Appena sei giorni fa, alla vigilia della riapertura, aveva espresso “vivo disappunto” per la decisione del ministero della Salute di tenere chiusi gli impianti sciistici. Adesso che la sua Regione ‘vede’ la zona bianca a un passo, con la possibilità di far tornare le persone lungo le piste, frena: “In teoria potrebbero riaprire anche gli impianti sciistici, ma non credo valga la pena farlo. Un conto era partire il 15 febbraio con la prospettiva di avere di fronte un pezzo della stagione, un altro farlo a ora, per pochi giorni”, dice il governatore della Valle d’Aosta Erik Lavevaz a La Repubblica. Una settimana insomma sembra aver cambiato tutto.
Lunedì era fondamentale ripartire, oggi che l’Istituto Superiore di Sanità potrebbe dare l’ok a una ‘normalità controllata’ il problema diventa un altro, che ci sarebbe stato anche se Roberto Speranza non avesse fermato tutto a poche ore dalla riapertura: “Finché non verrà rimosso il divieto di spostamento tra le Regioni, a noi manca la clientela. Continuiamo a chiedere che sia rimosso: la montagna è in ginocchio, solo per quanto riguardo gli impianti le perdite hanno raggiunto i 30-40 milioni”.
“La decisione di Speranza per realtà come quella valdostana, che con grandi sforzi e sacrifici è riuscita a mantenere sotto controllo la diffusione del virus, è un atto sconsiderato che lede ancora di più un sistema economico che da mesi sta soffrendo comportamenti ondivaghi, intempestivi e dalle gravi conseguenze sul tessuto economico e sociale”, tuonava Lavevaz per la decisione del ministro della Salute che ha comportato lo slittamento ma che, in ogni caso, non avrebbe riaperto i comprensori valdostani ai turisti, bloccati nelle proprie regioni almeno fino al 5 marzo.
La zona bianca, è il ragionamento di Lavevaz, potrebbe durare poco, mentre la riapertura del 15 febbraio avrebbe comportato la possibilità di sciare anche in zona gialla: “Il lavoro che si era fatto per aprire il 15 febbraio aveva un senso legato a un’apertura che potesse durare mesi. La stagione sciistica è indubbiamente finita”, dice a Radio Capital. Ma il governatore nutre dubbi anche sulle altre possibili riaperture, che coinvolgerebbero tutte le attività. Bar e ristoranti aperti senza limiti di orario, scuola totalmente in presenza, cinema e teatri di nuovo attivi. “La zona bianca è una boccata d’ossigeno, ma rischia di essere per breve tempo. L’Rt questa settimana è già risalito, a 0,92, avvicinandosi all’1 – spiega – Il rischio reale è stare una settimana, magari due in zona bianca, ma poi tornare indietro e dover richiudere. Per questo dobbiamo fare delle valutazioni”. Comprese le scuole: “Non so se convenga farlo, per poi tornare in didattica a distanza dopo poco”.