Il messaggio dell'ex capo dello Stato, che da tempo non partecipa ai lavori, per promuovere il nuovo esecutivo: "Desidero esprimere il mio convinto sostegno alla scelta del Presidente Mattarella per un governo presieduto da Mario Draghi, e sostenuto con intento unitario da un ampio arco di forze politiche"
Non sarà in aula per motivi di salute, come ormai purtroppo gli capita da tempo. Ma ha voluto mandare un messaggio di sostegno a Mario Draghi. Una decisione dall’altro valore simbolico quella di Giorgio Napolitano, l’ex presidente della Repubblica che da senatore a vita avrebbe la possibilità di votare la fiducia al nuovo esecutivo. “Non potendo essere presente al dibattito sulla fiducia per ragioni di salute, desidero esprimere il mio convinto sostegno alla scelta del Presidente Mattarella per un governo presieduto da Mario Draghi, e sostenuto con intento unitario da un ampio arco di forze politiche“, fa sapere il capo dello Stato emerito, regista – ormai dieci anni fa – dell’operazione che portò al governo a larghe intese di Mario Monti.
Era il novembre del 2011 e proprio in quei giorni il premier incaricato veniva nominato al vertice della Bce. Il giudizio di Napolitano per il nuovo governo è praticamente un assegno in bianco. “Il Presidente Draghi ritengo saprà affrontare i complessi compiti che lo attendono, forte del consenso del paese che di certo verrà confermato in Parlamento. Lo stretto legame con l’Europa e l’alta considerazione internazionale consentiranno al nuovo governo di gestire al meglio la lotta alla pandemia, con una efficace campagna vaccinale, e di dare impiego proficuo alle risorse europee per programmi e investimenti in grado di affrontare i gravi problemi dell’Italia, in quel percorso di crescita economica e di progresso sociale e civile che tutti auspichiamo”. Dimessosi dal Quirinale nel 2015, dopo la rielezione di due anni prima, Napolitano ha ripreso il suo posto a Palazzo Madama come senatore a vita (incarico che gli aveva già conferito Carlo Azeglio Ciampi). Iscritto al gruppo Autonomie, ha votato la fiducia al governo di Paolo Gentiloni (che ha anche elogiato pubblicamente). Dopo il malore dell’aprile 2018, invece, non è più tornato in aula. E non ha mai inviato messaggi per manifestare come la pensasse sui due governi presieduti da Giuseppe Conte.