L'indagine dei pm di Perugia è quella per tentata truffa per cui è indagato un quarantenne incensurato. L'uomo, a gennaio scorso - in base alla ricostruzione degli inquirenti - "accreditandosi falsamente" come intermediario per conto di Astrazaneca Internazionale
Acquisizioni negli uffici del commissario per l’emergenza, Aifa e Regione Veneto. La procura di Perugia ha dato mandato ai carabinieri del Nas del capoluogo umbro di acquisire alcuni documenti per accertare le modalità di approvvigionamento dei vaccini, il quadro normativo-contrattuale vigente a livello nazionale ed europeo, le modalità e i criteri per la distribuzione tra regioni, nonché se risultino regioni italiane che abbiano inoltrato istanze ai fini dell’approvvigionamento diretto. L’indagine è quella per tentata truffa per cui è indagato un quarantenne incensurato, originario della provincia di Messina. L’uomo, a gennaio scorso – in base alla ricostruzione degli inquirenti – “accreditandosi falsamente” come intermediario per conto di Astrazaneca Internazionale aveva proposto alla Regione Umbria l’acquisto di vaccini anti Covid. L’acquisizione riguarderà anche la sede della Regione Veneto per accertare i presunti proponenti di forniture di vaccino in deroga agli accordi con le Autorità centrali.
Quello delle possibili truffe collegate alla vendita illegale di vaccini anti Covid è “un pericolo reale di cui i Nas si stanno occupando e si sono occupati anche nei giorni scorsi”. La situazione, spiegavano nei giorni scorsi i militari del Comando Tutela della Salute, “è già alla nostra attenzione e un episodio di tentata truffa, su cui le indagini sono in corso, si è verificato a Perugia”, dove è stato individuato un presunto intermediario che cercava di vendere alla Regione una partita di vaccini Astrazeneca. L’azienda ha smentito di esser coinvolta e sull’episodio indaga la procura di Perugia, mentre “su altre indagini c’è massimo riserbo”. Le operazioni nel settore della vendita abusiva di vaccini rientrano in un più ampio filone di controlli che i Nas stanno svolgendo sin dall’inizio della pandemia per il continuo monitoraggio degli illeciti collegati all’emergenza coronavirus. Indagini che hanno portato a far luce, in questi mesi, su numerosi episodi di vendita illegale di farmaci, sia online che presso esercizi commerciali, oltre che sull’importazione irregolare di mascherine, gel disinfettanti e saturimetri, nonché l’effettuazione abusiva di test per individuare la positività al Sars-Cov-2. Anche l’ufficio europeo antifrode dell’Unione europea (Olaf) nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme e messo in guardia i governi dei Paesi membri: diffidate delle offerte di vaccini, “molto spesso sono delle truffe”.
“Stiamo ricevendo segnalazioni di offerte fraudolente di vaccini anti-Covid ai governi in vari Paesi dell’Unione” ha detto il direttoreVille Itala -. Offerte che prendono varie forme e seguono diverse formule. Ma tutte queste azioni “hanno sempre un punto in comune: sono false”. Ed oltre a rappresentare truffe economiche possono anche prendere la forma della fornitura di falsi vaccini, cosa ancora più pericolosa. L’Olaf ha quindi deciso e annunciato il rafforzamento del suo apparato investigativo per combattere qualsiasi tipo di azione illegale – dalle truffe, alle contraffazioni, alle importazioni non autorizzate – nel campo dei vaccini anti-Covid.