La studentessa, con mascherina e munita di regolare biglietto, è stata aggredita verbalmente da un'altra persona che si trovava sullo stesso convoglio e che si è poi alzata andando a cercare il capotreno. A raccontare l'episodio di razzismo è stato il padre adottivo della giovane che ha inviato un reclamo a Ferrovie dello Stato. Ma l'azienda smentisce: "Non è stato nessuno del nostro personale"
Stamani una ragazza di 19 anni, italiana di origini brasiliane, è stata costretta a scendere da un treno regionale per aver starnutito due volte e per il colore della sua pelle. “Sono i neri come te a portare il virus“, le ha detto una passeggera che, come lei, alle 7.12 era a bordo del convoglio lungo la tratta Prato-Firenze e che si è immediatamente alzata per cercare il capotreno e chiedergli di farla scendere.
A raccontare l’episodio è il padre adottivo della ragazza in una lettera inviata a Ferrovie dello Stato. Secondo il racconto del genitore, a quel punto “un uomo con una divisa blu e un trolley” ha invitato la ragazza a scendere e la giovane, scambiandolo per il capotreno, gli ha obbedito fermandosi alla stazione di Sesto Fiorentino e mettendosi ad attendere il treno regionale successivo per Firenze. Oltre all’umiliazione, la fermata ingiustificata – dato che la ragazza aveva con sé il regolare biglietto – le è costata anche un ritardo a scuola.
Trenitalia, dopo aver ricevuto la segnalazione, ha smentito che l’uomo che ha fatto scendere la giovane fosse il capotreno. L’azienda ha infatti verificato che sul convoglio nessuno del personale in servizio, né tantomeno il capotreno, che era una donna, è stato contattato da qualcuno dei passeggeri, né ha fatto scendere la ragazza. L’azienda ha inoltre aggiunto che, qualora ci fosse il sospetto di un passeggero positivo al Covid-19, le procedure di sicurezza sanitaria sono molto più complesse, rispetto a far semplicemente scendere la persona dal convoglio.
(Immagine d’archivio)