Il Senato ha approvato la prima fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore e 40 contrari. Una maggioranza molto ampia, che però non scalfisce il record dell’esecutivo Monti nel 2011 (281 furono i voti a favore). E soprattutto già con una prima ferita: sono stati 15 i voti contrari del Movimento 5 stelle e otto senatori M5s non hanno partecipato al voto (solo 2 gli assenti giustificati). Uno strappo che peserà soprattutto nei prossimi giorni, quando si capirà se le perdite in casa grillina sono destinata ad aumentare o meno. Tra chi all’ultimo ha deciso il voto contrario, ci sono anche due parlamentari di riferimento nel M5s come Barbara Lezzi e Nicola Morra. E se l’esecutivo fresco di nomina non ha problemi di numeri, chi potrebbe uscire più acciaccato del previsto è l’intergruppo Pd-M5s-Leu: se le defezioni fossero definitive infatti, la coalizione uscente del governo Conte 2 avrebbe meno voti del centrodestra a Palazzo Madama (116 contro 134).
La prima prova a Palazzo Madama per il presidente del Consiglio era iniziata alle 10 di questa mattina, con un vero e proprio appello ai partiti in nome di “responsabilità nazionale” e “spirito repubblicano“. Quindi il richiamo al “dovere” dell’unità. E la garanzia di continuità con il governo Conte 2, la cui “mole di lavoro” sarà la base da cui ripartire per il Recovery plan. Una continuità che si vedrà anche, tra le altre cose, nell’impegno a inserire la tutela dell’ambiente in Costituzione come chiesto Beppe Grillo e il M5s, come già proposto da Giuseppe Conte. Il suo intervento ha ricevuto un appoggio trasversale, con ogni partito e leader che ha piegato l’interpretazione delle parole sui temi che più fanno comodo ai rispettivi elettorati. Gli unici compatti sul fronte dell’opposizione sono stati, come anticipato, i senatori di Fratelli d’Italia (anche se si sono detti pronti a sostenere i singoli provvedimenti). A favore senza particolari remore Pd, Forza Italia e Lega. Praticamente tifosi, naturalmente, i responsabili della crisi: Italia viva. I renziani si sono fatti notare con esternazioni come: “Draghi è lei il nostro Mes” (Faraone). E pure: “Siamo stati un drappello di visionari” (Bellanova). I più lacerati sono stati appunto i 5 stelle: tra le lacrime di Cinzia Leone e le proteste di Danilo Toninelli. Fino all’avvertimento del capogruppo Ettore Licheri: “Diciamo Sì, ma romperemo le scatole”.
Chi ha detto No: tra i 5 stelle 15 contrari e almeno 6 assenti – Alla fine gli esponenti del M5s che si sono decisi per il No sono stati 15: Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Micco, Giannuzzi, Granato, La Mura, Lannutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Moronese, Morra, Ortis. Un numero più alto rispetto a quello anticipato alla vigilia, ma che si ferma a metà rispetto alle previsioni di poco meno di una settimana fa quando ci si aspettava uno strappo di quasi 30 persone. Sicuramente a cambiare gli equilibri ha contribuito l’adesione di nomi della prima guardia come Nicola Morra, che fino all’ultimo sembrava invece orientato all’astensione. Tra i piani che potrebbero aprirsi ora, c’è anche quello di creare un gruppo autonomo (magari recuperando il simbolo dell’Italia dei valori). Resta da capire ora se l’espulsione sarà automatica: secondo quanto annunciato da Crimi non hanno alternativa, ma negli ultimi giorni sono circolate diverse versioni. Ai ribelli della fiducia che hanno deciso di andare fino in fondo, bisogna aggiungere altri 6 senatori M5s che non hanno partecipato al voto: non hanno voluto arrivare allo strappo definitivo, ma restano nella corrente dei critici. Si tratta di: Auddino, Botto, Campagna, Dessì, Garruti, Nocerino. In congedo risulta, poi, la senatrice Orietta Vanin, mentre in missione Francesco Castiello.
Gli altri contrari sono stati i 19 senatori di Fratelli d’Italia. Poi alcuni esponenti del Misto come Mario Michele Giarrusso, Lello Ciampolillo, Elena Fattori, Paola Nugnes e Gianluigi Paragone. Gli astenuti sono stati Tiziana Drago del gruppo Misto, ex M5s, e Albert Laniece delle Autonomie.
L’intervento in Aula e l’ambiente in Costituzione (come chiedono i 5 stelle) – Draghi nel suo intervento del mattino ha cercato di spingere il più possibile sul senso di “dovere” e “responsabilità”, facendo seguito all’appello di Sergio Mattarella. Ma ha anche cercato di ridimensionare le lodi di cui lo hanno ricoperto partiti e commentatori. Ha iniziato dicendo che non c’è stato alcun “fallimento della politica”: “Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità. Semmai ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese”. E ribattendo ai parlamentari, ha detto: “Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall’azione di governo da me presieduto”.
