Sanzioni per i dipendenti che non si vaccinano contro il Covid. È ciò che ha stabilito il presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello. Mentre prosegue spedita la campagna di vaccinazione gratuita all’interno della Santa Sede con la somministrazione della seconda dose prevista, già ricevuta da Papa Francesco e dal Papa emerito Benedetto XVI, il porporato ha emanato un decreto che prevede rigide sanzioni per i dipendenti che rifiutano di vaccinarsi. La normativa stabilisce per “il lavoratore che, per comprovate ragioni di salute non può sottoporsi alla somministrazione del vaccino”, il trasferimento “a mansioni differenti, equivalenti o, in difetto, inferiori, garantendo il trattamento economico corrispondente alle mansioni di provenienza”. Diverse, invece, le sanzioni per i dipendenti che, senza motivi di salute, rifiutano di vaccinarsi che possono arrivare “fino alla interruzione del rapporto di lavoro”.
Per il Vaticano “fornire una risposta sanitaria, intraprendendo le azioni immediatamente necessarie per rispondere alla pandemia, avendo in mente anche i suoi effetti nel lungo periodo, è importante perché possa aver luogo una guarigione globale e rigenerativa”. Perciò “si ritiene il sottoporsi alla vaccinazione la presa di una decisione responsabile, atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri e che tale rifiuto potrebbe aumentare seriamente i rischi per la salute pubblica”. Per la Santa Sede “l’emergenza sanitaria deve essere affrontata per garantire la salute e il benessere della comunità di lavoro nel rispetto della dignità, dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni suo membro. Le misure devono essere adottate secondo il principio di necessità considerando il rischio effettivo per la sanità pubblica e seguendo i criteri di tempestività, adeguatezza e proporzionalità”.
Nel decreto del cardinale Bertello si precisa, inoltre, che “salvo che il fatto non sia previsto dalla legge come reato, le violazioni alle disposizioni in materia di emergenza sanitaria pubblica sono punite con il pagamento di una sanzione amministrativa”. La violazione del divieto di assembramento è punita con una sanzione da 25 a 160 euro. Per chi, invece, non indossa o non usa correttamente i dispositivi di protezione individuale come le mascherine è prevista una sanzione da 25 a 50 euro. Stessa sanzione anche per chi viola le misure di distanziamento sociale. La violazione delle prescrizioni comportamentali è punita con una sanzione da 25 a 160 euro. In caso di violazione delle limitazioni di circolazione è prevista una sanzione da 80 a 160 euro. Infine, la violazione dell’isolamento fiduciario o della quarantena, che costituisce reato, è punita con una sanzione da 200 a 1.500 euro.
Fin dalla vigilia dell’inizio della campagna di vaccinazione in Europa, il Papa aveva chiesto “vaccini per tutti”, “specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del pianeta”. E il Vaticano ha dato l’esempio vaccinando, insieme ai propri dipendenti, anche alcuni poveri assistiti dall’Elemosineria Apostolica. Francesco aveva anche bollato come “negazionismo suicida” il rifiuto del vaccino. Ma c’è una polemica che anima la vigilia del suo viaggio in Iraq, il primo dopo il lungo stop causato dalla pandemia, in programma dal 5 all’8 marzo prossimi nonostante il lockdown stabilito dal Paese arabo per arginare i contagi. Finora, infatti, il Vaticano ha deciso di vaccinare solo i giornalisti che saliranno sul volo papale e non tutti i vaticanisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede che frequentano quotidianamente il piccolo Stato. La richiesta della vaccinazione per tutti gli accreditati era stata avanzata da tempo ai vertici del Dicastero per la comunicazione ma, almeno finora, senza esito positivo.