La classe arbitrale, specie nelle serie minori, compie una vera e propria missione più che un lavoro. Ma pure i missionari, nel loro piccolo (e con tutta la solidarietà di Domeniche Bestiali) si incazzano e fanno bene. E dopo arbitri ben poco disposti a farsi prendere in giro vedremo anche allenatori che mutuano comportamenti dei fumetti per manifestare il loro disappunto. E poi invenzioni più o meno simpatiche che già i tifosi sognano per le serie dilettantistiche. Infine, un focus sul Portogallo: terra molto promettente.
STAM? NO, DRYSDALE – Un ragazzo che sogna di essere arbitro oggi deve avere davvero una grande passione per andare avanti a rincorrere quel sogno: una gavetta terribile in campacci che sembrano un livello di un videogame d’avventura e una pressione incredibile nel caso arrivi ai massimi livelli. Bisogna essere Iron Man, o magari Drysdale. Eh sì, perché se di solito lo schema “non mi fischi rigore-ti accerchio-ti insulto e ti minaccio” è un classico, così non è andata a Judge dell’Ipswich Town, terza serie inglese. L’intenzione del calciatore era quella, ma si è trovato di fronte un membro della Royal Air Force inglese, col fisico di Stam, per nulla propenso a farsi insultare e che anzi, di fronte agli insulti ha ribaltato lo schema andando muso contro muso col centrocampista, piuttosto intimorito. Magari non sarà il più etico degli atteggiamenti per un arbitro: ma qui siamo su Domeniche Bestiali, e vige il “quando ce vo’ ce vo’”.
IL PROGRESSO – È saltato agli occhi di molti il robot-tifoso utilizzato dall’Albinoleffe per l’ultima gara casalinga del suo campionato: la squadra perdeva 3 a 0 e il braccio meccanico sugli spalti continuava imperterrito a sventolare la bandiera. Anche nei dilettanti, in vista di una eventuale ripresa dei campionati, si vorrebbe mutuare l’idea: con la filodiffusione dei vecchietti che imprecano in Veneto e in Toscana, il robot che schizza acqua sui guardalinee per imitare gli sputi, il robot che insulta l’arbitro. Con annesso indotto, perché nel caso l’arbitro sia quello di sopra ci sarà bisogno poi del tecnico per aggiustare il robottino.
GIU’ IL CAPPELLO – Le proteste singolari sono le chicche preferite da queste parti: c’è chi lancia le scarpe, chi le sedie, chi si aggrappa alle recinzioni rifiutando di abbandonare il terreno di gioco. Entra di diritto in questa speciale sezione Fabio Rossitto: ex calciatore di Udinese, Napoli e Fiorentina, oggi allenatore del Chions in Serie D. Per protestare contro l’arbitro gli è andato contro entrando in campo e tirandogli… un cappello: “Per indebito ingresso sul terreno di gioco, lanciando un cappello in segno di protesta, allontanato”. Pare una scena dei fumetti: Paperino il suo a volte lo strappava a morsi o ci saltava sopra, Rossitto lo tira in campo. Una giornata di squalifica per il mister e il suo cappello.
SPINTE E STARNUTI – Gran weekend in Portogallo: a partire dalla massima serie con l’incontro tra Braga e Porto. Un attaccante dei padroni di casa, Carmo, ha subito un grave infortunio e si è reso necessario l’ingresso dell’ambulanza… che però non riusciva a ripartire dal terreno di gioco. Risultato: entrambe le squadre a spingere il mezzo a braccia.
Altre scene degne di nota nella terza serie, con un difensore del Lourinhanense, Ricardo Santos, che ha ben pensato di utilizzare il suo avversario come un Kleenex, soffiandosi il naso su di lui. È stato espulso, sì, ma per violazione delle norme anti covid: forse è un record, di sicuro una schifezza.