Draghi ha esordito citando le vittime del Covid, i ricoverati in terapia intensiva e “chi soffre” per le “gravissime” conseguenze economiche della crisi sanitaria. Per questo, centrale sarà da un lato la lotta al coronavirus, dall’altro le misure per arrivare a una piena ripresa del Paese. Nei 53 minuti di intervento, il premier ha parlato degli interventi prioritari. Sulla scuola ha chiesto di adattare il calendario scolastico alla pandemia. Quindi ha parlato di rafforzamento della campagna di vaccinazione, coinvolgendo anche la protezione civile” e facendole in “tutte le strutture disponibili, pubbliche e private“. Senza puntare su strutture che ancora non sono pronte (un chiaro riferimento alle primule di Arcuri). Poi ha parlato di riforma del fisco, giustizia e parità di genere. E ha sottolineato in modo netto la natura europeista e atlantista del nuovo governo: “Sostenerlo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro“, ha detto di fatto replicando (senza citarlo) a Matteo Salvini che solo ieri aveva provocato definendo “irreversibile solo la morte”. Quindi la frase che ha provocato l’applauso più lungo dell’Aula: “L’unità non è un’opzione, ma un dovere guidato da ciò che unisce tutti: l’amore per l’Italia”.
L’ambiente, punto centrale dell’accordo con i partiti, è tornato più volte nel discorso di Draghi. “Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”, ha detto. “Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute”. E ha pure citato le parole di Papa Francesco sugli “uomini che hanno rovinato l’opera del signore”. E’ stato nella replica però, che ha dato il segnale più forte ai 5 stelle. Ha confermato infatti “l’impegno del governo” per inserire i “concetti” di ambiente e sviluppo sostenibile sui cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge. Una proposta molto cara al Movimento 5 stelle, primo sostenitore della legge in Parlamento, e allo stesso Beppe Grillo. “Lo sviluppo sostenibile è alla base della giustizia tra generazioni”, ha detto Draghi.
Il presidente del Consiglio ha poi passato in rassegna le varie richieste arrivate dai parlamentari, citando “le cose che lo hanno più colpito”. E’ partito dalla governance per il Recovery plan, quella stessa governance sulla quale Matteo Renzi tre mesi fa ha fatto saltare il governo: “Voglio ribadire quanto considero cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento, in particolare per quanto riguarda il Programma di ripresa e resilienza, ho indicato come la governance debba essere incardinato al ministero dell’Economia con strettissimo coordinamento con i ministeri competenti, per definire e attuare i progetti”. Su questo “il Parlamento sarà informato in modo tempestivo sul programma e le linee di intervento”. Un coinvolgimento che, ha detto, dovrà riguardare anche “Regioni e dei Comuni”, così come quello “delle parti sociali”. Rispondendo a chi gli ha contestato di non aver parlato a sufficienza di legalità, Draghi ha replicato: “Come ho detto, legalità e sicurezza sono basi su cui costruire benessere e crescita nel Mezzogiorno: senza non ci può essere crescita. C’è poi un rischio specifico che corriamo in vista della stagione di ricostruzione” che verrà avviata anche con il Recovery plan: “Le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata a seguito della crisi di liquidità in diversi settori. Questo rischio viene costantemente seguito”. Quindi ha annunciato maggiori sostegni per il mondo della cultura e la centralità del turismo negli interventi futuri.
Draghi è anche tornato sui dossier migratori, precisando che la linea di intervento sarà quella sancita dall’Unione europea: “La risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee. Permane la contrapposizione tra Stati di frontiera esterna, e Stati del Nord e dell’Est Europa, principalmente preoccupati di evitare i cosiddetti movimenti secondari. L’Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di re-distribuzione dei migranti pro-quota“.
Il dibattito in Aula – Oltre 60 gli interventi dei senatori per oltre cinque ore, a cui sommare le due ore abbondanti di dichiarazioni di voto dei capigruppo. E’ stato un dibattito fiume quello che ha accolto Mario Draghi per la sua prima prova. E anche un po’ ingessato tra gli eccessivi interventi a favore che, all’improvviso, hanno portato dalla stessa parte della barricata forze che, fino a pochi giorni fa, erano le une opposte alle altre.
