Un record di oltre 15 milioni e 300 mila prime dosi di vaccino somministrate a 4 gruppi prioritari in 10 settimane. Traguardo raggiunto per la prima fase della campagna di vaccinazione anti Covid-19 nel Regno Unito, ma i contagi restano alti e ora la missione, poderosa quanto ambiziosa, non solo punta ad immunizzare altri 17,2 milioni di adulti sopra i 50 anni entro la fine di aprile, ma anche a studiare gli effetti dei vaccini sui bambini.
All’università di Oxford e nei siti partner di Londra, Southampton e Bristol, nel weekend è partita la prima sperimentazione clinica al mondo su 300 giovani volontari, di cui 150 di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e altri 150 tra i 12 e i 17. A 240 di questi bambini e adolescenti sarà somministrato il vaccino ChAdOx1 nCoV-19, quello sviluppato da Astrazeneca/Oxford, il primo dei tre sieri ad essere stato approvato dalle autorità britanniche, e nel mondo. I rimanenti volontari riceveranno l’iniezione di un vaccino per il controllo della meningite, il MenB, che è risultato sicuro sui bambini ma produce reazioni simili a quelle del vaccino prodotto da AstraZeneca, come ad esempio dolore al braccio.
Per tutto il mese di febbraio ai giovani saranno inoculate le stesse dosi di vaccino che vengono iniettate agli adulti, i richiami saranno poi somministrati in due intervalli diversi di 1 mese e tre mesi per individuare la migliore risposta immunitaria. In Gran Bretagna durante la prima ondata pandemica sono stati costretti al ricovero circa 700 bambini, molti dei quali affetti da patologie pregresse. In 100 casi i pediatri hanno rilevato l’emergere di una sindrome infiammatoria, PIMS-TS, che provoca serie alterazioni agli organi e sembrerebbe associata a COVID-19.
“Sebbene la maggior parte dei bambini sia solo relativamente toccata dal coronavirus ed è improbabile che si ammali in modo serio, è importante stabilire la sicurezza del vaccino e la risposta immunitaria in bambini e giovani perché alcuni di loro potrebbero beneficiarne. Questa nuova sperimentazione allargherà le nostre conoscenze su come controllare Sars Cov 2 nei gruppi più giovani” dice Andrew Pollard, a capo del team che ha condotto i test clinici ad Oxford.
Per contenere il contagio causato dalle varianti, il governo di Boris Johnson ha imposto misure restrittive sin da Natale. Senza non poche esitazioni il primo ministro ha annunciato che le scuole potrebbero finalmente riaprire ma non prima dell’8 marzo. Gli scienziati britannici confermano che la pandemia abbia avuto effetti profondamente negativi sull’istruzione, lo sviluppo della socialità ed il benessere emotivo di bambini. Il nuovo studio, finanziato dal National Institute for Health Research (Nihr) e AstraZeneca dovrebbe dunque giocare un ruolo importante nell’aiutare a proteggere i bambini in futuro, secondo Grace Li, Paediatric Clinical Research Fellow, dell’Oxford Vaccine Group: “Abbiamo già osservato che il vaccino è sicuro ed efficace negli adulti e la nostra comprensione di come i bambini siano colpiti dal coronavirus continua ad evolvere” dice Li. Il tasso di contagio sembra in calo e la prossima settimana Johnson apparirà alla nazione per annunciare finalmente il piano del governo per allentare il lockdown.
“Dobbiamo essere molto prudenti e perseguire progressi cauti ma irreversibili” ha anticipato ieri il primo ministro tory, ma per allentare la morsa del virus nel paese europeo con il più alto numero di decessi per Covid, (ormai oltre i 117 mila) Johnson e gli scienziati di Downing Street stanno intraprendendo però strategie definite da alcuni azzardate, come il ritardo del richiamo fino a tre mesi dalla prima dose per accelerare le somministrazioni ad un più alto numero di persone, e poi la sperimentazione attualmente in corso sugli effetti del combinare l’inoculazione di due vaccini diversi -Astrazeneca/Oxford e Pfizer-BioNTech – su una stessa persona, aggirando cosi il problema della disponibilità di dosi.