“Il discorso programmatico del presidente del Consiglio Mario Draghi in Senato? Ha detto che questo è il governo del Paese, ha definito il perimetro europeista e atlantista, così come ha fatto bene a parlare di irreversibilità della moneta unica e a delineare le priorità su vaccini, lavoro, occupazione femminile”. A rivendicarlo Debora Serracchiani, deputata e vice presidente dem, dopo il discorso del neo primo ministro a Palazzo Madama, mentre è in corso il dibattito sulla fiducia. “Ha già tracciato in poche linee quello che sarà l’impegno del Pd e di tutto il campo democratico che ha appoggiato il precedente governo”, ha continuato Serracchiani, precisando che “Pd e Lega resteranno alternativi“. “Le differenze le porteremo in Parlamento insieme a M5s e LeU, insieme ai quali abbiamo garantito un supporto leale a questo esecutivo”.
Contraria resta, dopo le linee programmatiche annunciate da Draghi, Sinistra Italiana, al di là delle divisioni nel gruppo parlamentare di LeU e nello stesso partito: “Poco è stato detto sul lavoro, perplessità anche su scuola e fisco, sui migranti si torna a una distinzione tra diritti dei rifugiati e migranti che poco ha a che fare con la natura delle migrazioni del nostro tempo. La nostra posizione resta di contrarietà a un esecutivo che passerà i prossimi mesi in un tira e molla tra posizioni inconciliabili”, ha spiegato il segretario e deputato Nicola Fratoianni. E se a Palazzo Madama è stato annunciato l’intergruppo di collegamento tra Pd, M5s e LeU nel tentativo di portare avanti un fronte comune, parlamentare ma non solo, SI chiede passi avanti nell’ottica di una coalizione: “Di solito un intergruppo è su singoli temi, comunque va bene. Certo, l’alleanza va però non soltanto evocata, ma coltivata. Allo stato attuale non c’è ancora, lo testimoniano anche i territori dove si dovrà andare a votare nelle prossime amministrative”
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