Il travaglio più grande è stato in casa 5 stelle. Ed è stato palese in ogni intervento dei senatori. Tra i primi Giorgio Fede, che ha ribadito come quella del M5s non “sarà una fiducia in bianco, è una fiducia vigile. Per lei Draghi è una sfida non indifferente arrivare dopo il presidente Conte”. Poi è toccato ad Alberto Airola: “Sarò pronto a sfiduciare questo governo non appena mi renderò conto che i nostri principi non saranno condivisi”, la minaccia. La collega Domenica Castellone ha aggiunto: “Noi da responsabili, per senso del dovere delle Istituzioni, sacrifichiamo perfino l’unità del nostro gruppo. Di questa sofferenza Draghi deve tenere conto e deve essere consapevole che deve guadagnarsi la fiducia confermando che ne è valsa la pena”. Cinzia Leone è intervenuta addirittura in lacrime, parlando di un Sì “combattuto e lacerante“. Non ha pianto, ma ha mostrato tutta la sua sofferenza l’ex ministro Danilo Toninelli che ha confermato il Sì, ma, ha precisato, “la penso diversamente”. E ha avvertito: “Ci aspettiamo che Draghi dia risposte al popolo italiano e non solo alle élite. Vuole stare dalla parte di chi fa le leggi salvabanche o di chi vuole proteggere i risparmiatori?“. La responsabilità finale se l’è presa il capogruppo Ettore Licheri: “Presidente le chiediamo coraggio, il coraggio di guardare i fatto attraverso una prospettiva nuova. Il nostro sì non sarà mai incondizionato. Sarà un sì vigile, direi guardingo. Non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole. Come gruppo M5s abbiamo passato giornate terribili. Presidente dia corpo e gambe all’intuizione di Grillo di dotare questo Paese di dotare di una transizione ecologica. Lo faccia e avrà il nostro appoggio, e che Dio lo assista”.
Difficile votare la fiducia anche in casa Leu. Ma sia Loredana De Petris che Francesco Laforgia (Leu), hanno dato il loro via libera: “Draghi arriva nel momento di maggiore fragilità della politica ma la politica non è morta: questa maggioranza dovrà essere lo spazio in cui si deve consumare una legittima battaglia delle idee”. Molto più rilassati i democratici, che hanno accolto a braccia aperte l’esordio di Draghi. “Non essere pronti oggi significherebbe sola una cosa: fallire”, ha detto il capogruppo dem Andrea Marcucci. E il Pd è sicuramente pronto.
Grande entusiasmo dai banchi dei renziani, veri autori della crisi politica e della manovra di palazzo che ha portato alla nomina di Draghi. E nell’impeto di entusiasmo, il capogruppo Davide Faraone si è definitivamente rimangiato la condizione (per loro fino a ieri imprescindibile) del Mes: “Ci chiedono strumentalmente perché non chiediamo più il Mes. Non lo facciamo perché il nostro Mes è lei, presidente Draghi, e questo governo”. Mentre l’ex ministra Teresa Bellanova è arrivata a dire che è “evidente a tutti perché un drappello di visionari riformisti ha avuto ragione indicando i limiti di un esecutivo che aveva nell’emergenza il suo unico motivo di esistenza”. Nello schieramento di chi è rimasto “convintissimo” da Draghi anche Forza Italia: “Il suo discorso ci ha convinto ad accordarle una fiducia consapevole e responsabile, è stato un discorso di verità, serio, sobrio ed empatico“.
Più complessa la situazione per la Lega. Se il discorso di Draghi ha messo d’accordo un po’ tutti, le uniche frecciate sono state per Matteo Salvini e il suo antieuropeismo. Il leader del Carroccio in mattinata ha risposto: “Draghi ha sempre ragione, l’euro non è un tema di attualità”. Poi intervenendo in Senato, ha ritirato fuori il suo parterre di provocazioni, dalla Tav al ponte sullo Stretto: “L’Europa è casa nostra, l’Europa che vogliamo è quella del benessere, della crescita, ma non quella dell’austerità, dei tagli alle scuole e agli ospedali, dei vincoli di bilancio…Noi vogliamo dare più forza all’Italia in Europa”. E ancora: “De Gasperi nel ’48 diceva che la civiltà occidentale va difesa agni costo. Siamo con lei nella difesa dei valori e dei diritti della società occidentale a prescindere da tutto e tutti”. Quindi ha citato tutti i temi più divisivi. Innanzitutto “il Ponte sullo stretto”: “E’ Europa, è sviluppo, è crescita, è lavoro. Evviva. L’Europa ci aiuterà”.
Infine sono saldamente all’opposizione, come annunciato, i senatori di Fratelli d’Italia. “Abbiamo rispetto per lei”, ha detto il senatore Adolfo Urso, “per quello che ha fatto in altri contesti in cui ha operato, per lo spirito servizio e per la sua onestà intellettuale ma, con altrettanta onestà intellettuale, le diciamo che questo non è il governo dei partiti e non è il governo del Paese, perché nessuno di coloro di quelli che oggi le daranno la fiducia si è presentato ai propri elettori dicendo che avrebbe votato un governo di larghe intese da lei guidato. Anzi molti di coloro che oggi le voteranno la fiducia, ai propri elettori avevano evocato lei come un pericolo per il Paese. Questo è un governo dei partiti e noi svolgeremo il nostro ruolo di sentinelle d’Italia”. Il collega Ignazio Larussa ha ricordato però che Fdi valuterà voto per voto come comportarsi: “Ci troverà pronti a votare ogni provvedimento in discontinuità con il precedente governo e saremo gli unici alleati che la sosterranno senza chiedere in cambio ministri e sottosegretari…”.
