La reazione del marciatore altoatesino alla notizia della decisione del gip di Bolzano, che ha archiviato l’indagine a suo carico per "non aver commesso il fatto”: non si è dopato nel 2016. L'avvocato Brandstätter spiega anche i prossimi passi: "Stiamo esaminando anche gli aspetti penalistici, risultano aspetti colposi e dolosi"
L’archiviazione dell’indagine “è per Alex Schwazer motivo di fiducia nella vita e nella giustizia: il sollievo morale di essersi tolto di dosso un sospetto così pesante e infamante. Una grande soddisfazione”. L’avvocato Gerhard Brandstätter, difensore del marciatore, riferisce all’Adnkronos la reazione dell’atleta altoatesino alla notizia della decisione del gip di Bolzano, che ha archiviato l’indagine a suo carico per “non aver commesso il fatto”. “Quando l’ho chiamato per dargli la notizia si stava allenando – racconta il suo difensore – e ha espresso tutto il suo sollievo. Ha voluto ringraziare tutte le persone che hanno creduto in lui e lo hanno sostenuto in questi anni”.
“Sono molto felice che dopo 4 anni e mezzo di attesa finalmente è arrivato il giorno in cui è stata fatta giustizia“, sono le poche parole riferite da Alex Schwazer. Il giudice del Tribunale di Bolzano ha stabilito che Schwazer non si è dopato nel 2016. E ha ritenuto “accertato con alto grado di credibilità” che i campioni di urina del marciatore furono alterati, sottolineando anche l’ostruzionismo di Wada e Iaaf durante le indagini. Schwazer, che si è sempre proclamato innocente, ora potrebbe combattere per vedere annullata la sua squalifica: 8 anni, dal 2016 al 2024. L’obiettivo potrebbe essere un incredibile ritorno alle gare per le Olimpiadi di Tokyo, posticipate al 2021 per la pandemia. Alla luce dell’ordinanza di archiviazione, spiega Brandstätter, “stiamo valutando un ricorso alla giustizia sportiva o un ricorso gerarchico al Comitato olimpico. Stiamo esaminando anche gli aspetti penalistici, risultano aspetti colposi e dolosi, e valutiamo anche iniziative civili”.