“Prima di attaccarmi dovrebbero attendere e giudicare il mio operato. È vero, sono l’avvocato di Luca Traini, ma nella mia lunga carriera ho difeso gente di ogni origine, religione e categoria, non soltanto lui. Di carceri e immigrazione ne so molto più di chi adesso mi attacca”. L’opposizione politica di centrosinistra e in generale tutto il mondo dell’associazionismo a difesa dei diritti umani delle Marche sono saltati sulle sedie quando ha iniziato a diffondersi la notizia della nomina dell’avvocato Giancarlo Giulianelli a Garante regionale per i diritti della persona. Più che sulla persona, gli attacchi si concentrano sulla simbologia dietro la nomina fatta dalla giunta guidata da Francesco Acquaroli: scegliere l’avvocato che dal febbraio del 2018 ha difeso Luca Traini, il 28enne che ha aperto il fuoco contro sei migranti di origine sub-sahariana, a Macerata da molti viene vista come una provocazione.
È stato lo stesso Acquaroli ieri a confermare l’incarico di ombudsman a Giulianelli, 58 anni di Macerata. La nomina è stata confermata in consiglio regionale dalla maggioranza: 18 preferenze contro le 9 attribuite all’avvocato Manuela Caucci. Il tempo di pubblicare la nomina sulla Gazzetta Ufficiale e sarà lui ad occupare l’ufficio all’interno della sede dell’assemblea legislativa delle Marche in piazza Cavour, nel cuore di Ancona. L’ufficio che fino a poche settimane fa è stato di Andrea Nobili, anche lui avvocato penalista, che sulla nomina di Giulianelli preferisce non rilasciare commenti. Cosa che invece hanno fatto altri tra cui il suo avversario alle ultime elezioni, Maurizio Mangialardi, oggi consigliere Pd: “Si tratta di una nomina faziosa, mercimonio interno alla maggioranza vista la candidatura dello stesso Giulianelli a sostegno del presidente Acquaroli”. “Seppur con poche speranze – aggiunge in una nota il Partito democratico – avevamo auspicato che la destra-destra al governo della Regione Marche mostrasse più rispetto istituzionale e maggiore considerazione per un tema delicato come quello dei diritti. Invece, ancora una volta, dobbiamo prendere atto di una decisione frutto di faziosità, arroganza e inadeguatezza, che, nello specifico, va a ledere i principi di autonomia e imparzialità richiesti dalla figura dell’ombudsman”. L’avvocato di strada Daniele Valeri, profondo conoscitore delle dinamiche migratorie, insiste sulla simbologia dell’incarico: “Si è scelto di avvicinare la nomina del nuovo Garante regionale dei diritti al nome di Traini. Forse dietro c’è un disegno politico. Spero non sia un messaggio, in ogni caso, mi lasci dire, può essere percepito come tale. Ed è già troppo”. Contrarietà alla nomina di Giulianelli era già stata espressa nei giorni scorsi tra gli altri dall’associazione Antigone.
Alla luce della nomina a Garante delle Marche, Giulianelli dovrà interrompere la sua professione per i prossimi cinque anni e di conseguenza anche la difesa di Luca Traini a meno di quaranta giorni dall’udienza della Corte di Cassazione sui fatti di Macerata. In Appello a Traini è stata confermata la condanna a 12 anni di carcere: “Il suo tecnicamente è stato un processo semplice – aggiunge Giulianelli -, eravamo di fronte ad una piena confessione, ma dispiace non sia riuscito a far emergere il dettaglio secondo cui Luca quel giorno non era in sé. La Corte ha optato per un ‘Impulso dello stato emotivo e passionale’, ma credo che la eccessiva pressione mediatica, addirittura internazionale, abbia giocato un ruolo decisivo in negativo. Oggi, tre anni dopo, quel ragazzo non esiste più. Non riuscirò ad arrivare alla sentenza finale (fissata per il 24 marzo prossimo, ndr), ma quel giorno Luca sarà difeso dal Cristiano Ronaldo del foro, l’avvocato e professore Franco Coppi. Lo lascio in ottime mani”.
Il passato e presente legale scomodo e la sua vicinanza politica al presidente Acquaroli. Era difficile immaginare che il suo futuro incarico non suscitasse reazioni veementi e cinque anni di incarico molto turbolenti. La destra al potere in Regione ha già messo in chiaro le cose. Prima una squadra di governo costruita sull’asse degli ex missini e della Lega dal figlioccio di Giorgia Meloni, poi le mosse politico-ideologiche, a partire dallo stop alla distribuzione della pillola antiabortiva RU486 nei consultori e da una serie di gaffe di alcuni suoi esponenti (“Dobbiamo bilanciare le nascite perché se non si fanno figli altre etnie ci sostituiranno”: Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale).
Adesso Giulianelli passa da difensore di un ragazzo che ha rischiato di compiere una strage di matrice razzista a figura a tutela delle cause dei più vulnerabili: detenuti, minori e proprio i migranti. Il diretto interessato chiede tempo e soprattutto di essere messo alla prova: “Considerarmi un impresentabile e bollarmi soltanto come legale di Traini è eccessivo. Voglio essere valutato per cosa saprò fare. Sbaglia chi pensa al sottoscritto come una minaccia per determinate categorie, a partire dagli stranieri. Chi mi conosce sa delle mie amicizie con tanti nigeriani, albanesi e così via. L’immigrazione può essere una risorsa e una ricchezza per il Paese. Non è detto che io la pensi sempre come la maggior parte della destra, l’ex Ministro Salvini ad esempio, con cui non sono sempre stato d’accordo. Dire però che ha preso in ostaggio delle persone nel caso della Gregoretti è eccessivo. E sulle carceri, sui detenuti e le misure alternative alla pena ne so molto più di tanti altri”. Infine la scelta di Fratelli d’Italia di stare all’opposizione, unica formazione parlamentare, del governo Draghi. Giulianelli opta per una metafora velica: “La Meloni ha strambato cercando un po’ di vento, una manovra legittima e coerente”.