CRONACA ORA PER ORA
23.35 – E’ terminata la prima chiama: finora Sì 201 No 30 Astenuti 1
23.20 – Morra e Lezzi votano No alla fiducia
23.18 – Il senatore Laniece si è astenuto dal voto di fiducia
23.06 – E’ iniziata al Senato la chiama per appello nominale sulla fiducia al governo Draghi
23 – La senatrice ex M5s Drago: “Mi asterrò”
“Ho una vecchia stima nei suoi confronti. Manifesto la mia astensione dal voto”. Lo ha detto la senatrice pentastellata Tiziana Carmela Drago al Senato.
22.40 – Fdi protesta: “La Rai ha interrotto le trasmissioni sull’intervento di Ciriani”. Casellati: “Cambio di rete annunciato”
“Devo denunciare un fatto gravissimo: durante la dichiarazione di voto del presidente Ciriani, l’unico ad aver dichiarato il voto contrario al nascente governo, la Rai ha interrotto la diretta Tv, ha censurato il presidente Ciriani e ha mandato la pubblicità”. Lo ha detto nell’aula del Senato Alberto Balboni di Fdi. “Se questa è una prova di regima, ci siamo perfettamente dentro. Presidente chieda che venga rimandato l’intervento dell’unica forza di opposizione”. Una ricostruzione smentita dalla presidente Casellati: “Nel cambio di rete è stato riportato il discorso del senatore Ciriani”.
22.30 – Licheri (M5s): “Le chiediamo il coraggio di guardare i fatti con una prospettiva nuova”
“Oggi il M5S le chiede, soprattutto una cosa, il coraggio. Il coraggio di guardare i fatti attraverso una prospettiva che non appartiene al suo mondo che è stato. I cittadini sono amareggiati e delusi e lo siamo anche noi attivisti e parlamentari del doppio tradimento che abbiamo visto in un anno e mezzo. Ha lasciato ferite profonde. E l’unica ragione vera non si poteva dire ed era uccidere il M5S. Uccidere politicamente Giuseppe Conte”.
22.15 – Salvini: “La Lega c’è, convintamente”
“La Lega c’è, convintamente. Rispetto alla compravendita di un mese fa è cambiato il mondo. E di questo la ringraziamo. Noi abbiamo scelto l’Italia, prima dell’interesse di partito. Questo per noi è ‘prima gli italiani”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in sede di dichiarazione di voti al Senato. “Abbiamo un valore in comune, la libertà, di culto, di pensiero. Oggi vogliamo seguire i principi della libertà e il ritorno della libertà”
21.30 – Bellanova: “Italia viva è un drappello di visionari”
“E’ finalmente evidente a tutti perché un drappello di visionari riformisti ha avuto ragione indicando i limiti di un esecutivo che aveva nell’emergenza il suo unico motivo di esistenza”. Lo ha detto la senatrice di Iv, Teresa Bellanova, nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. “La nostra scelta non è stata la caricatura di un duello”, ha aggiunto riferendosi alla crisi del Conte 2 aperta da Iv. Bellanova ha parlato di “un impianto eminentemente politico del governo” Draghi, ribadendo “il pieno consenso a quanto ascoltato”. “La maggioranza è eterogenea – ha aggiunto – resta da capire se questo sia un punto di forza o un indice di debolezza, dipende da tutti noi essere all’altezza della sfida”.
21.10 – Sono iniziate le dichiarazioni di voto
20.45 – Al via nell’aula del senato la replica del presidente del Consiglio Mario Draghi sulla fiducia
19.50 – Finita la discussione generale. Aula sospesa fino alle 20.40
19.30 – Faraone: “Il nostro Mes è lei presidente Draghi”
“Ci chiedono strumentalmente perché non chiediamo più il Mes. Non lo facciamo perché il nostro Mes è lei, presidente Draghi, e questo governo”. Lo dice il capogruppo di Iv al Senato, Davide Faraone, intervenendo in discussione generale sulla fiducia al governo. “Un Paese al contrario, quello che considera responsabile tenere in panchina Draghi, Colao, Cingolani e Giovannini e lascia in campo Toninelli. Io credo che ne valesse la pena”, sostiene.
18.50 – Berlusconi: “Se Salvini volesse, darei una mano a entrare nel Ppe”
“Io credo che sia una maturazione doverosa da parte della Lega, non so se definirla una svolta, ma certamente è un atto di saggezza che anche l’Ue apprezzerà. Ormai nessun Paese deve restare isolato, si deve andare verso quelli che io chiamo gli stati uniti d’Europa e non credo che Salvini per ora abbia intenzione di aderire a Ppe, ma se lo volesse gli darei volentieri una mano”. Lo afferma Silvio Berlusconi in un’intervista a Porta a Porta parlando della svolta europeista della Lega.
