dimostrato che i pazienti affetti da cancro alla prostata, trattati con terapie di deprivazione androgenica (Adt), presentavano un minor rischio di infezione e di sviluppo del Covid-19 rispetto a quelli non trattati.. I pazienti oncologici hanno sviluppato una malattia più grave e per quasi il 150% è stato necessario il ricovero in ospedale.

Indagando l’influenza degli ormoni sessuali nel decorso del Covid 19, e del loro ruolo nella regolazione del sistema immunitario e nelle diverse proteine coinvolte nell’infezione da Sars Cov 2 come ACE2 e TMPRSS, nel campione delle donne testate è stata notata una ridotta prevalenza di infezione in pazienti affette da tumori ormono-dipendenti in terapia Serm; lo studio suggerisce pertanto un effetto “off-target” giocato questi farmaci, che comporterebbe un’alterazione nel meccanismo di fusione tra il virus e la cellula ospite, e ne individua un possibile utilizzo clinico nel trattamento dei pazienti Covid-19.

Questo risultato, in linea con la recente scoperta sviluppata dal consorzio pubblico privato “Exscalate4CoV”, finanziato dalla Commissione Europea con il bando Horizon 2020 e che prevede un’efficacia del raloxifene quale potenziale farmaco contro il Covid, andrà ulteriormente convalidato in una coorte più ampia di donne infette, e corretto in base a più variabili. “Il risultato che abbiamo ottenuto – commenta Montopoli – seppur richieda un campione più ampio e ulteriori studi molecolari per far luce sul meccanismo e sull’effetto protettivo osservato nelle donne sotto trattamento con Serm, individua una nuova e possibile strada per prevenire o attenuare gli effetti del virus”.

Lo studio

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