18.45 – Leone (M5s): “Seppur combattuto, un lacerante Sì”
“Seppure combattuto, un lacerante sì”. Lo dice commossa la senatrice M5S, Cinzia Leone, prendendo la parola in aula, a Palazzo Madama, durante la discussione generale sulla fiducia al governo Draghi. “Del resto sono una portavoce al senato – spiega -. Un sì che è la sommatoria dell’assunzione di responsabilità indicata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal precedente premier, Giuseppe Conte, e dalla nostra base. Coinvolta, perché noi non diamo ordini di scuderia”. Una base – conclude commovendosi – che si è espressa su una piattaforma, “la stessa che mi ha consentito di essere oggi senatrice della Repubblica
18.40 – Crucioli (M5s): “Non posso più stare nel Movimento 5 stelle”
“Ero venuto già con le idee chiare, ma ogni dubbio mi è stato tolto dal discorso del presidente del Consiglio”. Lo dice il senatore M5S, Mattia Crucioli, confermando il no alla fiducia al governo Draghi. “Ovviamente non posso più essere all’interno del Movimento 5 stelle, perché la scelta di campo è radicale, dirimente, proprio un’altra visione. Ho sentito comunque buona volontà e buona fede nei colleghi di chi voterà sì. Il Movimento 5 stelle pensa di poter mitigare dall’interno l’impostazione liberista del governo – sottolinea -. Io penso che sia molto meglio aver le mani libere per avere la forza e la determinatezza per indicare i passaggi scorretti. Magari, loro da dentro e noi da fuori potremo fare un buon servizio al Paese”.
18.30 – Palazzotto: “Sbagliato non votare la fiducia a Draghi. Lascio Leu”
“Oggi finisce il mio percorso dentro Sinistra Italiana. È una scelta dolorosa che assumo per rispetto di una comunità politica in cui non mi riconosco più”. Lo scrive su Facebook Erasmo Palazzotto, deputato e presidente della commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. “È una scelta maturata nel tempo – aggiunge Palazzotto – che ha solo in parte a che vedere con la questione del voto di fiducia a questo nuovo Governo, ma che indubbiamente da questa vicenda è resa necessaria. Nasce da una diversa lettura della crisi delle democrazie liberali in occidente e del ruolo che le sinistre dovrebbero avere in questo delicato momento storico”. “Oggi però non posso limitarmi a manifestare il mio dissenso – aggiunge Palazzotto -. Scegliendo di non votare la fiducia al governo Draghi si rischia di indebolire la necessità di consolidare un’alleanza politica che ritengo strategica per il futuro del Paese, quella tra LeU, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Ci sono momenti in cui serve trovare il coraggio di fare scelte difficili. Oggi è uno di quei momenti”.
18 – Delrio: “Discorso di alto profilo, tante idee del Pd”
“Da Draghi un discorso di alto profilo, dove si incontrano concretezza e visione. E’ giusto il disegno di uscire dall’emergenza scegliendo la strada delle riforme come pure l’obiettivo di superare diseguaglianze e costruire un Paese affrancato dagli squilibri di genere, generazionali, territoriali, sociali. Nel programma ritroviamo tanta parte delle nostre idee “. Lo ha detto Graziano Delrio, nell’assemblea con i deputati Pd in vista del voto di fiducia in Aula alla Camera sul governo Draghi.
17.20 – Depositata in Aula la mozione di fiducia della maggioranza con le firme degli 8 gruppi parlamentari che sostengono l’esecutivo
La mozione di fiducia al governo Draghi, proposta dalla maggioranza, è stata depositata in Aula. Ha le firme degli 8 gruppi parlamentari che sostengono l’esecutivo, in ordine di grandezza: Movimento 5 stelle, Lega, Forza Italia, Pd, Leu, Italia viva, Europeisti-Maie-Centro democratico e il gruppo delle Autonomie. Nel testo, pochissime righe e ‘standard’: “Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri esprime la fiducia al governo”.
17.10 – Landini: “Discorso di alto profilo”
“Un discorso programmatico di alto profilo quello del presidente del Consiglio Mario Draghi, con una netta collocazione europea dell’Italia per costruire un’Europa nuova e socialmente sostenibile”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “E’ condivisibile unire l’azione sull’emergenza, a partire dalle vaccinazioni e dalla proroga del blocco dei licenziamenti, con le riforme (ammortizzatori sociali, fisco, pubblica amministrazione, giustizia) e gli investimenti, capaci di creare nuovo lavoro in particolare per i giovani e le donne. E per dare vita a uno sviluppo sostenibile, realizzando gli obiettivi europei di contrasto alle emissioni inquinanti e alla crisi climatica, valorizzando il territorio, la storia e la cultura del nostro Paese”.
17 – Nugnes (Leu): “Il Paese avrà bisogno di una opposizione critica da sinistra”
“Il Paese avrà bisogno di una opposizione critica e costruttiva da sinistra a questo governo”. Lo ha detto nell’Aula del Senato Paola Nugnes di Leu nel dibattito sulla fiducia al governo Draghi. “Draghi è uno dei massimi funzionari del capitalismo mondiale: non crediamo che si sia convertito alla economia sociale ed all’ecologismo ma per fare tutto il possibile per salvare quel modello di sviluppo”, ha concluso Nugnes.
16.30 – Granato (M5s): “Non farò parte di questa maggioranza”
“Ho presentato le dimissioni come capogruppo M5S della commissione cultura in Senato. Ho deciso, coerentemente con quello che ho sempre dichiarato, che non farò parte di questa maggioranza diventata una beffa rispetto al principio di autodeterminazione dei popoli che è confluito nell’art. 1 della Costituzione. La dichiarazione di intenti di Draghi è una palese violazione di quel principio”. Lo scrive su Facebook la senatrice M5s, Bianca Laura Granato, ancora decisa a votare no alla fiducia. “La cosa triste e preoccupante è trovarsi oggi in un Parlamento silente, totalmente acquiescente rispetto ad un atto di indirizzo che consiste nell’asservimento di ogni esigenza umana alle logiche del mercato”, aggiunge.
15.46 – In corso la prima prima riunione dei capigruppo della nuova maggioranza
Secondo fonti parlamentari, è in corso al Senato la prima riunione informale dei capigruppo della maggioranza che sostiene il governo Mario Draghi (M5s, Pd, Leu, Italia viva, Lega e Forza Italia) per decidere il testo della mozione che presenteranno in Aula.
15.30 – De Petris (Leu): “Al centro l’ambiente, passo fondamentale. Sia operazione di sostanza”
“Draghi ha chiarito definitivamente che questa non è una maggioranza di coalizione ma un governo repubblicano d’emergenza nato per fronteggiare una situazione sanitaria, economica e sociale gravissima, sostenuto da forze politiche che mantengono le loro identità ben distinte”. Lo afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto. “Draghi – aggiunge – ha messo al centro del suo intervento e del suo programma, oltre all’emergenza sanitaria, quella ambientale e si tratta di un passo fondamentale. Noi saremo all’interno della maggioranza con questo spirito, determinati a vigilare e adoperarci perché la riconversione ecologica sia un’operazione di sostanza e non di facciata e perché si mettano subito in campo le risorse necessarie per proteggere le fasce sociali più a rischio dall’impatto già fortissimo della crisi”.
14.15 – Berlusconi: “Discorso dettagliato e di alto profilo”
“Il presidente Draghi ha pronunciato un discorso dettagliato e di alto profilo, che guarda al futuro, che delinea un’Italia capace di rialzarsi e di ripartire. E’ quanto gli avevamo chiesto nell’indicare per primi la necessità di una formula di governo che riunisse l’Italia per una grande risposta di fronte all’emergenza. Quello delineato oggi non è il programma di una maggioranza politica, è un ‘comune denominatore’ nel quale si possono ritrovare forze politiche diverse e alternative fra loro”. Così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi in una nota commentando l’intervento del premier.
14.07 – Bonino: “Noi la sosterremo nella buona e nella cattiva sorte”
“Non sarà sempre così, ci saranno anche divisioni. Ma noi la sosterremo nella buona come nella cattiva sorte”. Lo ha detto Emma Bonino (Più Europa) nell’aula del Senato per il dibattito dopo il discorso del premier. “Un governo guidato da lei era una speranza di pochi, oggi è un’opportunità per tutti e spero che tutti la vorremo cogliere”.
13.37 – Speranza: “Da Draghi parole giuste sul futuro della sanità”
“La casa come primo luogo di cura e la sanità del territorio come pilastro della riforma del Servizio Sanitario Nazionale. Dal Presidente Draghi le parole giuste sul futuro del nostro bene più prezioso”. Lo sottolinea su Fb il ministro della Salute, Roberto Speranza.
13.17 – Domani alla Camera la fiducia dalle 20
La capigruppo della Camera ha deciso il timing in vista del voto di fiducia di domani al governo Draghi, previsto alle ore 20 con l’appello nominale. Tre ore, dalle 9 alle 12, saranno dedicate alla discussione generale sulle comunicazioni del governo, poi (12-13.30) pausa sanificazione, dalle 13.30 alle 16 previsto il seguito della discussione generale. Alle ore 16 pausa sanificazione.
Alle ore 18 replica presidente del Consiglio, Mario Draghi, mentre tra le 18.30 e le 20 sono attese le dichiarazioni di voto.
13.10 – Monti: “Avere Draghi è circostanza felice”
“A volte dimentichiamo che la nostra Repubblica parlamentare ha la capacità di trovare soluzioni che altri ci invidiano: la possibilità di avere governi di unità nazionale”. Così Mario Monti parlando in Senato. “E’ una felice circostanza avere un uomo di questa qualità alla guida del governo. Oggi – rivolto a Draghi – entra in un Parlamento che ha discusso su identità nazionale e sovranità in Europa. Siamo stati oggetto di sperimentazioni di tante varianti e abbiamo visto che in Usa s’è certato una primazia senza averla trovata, anzi diminuendo la sua rilevanza nel mondo. Mi piacerebbe sentirla esortare noi tutti a non abbassarci usando solo noi, la frase della ‘soluzione all’italiana’, in senso peggiorativo. Nessuno all’estero lo dirà mai: ci inviti a cambiare il nostro linguaggio. Un augurio dal profondo del cuore di buon lavoro”.
13.09 – Meloni conferma il no di Fratelli d’Italia all’esecutivo
“Dopo aver ascoltato da Draghi, un intervento di generica visione politica, che evita però di calarsi nelle scelte concrete da effettuare, confermiamo il nostro ‘nò a questo Governo. Non si può chiedere agli italiani un supplemento di fiducia al buio nei confronti del nuovo esecutivo. Entreremo nel merito delle singole questioni evidenziate da Draghi durante il dibattito in Aula e valuteremo i singoli provvedimenti che saranno votati, senza ‘cessioni di sovranità’ che non ci appartengono”. Lo scrive su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
12.47 – La senatrice a vita Cattaneo: “Bene Draghi, politica sia responsabile”
“Il presidente Mattarella in una situazione eccezionale ha visto in Draghi la personalità migliore che il paese potesse esprimere per far fronte alle sfide. Un’ampia maggioranza parlamentare ha condiviso la sua scelta. Tutti gli attori della politica sono chiamati ad una responsabilizzazione con comportamenti che onorino la democrazia parlamentare. Non è bene quel che finisce bene, ma è un bene che il presidente Draghi oggi sia qui”. Lo ha detto nell’Aula del Senato la senatrice a vita Elena Cattaneo nel dibattito sulla fiducia al governo Draghi. “La situazione pretende imperativo un massiccio investimento di intelligenza e risorse finanziarie per combattere la dispersione scolastica”, ha detto lanciando un appello a “difendere la ricerca di base per affrontare le nuove sfide che verranno”, ha concluso Cattaneo.
12.29 – Salvini sull’Euro: “Sto sul concreto, lascio ad altri dissertazioni sulle monete”
“Sto sul concreto, lascio ad altri la filosofia: meno tasse, più cantieri, più rimpatri, più salute, questo mi porto dietro dal discorso di Draghi”. Lo dice Matteo Salvini, ospite di SkyTg24. “Lasciamo a altri le dissertazioni di principio sulle monete”, sottolinea il leader della Lega. “Quello dell’Euro non è un tema di attualità: chi ascolta Skytg24 si interessa di salute, di lavoro o di moneta? Io mi occupo di salute, scuola e lavoro, lascio ai filosofi le dissertazioni sulla moneta”.
11.45 – Il ministro Brunetta: “Discorso ossuto”
“Ho ritrovato grande Draghi, siamo fortunati. Un ottimo discorso, ossuto, essenziale, come quelli che faceva in Bankitalia e in Bce, ma qua in Parlamento ha una valenza straordinaria, senza retorica o captatio benevolentiae” . Lo ha detto il ministro della Pa, Renato Brunetta parlando con i giornalisti al Senato.
11.42 – Zingaretti: “Siamo in buone mani”
“Bene il presidente Draghi. Dalle sue parole una conferma: l’Italia è in buone mani. Il Pd farà la sua parte in questa sfida”. Così il segretario Pd Nicola Zingaretti su twitter.
11.39 – Draghi alla Camera per consegnare il testo dell’intervento
Il presidente del Consiglio Mario Draghi è alla Camera per consegnare il testo del discorso con le linee programmatiche del suo governo. Entrando a Montecitorio si è limitato a un ‘buongiorno’ ai giornalisti in attesa.
11.35 – Salvini: “Dal premier ottimo punto di partenza, la Lega c’è”
“Più salute e meno tasse, più rimpatri e meno burocrazia, più cantieri e meno sprechi, responsabilità e rispetto nei confronti delle future generazioni, orgoglio di essere italiani. Ottimo punto di partenza, nel nome dell’efficienza, della trasparenza e del cambiamento. La Lega c’è”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, commentando l’intervento programmatico del premier Mario DRaghi in Senato.
11.26 – Renzi: “Draghi ha dato visione”
Draghi “ha dato una visione, puoi amarla o non amarla, apprezzarla o non apprezzarla, ma ha dato una visione”. Lo ha detto Matteo Renzi parlando con i giornalisti in Transatlantico in Senato. “L’unico commento è questo”, ha poi aggiunto abbassando la mascherina e mostrando un sorriso. Quello illustrato da Draghi è un programma da tre anni? “Anche più a lungo” , ha risposto Renzi, che poi si è intrattenuto con Bruno Vespa.
11.09 – Draghi conclude il discorso: “L’unità non è un’opzione, ma un dovere per amore dell’Italia”
“Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. E’ un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. Lo dice il premier Mario Draghi in conclusione del suo discorso programmatico a Palazzo Madama.
11.07 – Draghi: sui migranti cruciale la politica Ue dei rimpatri e la tutela dei diritti
“Altra sfida sarà il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, nel quale perseguiremo un deciso rafforzamento dell’equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva. Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati”. Lo ha detto il premier Mario Draghi nel discorso programmatico per la fiducia al Senato.
11.06 – Draghi: “Governo sia atlantista ed europeista”
“Questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. Ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Profonda è la nostra vocazione a favore di un multilateralismo efficace, fondato sul ruolo insostituibile delle Nazioni Unite.” Lo dice il premier Mario Draghi nel discorso programmatico in Aula al Senato. In materia di politica estera resta il dialogo con la Russia, ma preoccupa “la violazione dei diritti”. Poi chiede di rafforzare i rapporti con Francia e Germania.
11.05 – Fisco, riforma sia affidata a commissione di esperti
“Le esperienze di altri paesi insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta”. Lo dice il premier Mario Draghi nel discorso programmatico in Aula al Senato. “Una riforma fiscale segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio”, aggiunge.
10.50 – Draghi: “Recovery? La base è la mole di lavoro del governo Conte”
“Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR). Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile”, ha chiarito Draghi. “La governance del Programma di ripresa e resilienza è incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei Ministeri competenti che definiscono le politiche e i progetti di settore. Il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore”.
10.48 – “Puntiamo a riequilibrio gap salariale uomo-donna”
“L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”.Lo ha detto il premier Mario Draghi al Senato.
10.47 – Lavoro, Draghi: “Rafforzare centri per l’impiego. Vanno protetti tutti i lavoratori, non tutte le imprese”
“Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni”, chiarisce il premier. Poi aggiunge: “Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.
10.42 – Scuola, Draghi: “Fare il possibile per lezioni in presenza, adeguare il calendario scolastico”
“Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”. Lo dice il premier Mario Draghi nel discorso programmatico in Aula al Senato. “Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”.
10.40 – Vaccini, il premier annuncia iniezioni in strutture pubbliche e private
“Il piano di vaccinazione. Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”. Lo dice il premier Mario Draghi in Aula al Senato.
10.37 – Draghi: “Rischio è che la crisi colpisca anche lavoratori a tempo indeterminato”
“Il numero totale di ore di Cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1 aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i 4 milioni. Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità ma il calo si è accentrato su contratti a termine (-393 mila) e lavoratori autonomi (-209). La pandemia ha finora ha colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato.” Lo dice il premier Mario Draghi nel discorso programmatico in Aula al Senato.
10.32 – “La scelta dell’euro è irreversibile”
“Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”. Lo dice il premier Mario Draghi.
10.27 – Draghi: “Con unità nazionale non è fallita la politica, collaborare senza pregiudizi”
“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”. Lo dice il premier Mario Draghi in Aula al Senato.
10.24 – Draghi: “È il governo del Paese, nato da spirito repubblicano”
“Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”. Lo dice il premier Mario Draghi al Senato. “Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato”, aggiunge.
10.20 – Il premier cita Conte, applausi in Aula e fischi delle opposizioni
10.18 – Draghi: “Ci impegniamo a comunicare in anticipo ai cittadini i mutamenti delle regole”
10.17 – Draghi: “Primo pensiero è alla lotta alla pandemia e a chi soffre per la crisi economica”
10.15 – Zingaretti su Facebook: “Campo democratico unito, noi alternativi alla Lega”
“L’esito positivo della crisi è stato possibile grazie al sostegno dell’insieme delle forze che hanno sostenuto il precedente governo. L’aver mantenuto l’asse unitario tra il Pd i 5 Stelle e Leu, ha permesso di portare attorno a Draghi l’insieme del campo democratico. E altrimenti lo stesso Pd, in un quadro di divisione, sarebbe rimasto isolato”. Lo scrive su Facebook il segretario Pd Nicola Zingaretti. “Il Pd rimane nettamente alternativo alla Lega e all’insieme della destra, non solo politicamente ma per valori e visione del mondo. Per questo farà valere in Parlamento la propria forza e quella dell’insieme del campo democratico”.
10.01 – Draghi arrivato a Palazzo Madama
Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato al Senato dove terrà il discorso programmatico per la fiducia. Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato al Senato dove terrà il discorso programmatico per la fiducia.
9.51 – Morra (M5s): “Al 99,9% non voto la fiducia”
“Al 99% non voto sì al governo Draghi, dopo la virgola può aggiungere un altro 99…”. Così il senatore M5S Nicola Morra all’Adnkronos. “In base a quello che audirò in Aula, in base alle parole di Draghi, deciderò poi se astenermi o votare contro”.
9.49 – I ministri arrivano in Senato
I ministri del governo Draghi arrivano a Palazzo Madama dove tra poco avranno inizio le dichiarazioni programmatiche del presidente del consiglio. Sono arrivati, tutti con le bocche cucite, Luciana Lamorgese, Daniele Franco, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone e Renato Brunetta.